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FTSEMib in rosso: venerdì nero per ENI!

Le vendite sul Cane a sei zampe sono scattate dopo la presentazione del nuovo piano industriale. Seduta negativa per il Monte dei Paschi di Siena. Tonfo di CTI Biopharma

di Edoardo Fagnani 13 mar 2015 ore 17:47

Piazza Affari e le principali borse europee hanno registrato variazioni frazionali nell’ultima seduta della settimana. La Banca d’Italia ha comunicato che a gennaio 2015 il debito pubblico italiano è risalito a 2.166 miliardi di euro, rispetto ai 2.134 miliardi di fine dicembre. Tonfo di ENI, dopo la presentazione del nuovo piano industriale. Salvatore Ferragamo e Tod’s protagoniste (nel bene e nel male) nella seduta odierna. Tra i bancari si segnala il calo subito dal Monte dei Paschi di Siena. Buona performance per Fiat Chrysler Automobiles. Pesante ribasso, invece, per CTI Biopharma, dopo la diffusione dei risultati di bilancio.
Il FTSEMib ha ceduto lo 0,42% a 22.714 punti, anche se ha terminato la settimana con un rialzo dell’1,24%. In rosso anche il FTSE Italia All Share, che ha registrato un calo dello 0,3% a 24.249 punti. Performance positive, invece, per il FTSE Italia Mid Cap (+0,67%) e il FTSE Italia Star (+1,01%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è balzato a 4,23 miliardi di euro, rispetto ai 3,81 miliardi di ieri. Su 338 titoli trattati, 148 hanno terminato la giornata con un progresso, mentre le performance negative sono state 166. Invariate le restanti 24 azioni.
L’euro è sceso a 1,055 dollari. L’oro si è confermato a 1.150 dollari.

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mercato_rosso3Male i petroliferi, dopo che a New York il prezzo del greggio è sceso a 45,5 dollari al barile.
ENI ha registrato un tonfo del 4,59% a 15,58 euro, dopo la presentazione del nuovo piano industriale. Il Cane a sei zampe, che ha basato le sue stime su un prezzo del brent di 55 dollari al barile, ha ufficializzato che intende proporre un dividendo 2015, in pagamento nel 2016, di 0,8 euro per azione. La politica di distribuzione sarà progressiva in relazione alla crescita dei risultati attesi. Il piano di buy back è invece sospeso e la sua riattivazione sarà valutata quando i progressi strategici e lo scenario di mercato lo consentiranno.
Segno meno anche per Saipem (-5,78% a 9,045 euro) e Tenaris (-3,06% a 12,69 euro).
Snam è scesa dello 0,88% a 4,496 euro. Gli analisti di Citigroup hanno alzato da 4,4 euro a 5 euro il target price sulla società, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il triennio 2015/2017. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Sulla stessa lunghezza d’onda UBS, che ha portato da 4,25 euro a 4,65 euro il target price sulla società. Gli esperti della banca svizzera hanno confermato il giudizio “Neutrale”.
A2A ha guadagnato il 2,14% a 0,9525 euro. Gli analisti di Equita sim hanno alzato da un euro a 1,08 euro il prezzo obiettivo sulla società lombarda. Gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto delle azioni.

Salvatore Ferragamo ha guadagnato lo 0,49% a 28,66 euro. Nell’esercizio 2014 la società ha realizzato ricavi pari a 1,33 miliardi di euro, in aumento del 5,9% rispetto agli 1,26 miliardi di euro del 2013. L'utile netto è stato pari a 157 milioni di euro, dai 150 milioni registrati nel 2013. Il consiglio di amministrazione proporrà all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 0,42 euro per azione. Nel corso della conference call a commento dei risultati di bilancio i vertici di Salvatore Ferragamo hanno dichiarato che i target fissati dagli analisti per il 2015 sono raggiungibili. Le stime degli esperti indicano una crescita del fatturato del 10% e una marginalità di poco superiore al 22%, anche se il dato sui ricavi sarà influenzato dall’andamento dei tassi di cambio. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti su Salvatore Ferragamo dopo la diffusione dei dati di bilancio. Barclays ha alzato da 29 euro a 32 euro il target price sulla società, confermando il giudizio “Overweight” (sovrappesare). Indicazione simile da Banca Akros, che ha aumentato da 26 euro a 30 euro per azione la valutazione su Salvatore Ferragamo, ribadendo l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio. Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim, che ha alzato a 31,5 euro il target price sulla società e ha ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Société Générale ha aumentato da 23,5 euro a 24,5 euro il prezzo obiettivo sull’azienda, anche se ha confermato l’indicazione di vendita delle azioni. Deutsche Bank ha aumentato da 22 euro a 25,5 euro il target price sulla società.
Chiusura decisamente negativa, invece, per Tod’s (-6,27% a 91,25 euro). La società ha chiuso il 2014 con un fatturato pari a 965,5 milioni di euro, un risultato sostanzialmente allineato (-0,2%) al dato dell’anno precedente. L'utile netto è stato pari a 97,1 milioni di euro, in flessione rispetto ai 133,8 milioni del 2013. Il board ha deciso di proporre un dividendo per azione pari a 2 euro. Nel corso della conference call a commento dei risultati di bilancio i vertici di Tod’s hanno dichiarato che i target fissati dagli analisti per il 2015 sono raggiungibili. Le stime degli esperti indicano una crescita del fatturato del 5,5% e una marginalità del 20,3%. Dopo la diffusione dei risultati del 2014 gli analisti di Barclays hanno tagliato le stime sull’utile per azione di Tod’s per il biennio 2015/2016. Gli esperti hanno confermato il target price di 67 euro e il giudizio “Underweight” (sottopesare). Al contrario, Kepler Cheuvreux ed Equita sim hanno alzato a 77 euro e a 87 euro il prezzo obiettivo sulla società, anche se hanno confermato l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio.

