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Piazza Affari la migliore in Europa. In calo Unicredit

L’istituto ha ufficializzato le caratteristiche dell’aumento che partirà il 6 febbraio: il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni incorpora uno sconto del 38%. Vendite sul titolo. Bene Ferrari dopo i conti 2016

di Edoardo Fagnani 2 feb 2017 ore 17:42

Ha chiuso in territorio positivo Piazza Affari, la migliore tra le principali borse europee. Il rialzo, che per il FTSEMib aveva raggiunto il punto e mezzo percentuale, si è però un po' ridimensionato nel pomeriggio quando sono peggiorati alcuni titoli del comparto bancario. In rosso Unicredit il giorno dopo la presentazione delle principali caratteristiche dell'aumento di capitale (Aumento capitale Unicredit: le condizioni). Bene Ferrari dopo i conti 2016. In buon rialzo anche Generali. Balzo di CNH e STM.

Intanto mercoledì sera, come nelle attese, nella prima riunione del 2017 la FED non ha modificato la propria politica monetaria. La banca centrale statunitense ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fissato in un intervallo compreso tra lo 0,5% e lo 0,75%. Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per il Nord America di State Street Global Markets, ha segnalato che Il mercato attualmente attribuisce circa il 25% di probabilità ad un aumento dei tassi a marzo. “Sebbene una mossa a marzo sia ancora possibile nel caso in cui l’ inflazione globale e le aspettative di inflazione aumentassero in modo sostanziale nelle prossime settimane, attualmente sembra che il meeting di giugno rappresenti l’occasione più probabile per il prossimo aumento dei tassi”, ha precisato lo strategist.

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato rialzi inferiori al punto percentuale. Il FTSEMib ha guadagnato lo 0,79% a 18.889 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 18.699 punti e un massimo di 19.053 punti. Il FTSE Italia All Share è salito dello 0,7%. Segno più, ma molto più contenuto, anche il FTSE Italia Mid Cap (+0,12%) e il FTSE Italia Star (+0,12%).

Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,44 miliardi di euro, rispetto ai 2,5 miliardi di ieri; oggi sono passate di mano 664.175.454 azioni (692.579.481 azioni nella seduta di ieri). Su 341 titoli trattati, 159 hanno registrato un rialzo, mentre le performance negative sono state 171; invariate le rimanenti 11 azioni.

L’euro ha superato gli 1,08 dollari.

 

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Banche sempre protagoniste.

Mattina volatile per Unicredit che perà nel corso delle ore si è stabilizzata al rialzo. Il titolo dell’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier ha perso l'1,65% a 26,16 euro. L’istituto ha ufficializzato le caratteristiche dell’aumento di capitale che partirà il 6 febbraio. L’operazione prevede l’emissione di massime 1.606.876.817 nuove azioni ordinarie a un prezzo unitario di 8,09 euro, nel rapporto di opzione di 13 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 5 azioni ordinarie e/o di risparmio possedute. Il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni ordinarie incorpora uno sconto del 38% circa rispetto al prezzo teorico ex diritto (Theoretical Ex Right Price o TERP) delle azioni ordinarie Unicredit, calcolato secondo le metodologie correnti, sulla base del prezzo ufficiale di borsa del 1° febbraio 2017 (26,6 euro). Il controvalore massimo dell’operazione sarà di circa 13 miliardi di euro. il CdA ha anche dato il via libera all’operazione di cartolarizzazione di sofferenze per un ammontare di 17,7 miliardi di euro. Intanto, Il Sole24Ore ha analizzato le mosse delle fondazioni azioniste di Unicredit nell’ambito dell’aumento di capitale della banca. Fondazione CRT avrebbe già deliberato una sottoscrizione fino all’intera quota, intorno al 2,3% e ora dovrà decidere se attuarla fino in fondo. Per CariVerona la partita è invece più aperta e non può essere data per scontata un’adesione totalitaria per il suo 2,2%. Secondo il quotidiano economico le fondazioni emiliane, invece, avrebbero le mani legate: con il protocollo Acri-Mef che impedisce di concentrare in un solo asset oltre il 33% del patrimonio, Fondazione CrModena e soprattutto Monte di Bologna sono sul filo di lana, e così per la holding comune, Carimonte, ci sarà probabilmente da alleggerire l’1,88% posseduto fino a pochi mesi fa, che in assemblea risultava già sceso allo 0,744%. Inoltre, gli analisti di HSBC hanno tagliato da 28,6 euro a 27,2 euro il prezzo obiettivo su Unicredit; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Indicazione simile da Banca Akros, che ha ridotto da 37 euro a 32 euro il target price sull’istituto, sulla base delle caratteristiche delle nuove azioni che saranno emesse in occasione dell’aumento di capitale; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

In lieve calo il BancoBPM; il titolo è sceso dello 0,15% a 2,656 euro. MF ha scritto che nei conti che saranno approvati venerdì 10 febbraio l’istituto potrebbe focalizzarsi sulla messa in sicurezza dei crediti deteriorati. In particolare, la copertura sulle sofferenze (cioè il rapporto tra le rettifiche e il valore lordo dei crediti) dovrebbe essere portata al 60%, obiettivo che il piano prevedeva entro il 2019. La decisione sarebbe stata presa nei giorni scorsi, anche alla luce della recente cessione di un portafoglio di natura chirografaria da 641 milioni.

