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Aumento di capitale Unipol: le indicazioni per i prossimi esercizi

Nel prospetto informativo il management ha ricordato gli obiettivi del piano industriale per il periodo 2012/2015. Prevista una ripresa di redditività del comparto bancario

di Edoardo Fagnani 25 lug 2012 ore 14:54
Nel prospetto informativo che accompagna l’aumento di capitale i vertici di Unipol hanno segnalato che non si rilevano scostamenti significativi con riferimento all’andamento reddituale rispetto a quanto comunicato al mercato lo scorso marzo. In quell’occasione la compagnia aveva comunicato la possibilità di chiudere l’esercizio con un risultato positivo, nell’ordine dei 250 milioni di euro, ante integrazione con Fondiaria-SAI. Tuttavia, in seguito al progetto di fusione con la compagnia assicurativa, che modifica le prospettive reddituali in precedenza elaborate, questo dato previsionale risulta non più attuale. Il completamento del piano di integrazione con Fondiaria-SAI, infatti, inciderà profondamente sulla struttura e sui risultati attesi di Unipol, modificando significativamente le prospettive reddituali elaborate in precedenza.

Sempre nel prospetto informativo il management di Unipol ha ricordato gli obiettivi del piano industriale per il periodo 2012/2015.
Il business plan prevede per il gruppo Unipol un utile netto consolidato per l’esercizio 2015 pari a circa 880 milioni di euro, di cui 821 milioni relativi ad Unipol SAI. Questo obiettivo si basa su alcuni razionali industriali, tra cui la riforma del portafoglio danni ai fini di uno strutturale ritorno a livelli di redditività industriale in linea con quelli attualmente raggiunti dalla sola Unipol e l’incremento dell’efficacia commerciale attraverso una valorizzazione dei marchi e una revisione delle politiche commerciali.
La realizzazione degli obiettivi previsti dal piano industriale, consentirà a Unipol il raggiungimento al 2015 di un requisito di solvibilità corretta stimato pari a 153% in applicazione dell’attuale normativa di riferimento (Solvency I), mentre considerando i benefici ascrivibili ai Regolamenti Isvap si perverrebbe a un valore pari a 169%. Questi requisiti di solvibilità, con riferimento a Unipol SAI, presentano al 2015 valori marginalmente inferiori.
Relativamente, alla posizione dell’indebitamento, Unipol ha assunto nell’orizzonte di piano una diminuzione dagli 4,1 miliardi di euro del 2011 ai 3,3 miliardi al 2015. Quanto agli investimenti previsti a supporto della realizzazione delle azioni del piano industriale, sono stati previsti oneri di integrazione non ripetibili nella misura di complessivi 243 milioni di euro, di cui 228 milioni con impatto a conto economico negli anni di previsione del piano industriale riferibili prevalentemente a oneri per il personale.
Inoltre, Unipol prevede che, nel medio termine, la prospettata aggregazione tra la compagnia e Premafin possa generare sinergie a regime per complessivi 345 milioni di euro, di cui 54 milioni circa ascrivibili a sinergie di ricavo e 291 milioni circa relative a sinergie di costo in parte relativi all’area tecnica e in parte ai costi operativi.

Con riferimento al comparto assicurativo Rami Danni, gli amministratori hanno ipotizzato un miglioramento del Combined Ratio (indicatore che misura l’equilibrio della gestione tecnica danni) di gruppo nell’arco del periodo del piano industriale, che è stimato ridursi dal 104,2% del 2011 al 93,0% nel 2015.
Con riferimento al comparto assicurativo Rami Vita, il management prevede una crescita moderata della raccolta premi, nell’ordine del 3,5% annuo nel periodo 2011/2015. Inoltre, gli amministratori hanno ipotizzato quale obiettivo per il 2015, premi di nuova produzione pari a circa 800 milioni di euro, equivalente a un tasso di crescita medio annuo del 6,5%.
Infine, il piano industriale prevede una ripresa di redditività del comparto bancario con un apporto all’utile netto consolidato, nell’ultimo anno del piano, stimato pari a circa 66 milioni di euro.

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