Focus ancora sulle popolari. La Popolare di Milano è sceso dello 0,16% a 0,9455 euro. Gli analisti di Barclays hanno alzato da 0,6 euro a 0,9 euro il target price sull’istituto, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione dell’esercizio in corso. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Equalweight” (neutrale). La stessa banca d’affari ha incrementato il prezzo obiettivo sul Banco Popolare (-0,28% a 14,14 euro) e su UBI Banca (-0,21% a 7,075 euro), portandolo rispettivamente a 10,4 euro e a 9,7 euro. Gli esperti hanno confermato il rating “Underweight” (sottopesare) e “Overweight” (sovrappesare) sui due istituti.
Seduta negativa per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha registrato un calo del 2,89% a 0,5875 euro. Gli analisti di Barclays hanno tagliato da 0,4 euro a 0,3 euro il target price sulla banca senese, in seguito alla riduzione della stima sull’utile per azione per l’esercizio in corso. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight”.
Unicredit è scesa dello 0,4% a 6,205 euro. Il management dell'istituto proporrà per l'esercizio finanziario 2014 il pagamento di un dividendo da riserve di utili di 0,12 euro per azione ordinaria e di risparmio, mediante attribuzione di azioni di nuova emissione oppure, su specifica richiesta degli azionisti, mediante versamento in contanti. L'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha dichiarato a margine del workshop Ambrosetti che l'istituto non ha in programma alcun aumento di capitale e che ha scelto di rafforzare il proprio patrimonio in un altro modo, con strumenti diversi dalla ricapitalizzazione. Intanto, gli analisti di Barclays hanno alzato da 6,7 euro a 7,6 euro il target price su Unicredit, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il biennio 2015/2016. La stessa banca d’affari ha incrementato da 2,6 euro a 3 euro il prezzo obiettivo su IntesaSanpaolo (+0,26% a 3,048 euro), sulla base della forte solidità patrimoniale dell’istituto. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Overweight” su entrambe le banche.
Azimut è salita del 3,01% a 25,34 euro. Dopo la diffusione dei risultati di bilancio, Banca Akros ha aumentato da 23 euro a 26,5 euro per azione la valutazione sulla compagnia, ribadendo l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio.

Fiat Chrysler Automobiles è salita del 4,63% a 15,6 euro. La Repubblica ha riportato le dichiarazioni rilasciate da Sergio Marchionne a Ginevra sul futuro dell’azienda. Il manager non ha escluso un matrimonio con General Motors, che farebbe nascere il gruppo automobilistico più grande del mondo con più di 15 milioni di auto vendute. L'ipotesi - insieme a quella di un'alleanza con Ford - è stata definita da Sergio Marchionne "tecnicamente possibile".

Autogrill ha perso l’1,3% a 8,705 euro. La società di ristorazione ha sottoscritto un nuovo contratto di finanziamento del valore complessivo di 600 milioni di euro. Il nuovo finanziamento è articolato in una linea term amortizing e una linea revolving, rispettivamente di 200 milioni di euro e 400 milioni di euro, entrambe con scadenza a marzo 2020. Intanto, gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato da 7,8 euro a 9 euro il target price su Autogrill, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per i prossimi trimestri. Tuttavia, gli esperti hanno peggiorato da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere). Inoltre, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 10 marzo FIL Limited ha ridotto la partecipazione detenuta nel capitale di Autogrill, portandola dal 2,05% all’1,965%.

Campari invariata a 6,465 euro. Gli analisti di Société Générale hanno alzato da 6,3 euro a 7,3 euro il target price sulla società. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Barclays, invece, ha ritoccato al rialzo la valutazione su Campari, portandola da 5 euro a 5,5 euro per azione.

Pirelli è salita dell’1,85% a 14,87 euro. Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato da 14,5 euro a 15,5 euro il target price sul gruppo della Bicocca. Tuttavia, gli esperti hanno peggiorato da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere).

STM ha recuperato l’1,68% a 8,78 euro. Gli analisti di Equita sim hanno alzato a 9 euro il target price sulla società italofrancese, in seguito alla revisione delle stime per i prossimi trimestri. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere).

Balzo di Engineering (+7,58% a 53,25 euro), dopo la diffusione del bilancio del 2014. La società informatica ha chiuso lo scorso anno con un utile netto di 42,7 milioni di euro, da confrontarsi con i 19,8 milioni di euro dell’esercizio precedente.

CTI Biopharma ha subito un tonfo del 21,7% a 1,91 euro. La società biotech ha chiuso il 2014 con ricavi per 60,08 milioni di dollari, rispetto ai 34,68 milioni contabilizzati nell'esercizio precedente. Lo scorso anno CTI Biopharma ha contabilizzato una perdita netta di 95,99 milioni di dollari, cifra che si confronta con i 49,64 milioni del 2013. Il management si aspetta che il fatturato totale nel 2015 si attesterà approssimativamente tra 50 e 55 milioni di dollari, mentre la perdita operativa adjusted sarà di circa 75-85 milioni di dollari, non tenendo conto delle spese relative a forme di remunerazione non monetaria, di natura azionaria.

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