Creval ha ceduto il 9,81% a 0,442 euro. Gli analisti di Banca Akros hanno peggiorato il giudizio sull’istituto e ora consigliano di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio, in seguito al rialzo registrato dal titolo negli ultimi due mesi; gli esperti hanno fissato un prezzo obiettivo di 0,4 euro.

In rosso UBI Banca che ha perso l'1,47% a 3,228 euro. Gli analisti di Deutsche hanno alzato da 3,1 euro a 3,5 euro il target price sull’istituto, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.

 

Bene Generali; il titolo della compagnia triestina è salito dell'1,77% a 14,94 euro. Gli operatori collegano il rialzo alle indiscrezioni relative a un’offerta in carta e contanti da IntesaSanpaolo (-0,91% a 2,18 euro), che potrebbe valorizzare il Leone di Triste 17 euro per azione. I vertici dell’istituto hanno smentito che il consiglio di amministrazione in agenda nelle prossime ore possa esaminare l’offerta su Generali.

 

Mediamente bene gli energetici.

Dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che dallo scorso 30 gennaio BlackRock, tramite le sue controllate, deteneva una quota del 5,054% del capitale di Enel (+0,52% a 3,886 euro). In precedenza il colosso americano non aveva obblighi informativi

ENI è salita dello 0,21% a 14,16 euro. Gli analisti di Equita sim hanno aumentato da 15,5 euro a 16,5 euro il prezzo obiettivo sul Cane a sei zampe, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per il 2017; gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.

Secondo quanto emerge dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti dallo scorso 30 gennaio Lazard Asset Management deteneva una quota del 5,083% del capitale di Italgas (+2,99% a 3,652 euro). In precedenza il colosso americano non aveva obblighi informativi e non aveva, quindi una quota almeno significativa nel capitale della società del gas.

 

Fiat Chrysler Automobiles ha registrato un minimo rialzo dello 0,2% a 10,13 euro. Il Ministero dei Trasporti ha comunicato che nel mese di novembre in Italia sono state immatricolate circa 172mila vetture, il 10,1% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo Federauto questa sorprendente apertura d’anno infonde ottimismo, ma prima di trarre delle indicazioni valide bisognerà aspettare almeno la chiusura del primo trimestre. Fiat Chrysler Automobiles ha fatto meglio del mercato. Lo scorso mese il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha venduto in Italia oltre 50mila vetture, in aumento del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Di conseguenza, la quota di mercato di Fiat Chrysler Automobiles in Italia si è attestata al 29,3%. Intanto, gli analisti di Jp Morgan hanno alzato da 8,5 euro a 10 euro il prezzo obiettivo su Fiat Chrysler Automobiles, segnalando che il dato sull’indebitamento a fine 2016 è stato migliore delle attese; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale” anche se hanno limato le stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018.

Molto bene Ferrari (+3,73% a 59,75 euro). Il Cavallino (Ferrari chiude un 2016 record) ha chiuso il 2016 con ricavi pari a 3,1 miliardi di euro, in salita del 9% rispetto al 2015. Il gruppo ha consegnato più di 8mila vetture, con un aumento annuo di 350 unità, il 4,6%. Il margine operativo lordo adjusted è stato pari a 880 milioni, in rialzo del 18% su base annua mentre il reddito operativo adjusted è stato pari a 632 milioni di euro, in progresso del 34% rispetto al 2015.
L’ultima riga del conto economico ha evidenziato un utile netto adjusted in aumento del 37,1% a 425 milioni di euro. L’utile netto adjusted per azione è salito in 12 mesi da 1,63 euro a 2,25 euro. Il board proporrà all’assemblea dei soci di approvare un dividendo pari a 0,635 per azione ordinaria, corrispondente alla distribuzione complessiva agli azionisti di circa 120 milioni di euro.

Balzo di CNH Industrial (+5,39% a 8,61 euro).

 

Tra i titoli a maggior capitalizzazione da segnalare il balzo di STM (+5% a 13,23 euro).

 

Mediaset ha guadagnato lo 0,76% a 3,96 euro. Gli analisti di Mediobanca hanno alzato da 4,09 euro a 4,2 euro il target price sul gruppo del Biscione, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione dell’azienda; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

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