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Tonfo delle banche e il FTSEMib chiude in rosso

Pessima giornata per i bancari, penalizzati dalla decisione di Borsa Italiana di non disporre l’ammissione della Popolare di Vicenza alla quotazione

di Edoardo Fagnani 2 mag 2016 ore 17:54

Borsa Italiana e le principali piazze europee molto volatili nella prima seduta della settimana. Pessima giornata per i bancari, penalizzati dalla decisione di Borsa Italiana di non disporre l’ammissione della Popolare di Vicenza alla quotazione a Piazza Affari; spicca lo scivolone del Monte dei paschi di Siena. Chiusura in forte rialzo, invece, per Fiat Chrysler Automobiles.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del punto percentuale. Il FTSEMib ha ceduto lo 0,97% a 18.420 punti, oscillando tra un minimo di 18.271 punti e un massimo di 18.689 punti. Il FTSE Italia All Share è sceso dello 0,86%. Ribassi minimi per il FTSE Italia Mid Cap (-0,15%) e il FTSE Italia Star (-0,27%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,15 miliardi di euro, rispetto ai 2,74 miliardi di venerdì. Su 317 titoli trattati, 184 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 116. Invariate le rimanenti 17 azioni.
L’euro ha superato gli 1,15 dollari.

CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIB

mercato_20Pessima giornata per i bancari, penalizzati dai deludenti risultati del collocamento delle azioni della Popolare di Vicenza. Borsa Italiana ha comunicato di non aver disposto l’ammissione dell’istituto veneto alla quotazione a Piazza Affari, in quanto non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato.
Male il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha subito una flessione del 5,52% a 0,6675 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso in mattinata.
Il Banco Popolare ha ceduto il 7,3% a 5,715 euro. L’istituto ha formalizzato un accordo con Pandette con cui viene chiuso il contenzioso in essere relativo all’esecuzione dell'opzione di vendita, stipulata originariamente il 29 novembre 2006 avente ad oggetto 3.870.900 azioni di RcsMediagroup. L’accordo, che prevede il trasferimento a Pandette di tutte le azioni della società editoriale, non ha impatti patrimoniali e di conto economico negativi per il Banco Popolare. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 28 aprile Norges Bank ha incrementato la partecipazione detenuta nel capitale del Banco Popolare, portandola dal 3,193% al 4,193%.
La Popolare di Milano ha subito una flessione del 6,04% a 0,622 euro. L’assemblea dei soci dell’istituto ha approvato il bilancio dell’esercizio 2015, chiuso con un utile netto civilistico di 241,12 milioni di euro, e ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,027 euro. Inoltre, l’assemblea ha nominato il nuovo consiglio di sorveglianza che sarà composto da 17 membri e sarà presieduto da Nicola Rossi.
IntesaSanpaolo ha terminato la seduta in territorio negativo (-1,98% a 2,372 euro). L’istituto guidato da Carlo Messina ha ufficializzato la vendita di Setefi e IntesaSanpaolo Card a una società interamente controllata da Mercury; le due aziende svolgono attività di processing riguardanti strumenti di pagamento, rispettivamente in Italia e negli altri Paesi in cui opera l’istituto. Il controvalore della cessione è stato fissato a 1,035 miliardi di euro, consentendo alla banca di contabilizzare una plusvalenza di 895 milioni di euro nel bilancio 2016.
UBI Banca ha lasciato sul terreno il 4,92% a 3,52 euro. Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 29 aprile PDT Partners ha incrementato la posizione corta sull’istituto, portandola dallo 0,5% allo 0,6%.
Male anche Unicredit (-3,68% a 3,25 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso).
Banca Carige ha ceduto il 5,33% a 0,6755 euro. Il consiglio di amministrazione dell’istituto ha deliberato che, anche indipendentemente da ogni valutazione del merito della proposta non vincolante del Fondo Apollo, non sussistano le condizioni della sua concreta praticabilità a ragione del carattere non vincolante della proposta e della previsione nella stessa della concessione di esclusiva in favore dello stesso fondo. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 29 aprile Marshall Wace ha ridotto lo “short” su Banca Carige, portandolo dal 2,29% al 2,18%.
Banca Mediolanum ha terminato la giornata con un rialzo dell’1,32% a 7,28 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno alzato da 7,5 euro a 8 euro il target price sulla compagnia, in seguito all’incremento delle stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno ribadito l’indicazione di aggiungere le azioni in portafoglio.

