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Piazza Affari, un minimo rialzo per il FTSEMib

Hanno prevalzo i rialzi i bancari, dopo i pesanti ribassi di ieri: spiccano i progressi messi a segno dal Banco Popolare e da MPS. Chiusura negativa per Generali. In forte rialzo Ferragamo

di Edoardo Fagnani 18 mar 2016 ore 17:50

Borsa Italiana e le principali piazze europee hanno chiuso in territorio positivo l’ultima seduta della settimana. Oggi è stata giornata di scadenze tecniche; sono arrivati a termine i future e i contratti di opzione sulle azioni e sugli indici datati marzo 2016. Il valore di regolamento del FTSEMib è stato fissato a 18.717 punti. Hanno prevalso (di poco) i rialzi tra i bancari, dopo i pesanti ribassi subiti ieri: spiccano i buoni rialzi messi a segno dal Banco Popolare e da MPS. Chiusura negativa per Generali, nel giorno della diffusione dei risultati dell’esercizio 2015. In forte rialzo Salvatore Ferragamo.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato progressi minimi. Il FTSEMib è salito dello 0,02% a 18.611 punti (minimo di 18.468 punti, massimo di 18.768 punti), anche se ha terminato la settimana con un ribasso dell’1,98%. Il FTSE Italia All Share ha messo a segno un rialzo dello 0,13%. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+0,84%) e il FTSE Italia Star (+0,58%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 3,64 miliardi di euro, rispetto ai 3,43 miliardi di ieri. Su 320 titoli trattati, 193 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 112. Invariate le restanti 15 azioni.  
L’euro è tornato sotto gli 1,13 dollari.  

CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIB

mercato4_4Hanno prevalso (di poco) i rialzi tra i bancari, dopo i pesanti ribassi subiti ieri.
Chiusura positiva per il Banco Popolare (+2,47% a 6,845 euro), alla vigilia dell’assemblea degli azionisti. Oggi, su decisione della Consob, erano vietate le vendite allo scoperto sul titolo. Inoltre, Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla stessa commissione si apprende che il 17 marzo Marshall Wace ha ridotto lo “short” sul Banco Popolare, portandolo dallo 0,72% allo 0,67%. Intanto, l’istituto e la Popolare di Milano (-0,52% a 0,6675 euro) hanno comunicato che nel contesto di interlocuzioni preliminari con la BCE in merito a una potenziale operazione di aggregazione, i due istituti hanno ricevuto dalla banca centrale una comunicazione avente ad oggetto la potenziale operazione. Con questa comunicazione, la BCE ha richiesto alle parti di trasmettere alla stessa entro un mese un piano industriale pluriennale, oltre alla bozza dello statuto della società risultante dalla potenziale operazione di fusione. La BCE ha evidenziato che, qualora fosse realizzata l'operazione, la società risultante dalla fusione, che diverrebbe la terza banca italiana, dovrebbe avere sin dall'inizio una forte posizione in termini di capitale e qualità degli asset, anche per il tramite di appropriate "capital action".
La Popolare dell’Emilia Romagna ha guadagnato l’1,11% a 4,722 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 15 marzo Norges Bank ha incrementato la partecipazione detenuta nell’istituto, portandola dal 2,045% al 2,052%. La commissione ha precisato che lo 0,049% è senza diritto di voto.
Molto bene anche il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha terminato la giornata conn un rialzo del 3,93% a 0,5955 euro.
Chiusura negativa, invece, per IntesaSanpaolo (-1,11% a 2,492 euro) e Unicredit ( -1,76% a 3,684 euro).
Anima Holding è balzata del 3,64% a 6,54 euro. La compagnia ha chiuso il 2015 con un utile netto normalizzato di 150,5 milioni di euro, circa il 36% in più rispetto ai 110,5 milioni dell’esercizio precedente. Il consiglio di amministrazione proporrà la distribuzione di un dividendo di 0,25 per azione.

Chiusura positiva per Saipem. La società di ingegneristica ha guadagnato l’1,53% a 0,3794 euro. Gli analisti di Citigroup hanno tagliato da 0,6 euro a 0,52 euro il target price sulla società; tuttavia, gli esperti hanno migliorato il giudizio sull’azienda e ora consigliano l’acquisto delle azioni.
Discreto progresso per ENI (+0,88% a 13,73 euro). Ieri il Cane a sei zampe ha comunicato i risultati definitivi del 2015, esercizio chiuso con ricavi pari a 67,74 miliardi di euro, in calo rispetto ai 93,19 miliardi dell’anno precedente. Il risultato netto di competenza degli azionisti ENI è stato così in rosso per 8,78 miliardi di euro, in peggioramento rispetto all’utile di 1,29 miliardi dell’anno precedente. Il risultato finale delle continuing operations ha evidenziato un passivo di 7,68 miliardi di euro. Intanto, ENI ha presentato il nuovo piano strategico per il periodo 2016/2019. Nel quadro del processo di trasformazione, il Cane a sei zampe ha intenzione di confermare un dividendo per il 2016 di 0,8 euro per azione interamente pagato per cassa. La politica di distribuzione del dividendo sarà progressiva, in linea con la crescita degli utili e con la variabilità dello scenario.

