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Banche protagoniste di giornata: balzo di BPM (+6,5%)

di Edoardo Fagnani 11 nov 2015 ore 17:50 Le news sul tuo Smartphone

Anche i bancari sono stati tra i protagonisti di giornata. Ieri Moody’s ha alzato da "negativo" a "stabile" l’outlook del sistema bancario italiano, sulle prospettive di un miglioramento della redditività nel biennio 2015/2016.  
Segno meno per Unicredit (-0,08% a 5,915 euro). L’istituto ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con un utile netto di 1,5 miliardi di euro, in calo del 16,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato comprende circa 400 milioni di componenti straordinari legate ad alcuni accantonamenti. L'utile netto nel terzo trimestre è stato pari a 507 milioni di euro, in calo del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il dato è stato migliore delle attese degli analisti. A fine settembre 2015 il totale dell’attivo si è attestato a 873,5 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi di euro su base trimestrale. Il CET1 ratio transitional pro-forma si è attestato al 10,53%, in salita di un punto base su base trimestrale.
UBI Banca ha registrato una flessione del 2,47% a 6,515 euro. L’istituto ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con proventi operativi netti a 2,47 miliardi di euro, in diminuzione del 3,5% su base annua rispetto ai 2,56 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Il periodo si è chiuso con un utile netto di 162 milioni, in crescita dell’8,1% rispetto ai 149,8 milioni dei primi nove mesi del 2014. Gli indici patrimoniali a fine settembre 2015 evidenziano un CET 1 ratio “phased in” pari al 13% rispetto al 12,33% di fine 2014. Sempre a fine settembre, gli impieghi verso la clientela ammontavano a 83,8 miliardi di euro.
In rialzo, invece, il Banco Popolare (+3,88% a 13,39 euro). L’istituto ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con un utile netto pari a 349,8 milioni di euro che si contrappone alla perdita di 121,7 milioni registrata nello stesso periodo del 2014. A fine settembre il Common Equity Tier 1 ratio (CET1 ratio), inclusivo dell’utile in corso di formazione dei primi nove mesi, era pari al 12,7%, in crescita rispetto al 12,2% del 30 giugno 2015. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali Kepler Cheuvreux ha migliorato il rating sull’istituto, portandolo da “Reduce” (ridurre) a “Hold” (mantenere), dopo il ribasso subito dal titolo negli ultimi tre mesi; tuttavia gli esperti hanno tagliato da 13,2 euro a 12,8 euro il prezzo obiettivo, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2016/2017. Per lo stesso motivo Banca IMI ha sforbiciato da 17,48 euro a 16,89 euro per azione la valutazione sul Banco Popolare; tuttavia, gli esperti hanno migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto delle azioni. Mediobanca, invece, ha aumentato da 16,8 euro a 16,9 euro il target price sull’istituto, segnalando un miglioramento della qualità dell’attivo. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).
In forte progresso anche la Popolare di Milano (+6,54% a 0,9045 euro). Nei primi nove mesi del 2015 l’istituto ha realizzato un utile netto di 202,05 milioni di euro, in flessione del 7,8% rispetto ai 219,26 milioni ottenuti nello stesso periodo dello scorso anno. Il management della banca ha ricordato che il risultato del 2014 comprendeva la plusvalenza della cessione di una quota di Anima Holding, al netto della quale il risultato netto dei primi nove mesi del 2015 risulterebbe in crescita del 70%. A fine settembre il Common Equity Tier 1 era pari all’11,44%. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali Kepler Cheuvreux ha migliorato il rating sull’istituto, portandolo da “Reduce” (ridurre) a “Hold” (mantenere); inoltre, gli esperti hanno alzato da 0,83 euro a 0,86 euro il prezzo obiettivo, in seguito all’incremento delle stime sull’utile per azione per il triennio 2015/2017. Indicazione simile da Equita sim, che ha alzato da 1,15 euro a 1,16 euro il target price sulla Popolare di Milano, confermando l’indicazione di acquisto delle azioni.

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