ENI ha registrato un ribasso dell’1,76% a 13,95 euro. Gli analisti di Société Générale hanno peggiorato il giudizio sul colosso petrolifero, portandolo da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere); gli esperti hanno confermato il target price di 15,5 euro. Kepler Cheuvreux ha aumentato da 13,5 euro a 14,5 euro il target price su ENI, in seguito al miglioramento della valutazione dell’attività di Exploration & Production; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim, che ha aumentato da 15 euro a 15,5 euro il target price su ENI, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per il triennio 2016/2018; gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.
Performance peggiore per Saipem (-5,17% a 0,3964 euro).

Fiat Chrysler Automobiles è salita del 2,15% a 7,12 euro. La società automobilistica ha comunicato che è stato sottoscritto l'atto relativo alla scissione in favore di Interim One della partecipazione detenuta dalla società automobilistica in RcsMediagroup. I titolari delle azioni ordinarie di Fiat Chrysler Automobiles avranno diritto a 0,067746 azioni ordinarie della società editoriale per ogni azione Fiat Chrysler Automobiles detenuta. Intanto, in serata il Ministero dei trasporti ha comunicato il dato sulle immatricolazioni di automobili in Italia ad aprile.
CNH Industrial ha recuperato lo 0,75% a 6,75 euro. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali sono arrivate le indicazioni delle banche d’affari. Gli analisti di Barclays hanno alzato da 5 dollari a 6 dollari il target price su CNH Industrial; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight” (sottopesare). Sulla stessa lunghezza d’onda Banca IMI, che ha aumentato da 6,3 euro a 7,1 euro il prezzo obiettivo sull’azienda, sulle prospettive di un miglioramento dell’attività nella seconda metà dell’anno; anche Equita sim ha incrementato la valutazione sull’azienda, portandola da 6,4 euro a 6,9 euro. Gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Promozione completa da Banca Akros, che ha aumentato da 6,25 euro a 7,5 euro il target price su CNH Industrial; gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano di accumulare le azioni in portafoglio.
Ferrari è scesa dello 0,81% a 39 euro. Nel primo trimestre 2016 il Cavallino Rampante ha registrato ricavi pari a 675 milioni di euro, in crescita dell’8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile è stato invece pari a 78 milioni di euro, in salita del 19% rispetto ai 65 milioni dei primi tre mesi del 2015. Il management ha rivisto al rialzo le previsioni per il 2016. Il gruppo prevede ricavi netti a circa 3 miliardi, e un margine operativo lordo adjusted uguale o superiore a 800 milioni. Il debito netto industriale sarà inferiore o uguale a 730 milioni.

Luxottica ha recuperato il 3,76% a 49,36 euro. Lo scorso venerdì la società ha comunicato di aver chiuso il primo trimestre del 2016 con ricavi per 2,27 miliardi di euro, in aumento del 2,5% rispetto ai 2,21 miliardi realizzati nei primi tre mesi dello scorso anno. A parità di tassi di cambio il giro d’affari sarebbe cresciuto del 3,8%. I vertici di Luxottica hanno confermato le stime per l'intero esercizio. Dopo la diffusione del dato sul fatturato del primo trimestre 2016 gli analisti di Citigroup hanno tagliato da 49 euro a 47,5 euro il target price su Luxottica, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2016/2018; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Per lo stesso motivo Equita sim ha limato da 52 euro a 51 euro il prezzo obiettivo su Luxottica, ribadendo l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Bryan Garnier, invece, ha iniziato la copertura sulla società con un target price di 61 euro e l’indicazione di acquisto delle azioni.
Sempre Bryan Garnier ha iniziato la copertura su Moncler (+2,97% a 14,58 euro) con un prezzo obiettivo di 17 euro e un rating “Buy” (acquistare), sulle prospettive di un miglioramento del settore del lusso nel triennio 2016/2018.

Prysmian ha ceduto lo 0,53% a 20,48 euro. Gli analisti di Mediobanca hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo sulla società, portandolo da 21,8 euro a 22,5 euro, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione per il 2017; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 28 aprile Norges Bank ha incrementato la partecipazione detenuta nel capitale di Prysmian, portandola dal 2,925% al 3,627%. La Commissione ha precisato che l’1,447% è senza diritto di voto.

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