Enel ha perso lo 0,36% a 3,916 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 9 marzo BlackRock è diventato uno dei maggiori azionisti del colosso elettrico con una quota del 5,038% del capitale. La commissione ha precisato che lo 0,01% è senza diritto di voto.

Snam ha guadagnato lo 0,87% a 5,22 euro. HSBC ha alzato da 5,2 euro a 5,3 euro il target price sulla società, dopo la diffusione dei risultati di bilancio; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Indicazione simile da RBC Capital, che ha aumentato da 5,25 euro a 5,5 euro il target price su Snam; gli analisti hanno ribadito il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).

Telecom Italia è scesa dello 0,3% a 1,01 euro. Ieri la compagnia telefonica ha comunicato i risultati definitivi del 2015, esercizio chiuso con ricavi per 19,72 miliardi di euro, in flessione dell’8,6% rispetto ai 21,5 miliardi ottenuti l’anno precedente. Il risultato finale è stato negativo per 72 milioni di euro, rispetto all’utile di 1,35 miliardi contabilizzato nel 2014. Il risultato ha risentito dell’impatto negativo delle operazioni di riacquisto delle obbligazioni proprie effettuate nella prima parte dell’anno, oltre a oneri netti non ricorrenti e ad alcune partite aventi natura meramente valutativa e contabile che non generano alcuna regolazione finanziaria, connesse in particolare alla valutazione al fair value dell’opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria emesso a fine 2013. In assenza di questi impatti l’utile dell’esercizio 2015 sarebbe risultato di circa 1,4 miliardi di euro. A fine 2015 l’indebitamento netto di Telecom Italia era salito a 27,28 miliardi di euro, rispetto ai 26,65 miliardi di inizio anno. Nel 2015 gli investimenti industriali sono cresciuti a 5,2 miliardi di euro, mentre il flusso di cassa dalle attività operative è stato di 1,97 miliardi di euro. Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha proposto la distribuzione di un dividendo 2016, relativo all’esercizio 2015, alle sole azioni di risparmio, per un ammontare di 0,0275 euro per azione.

Generali ha ceduto l’1,66% a 13,65 euro. La compagnia triestina ha comunicato i risultati del 2015, esercizio chiuso con un utile netto di 2 miliardi di euro, in aumento del 21,6% rispetto agli 1,7 miliardi contabilizzati l’anno precedente. Il risultato operativo è aumentato del 6,1%, raggiungendo i 4,8 miliardi di euro. L’Economic Solvency ratio è salito al 202%. Il management ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,72 euro per azione, per un ammontare complessivo di 1,12 miliardi di euro. Intanto, il consiglio di amministrazione di Generali ha cooptato Philippe Donnet, conferendogli deleghe esecutive e nominandolo amministratore delegato.

Salvatore Ferragamo ha terminato la giornata con un rialzo del 3,05% a 22,65 euro. La società ha chiuso il 2015 con ricavi pari a 1,43 miliardi di euro, in aumento del 7,4% a tassi di cambio correnti rispetto agli 1,33 miliardi registrati nell’esercizio precedenti. A cambi costanti la crescita dei ricavi sarebbe stata pari all’1,4%. L’utile netto di pertinenza del gruppo è risultato pari a 173 milioni di euro rispetto a 157 milioni registrati nel 2014, segnando un incremento del 10%. Il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a euro 0,46 per azione. Non si sono fatte attendere le indicazioni delle banche d’affari su Salvatore Ferragamo dopo i dati di bilancio. Gli analisti di Goldman Sachs hanno aumentato da 29,5 euro a 30,8 euro il target price sull’azienda, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per il biennio 2016/2017; gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Per lo stesso motivo Kepler Cheuvreux ha incrementato da 20,5 euro a 22 euro il prezzo obiettivo su Salvatore Ferragamo, ribadendo l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Il Credit Suisse ha ritoccato al rialzo le stime sull’utile per azione per il triennio 2016/2018; gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato) e il target price di 24 euro.

Finmeccanica è salita del 3,62% a 11,17 euro. Gli analisti di Société Générale hanno migliorato il giudizio sulla società aerospaziale e ora consigliano di acquistare le azioni, sulla base di un target price di 14 euro.

Atlantia ha guadagnato lo 0,21% a 24,27 euro. Gli analisti di Société Générale hanno alzato da 26,3 euro a 28 euro il target price sulla concessionaria autostradale; gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano di acquistare le azioni.

 

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