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Il FTSEMib crolla sotto i 16mila punti. Affonda UBI Banca

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi superiori al 5%, azzerando il rimbalzo realizzato nella seduta del 10 febbraio. Tonfo anche di Saipem

di Edoardo Fagnani 11 feb 2016 ore 17:55

Piazza Affari e le principali borse europee in forte ribasso nella seduta odierna. In forte aumento lo spread tra il Btp e il Bund con scadenza a 10 anni; la differenza di rendimento tra il titolo italiano e quello tedesco ha superato i 160 punti. Intanto, in mattinata il Tesoro ha collocato tre Btp per un ammontare di 5,5 miliardi di euro; il rendimento del titolo con scadenza a sette anni è tornato oltre l’1%. Giovedì nero per i bancari: spiccano i ribassi subiti da UBI Banca e dal Monte dei Paschi di Siena. Calo a due cifre per Saipem, nel giorno in cui è terminato l’aumento di capitale.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi superiori al 5%, azzerando il rimbalzo realizzato nella seduta del 10 febbraio. Il FTSEMib ha perso il 5,63% a 15.773 punti, il minimo di giornata (massimo giornaliero fissato a 16.478 punti). Male anche il FTSE Italia All Share che ha ceduto il 5,17%. In ribasso di oltre il 2% il FTSE Italia Mid Cap (-2,43%) e il FTSE Italia Star (-2,62%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 3,47 miliardi di euro, rispetto ai 3,55 miliardi di ieri. Su 336 titoli trattati, 292 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 37. Invariate le rimanenti sette azioni.
L’euro è salito a 1,135 dollari. L’oro è balzato a 1.250 dollari.

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mercato5_2Sono tornate le vendite sui bancari.
Pesante ribasso per UBI Banca (-12,1% a 2,976 euro). L’istituto ha chiuso il 2015 con un utile al netto delle poste non ricorrenti pari a 195,1 milioni di euro, in crescita del 33,2% rispetto all’esercizio precedente. A fine 2015 lo stock di crediti deteriorati lordi si è attestato a 13,43 miliardi di euro in riduzione dell’1,6% rispetto ai 13,65 miliardi del settembre 2015 (13,05 miliardi a dicembre 2014). La copertura del totale crediti deteriorati ammonta al 27,9%. Il management ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,11 euro per azione. A margine della presentazione dei conti 2015 il numero uno di UBI Banca, Victor Massiah, ha dichiarato che l'istituto esclude, al momento, la possibilità di una fusione con Monte dei Paschi di Siena, in quanto in questa fase di mercato "non ci sarebbero le condizioni".
Mediobanca ha lasciato sul terreno il 5,27% a 5,755 euro. L’istituto di Piazzetta Cuccia ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2015/2016 (l’istituto chiude il bilancio il 30 giugno) con un utile netto di 321,1 milioni di euro, in aumento del 23,2% rispetto ai 260,6 milioni contabilizzati nello stesso periodo dello scorso esercizio. A fine dicembre le attività deteriorate nette sono diminuite da 1,15 miliardi a 1,08 miliardi di euro (-6,7%), mentre l’incidenza sul totale degli impieghi si è ridotta al 3,3% (3,5%) con un tasso di copertura invariato al 53%. Nel corso della conference call a commento dei risultati semestrali, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha segnalato che l’istituto potrebbe incrementare il dividendo nel caso i risultati dell’intero esercizio confermassero il trend della prima metà del 2015/2016. L’obiettivo dell’istituto è quello di distribuire agli azionisti il 40% dell’utile realizzato.
Intonazione negativa anche per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha registrato un ribasso del 9,88% a 0,4844 euro. Gli analisti di Berenberg hanno tagliato il prezzo obiettivo sulla banca senese, portandolo da 1,1 euro a 0,5 euro, segnalando alcune preoccupazioni sulla qualità dell’attivo dell’istituto; gli esperti hanno confermato l’indicazione di vendita delle azioni. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 10 febbraio Marshall Wace ha ridotto la posizione corta sul Monte dei Paschi di Siena, portandola dallo 0,66% allo 0,44%. Lo stesso giorno AQR Capital Management ha incrementato dall’1,02% all’1,11% lo “short” sull’istituto senese.
Anche Unicredit (-7,03% a 2,882 euro) e IntesaSanpaolo (-6,84% a 2,288 euro) si sono adeguate al trend del mercato.
In forte ribasso anche la Popolare dell’Emilia Romagna (-9,59% a 3,754 euro) e Banca Carige (-7,52% a 0,443 euro). In giornata si sono riuniti i vertici dei due istituti per l’esame dei risultati dell’esercizio 2015. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 10 febbraio Marshall Wace ha incrementato la posizione corta su Banca Carige, portandola dall’1,3% all’1,63%.

Saipem in forte ribasso, nel giorno di chiusura dell’aumento di capitale. Il titolo della società di ingegneristica ha ceduto il 12% a 0,3185 euro. L'agenzia Moody's ha messo sotto osservazione il rating 'Baa3' sul debito a lungo termine di Saipem in vista di un possibile peggioramento. Gli esperti hanno motivato questa decisione con il peggioramento dello scenario di riferimento, dovuto al forte ribasso subito dal prezzo del petrolio. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 10 febbraio CapeView Capital ha aperto una posizione corta su Saipem, pari allo 0,87%. Lo stesso giorno Jane Street Group ha incrementato dallo 0,95% all’1,01% lo “short” sulla società di ingegneristica. Al contrario, l’11 febbraio Parus Finance (UK) Limited ha ridotto dallo 0,52% allo 0,02% lo “short” su Saipem.
Enel in forte calo (-3,63% a 3,398 euro). Gli analisti di Berenberg hanno tagliato il prezzo obiettivo sul colosso elettrico, portandolo da 4,6 euro a 4 euro, in seguito al calo dei prezzi dell’energia; tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.
A2A ha guadagnato lo 0,83% a 0,9765 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno tagliato da 1,52 euro a 1,26 euro il target price sulla società lombarda; tuttavia, gli esperti hanno migliorato il giudizio sull’azienda e ora consigliano di acquistare le azioni, in seguito al calo subito dal titolo nelle ultime sedute.

Fiat Chrysler Automobiles ha lasciato sul terreno il 5,15% a 5,25 euro. Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 10 febbraio ODEY Asset Management ha ridotto la posizione corta sulla società automobilistica, portandola dallo 0,89% allo 0,51%.
EXOR è scesa del 2,37% a 24,76 euro. Gli analisti di Equita sim hanno tagliato il prezzo obiettivo sulla holding di casa Agnelli, portandolo a 33 euro, in seguito alla revisione della valutazione delle attività in portafoglio; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.

Poste Italiane ha ceduto il 4,33% a 5,41 euro. Gli analisti di Goldman Sachs hanno migliorato il giudizio sulla società guidata da Francesco Caio e ora consigliano l’acquisto delle azioni, in seguito al recente ribasso subito dal titolo; gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 7,8 euro.

Buzzi Unicem ha perso il 6,76% a 12,27 euro. Dopo la diffusione dei risultati preliminari del 2015 gli analisti di Banca Akros hanno ridotto da 18,5 euro a 17,5 euro il target price sulla società, in seguito alla modifica delle stime sui tassi di cambio; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio.

 

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