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Come funziona l’aumento di capitale di Carige

Dopo il Banco Popolare, la Popolare di Milano, il Creval, Monte dei Paschi di Siena e la Popolare di Sondrio tocca all’istituto genovese rafforzare la propria patrimonializzazione. Cosa fare?

di Mauro Introzzi 17 giu 2014 ore 09:56
Lo scritto seguente non intende fornire alcun consiglio d’investimento, ma indicare alcune modalità operative nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale di Banca Carige

Lunedì 16 giugno è partito l’aumento di capitale da 800 milioni di euro di Banca Carige. Dopo il Banco Popolare, la Popolare di Milano, il Creval, Monte dei Paschi di Siena e la Popolare di Sondrio tocca all’istituto genovese rafforzare la propria patrimonializzazione.

Ma come funziona un’operazione di aumento di capitale?
Per semplificare l’operazione proviamo a simularne una, immaginando le possibilità a disposizione di chi era già azionista a inizio aumento di capitale e a chi non lo era.

LEGGI ANCHE: Aumento capitale Carige, caratteristiche dell'operazione

AUMENTO DI CAPITALE CARIGE: COSA FARE SE SEI AZIONISTA

Per gli azionisti di Carige alla data di inizio della ricapitalizzazione la scelta dicotomica a disposizione è tra aderire all’aumento di capitale o meno.

carige4PARTECIPARE ALL'AUMENTO DI CAPITALE CARIGE DA AZIONISTA
Il primo giorno di aumento di capitale (lo scorso lunedì 16 giugno) dal prezzo ufficiale dell’azione è stato “estratto” un diritto (quindi assegnato gratuitamente ai soci), che rappresenta l’opzione per l’azionista di partecipare all’aumento di capitale alle condizioni stabilite (la sottoscrizione di 93 azioni ogni 25 diritti a un prezzo unitario di 0,1 euro). Utilizzando questa opzione (bisogna comunicarlo al proprio istituto bancario) e versando quindi la somma per sottoscrivere le nuove azioni, l’azionista partecipa all’aumento di capitale.
In questo modo la quota del singolo azionista nel capitale dell’istituto non sarà soggetto a diluizione (nel senso che il peso della sua partecipazione in rapporto al totale del capitale non scenderà).

L’AZIONISTA CARIGE CHE NON VUOLE PARTECIPARE
L’azionista che non vuole partecipare all’operazione, invece, può cedere sul mercato i diritti che gli sono stati assegnati, in quanto sono contrattati come fossero una normale azione. A differenza di quest’ultima, però, un diritto scade (l’ultimo giorno di quotazione dei diritti, nell’ambito dell’aumento di capitale di Carige, è venerdì 27 giugno) ed è quindi importante che l’azionista ceda il suo diritto. Meglio non in prossimità degli ultimi giorni di quotazione del diritto stesso. Giornate caratterizzate da grandissima volatilità e quindi foriere di sorprese negative.

carige_1A proposito di diluizione, nel supplemento al prospetto informativo legato all’operazione Carige indica che gli azionisti che decidessero di non sottoscrivere la quota loro spettante, nel caso di mancato integrale esercizio dei diritti di opzione loro spettanti e di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale in opzione, subirebbero una riduzione massima della loro partecipazione, in termini percentuali sul capitale, pari al 78,59%.

All’interno di queste due opzioni (partecipare totalmente o vendere tutti i diritti) esistono poi, naturalmente, delle scelte intermedie, come quelle di vendere alcuni dei diritti e utilizzare la somma incassata per acquistare le nuove azioni, esercitando i diritti rimasti in portafoglio.

Proviamo a chiarire ancora di più il quadro con esempi numerici.

Un investitore che venerdì 13 giugno aveva in carico 10mila azioni di Banca Carige a 1,801 euro si è trovato lunedì mattina con 10mila azioni in carico a 1,564 euro e 10mila diritti a 0,2366 euro.

Questo investitore, ora, potrebbe decidere di:
- partecipare integralmente all’operazione, utilizzando i propri 10mila diritti per sottoscrivere 37.200 azioni di nuova emissione (i 10mila diritti/25 * 93 a un prezzo di 0,1 euro l’una e quindi con una spesa aggiuntiva pari a 3.720 euro);
- vendere tutti i propri diritti, non sottoscrivere l’aumento di capitale e diluire la sua quota nell’azionariato;
- optare per soluzioni intermedie utilizzando un po’ di denaro derivante dalla cessione dei diritti per partecipare all’aumento.

La discriminate, in questi casi, è legata alla fiducia che l’investitore riserva all’azienda e al suo piano di sviluppo.

PARTECIPARE A UN AUMENTO DI CAPITALE DA NON AZIONISTA
Per chi non era azionista di Banca Carige all’avvio dell’aumento di capitale ma che in questi giorni si è convinto della possibilità di diventare un socio della banca appare indifferente (dal punto di vista economico) acquistare diritti e sottoscrivere azioni (nel medesimo modo in cui fanno gli azionisti) o acquistare direttamente titoli sul mercato. Gli arbitraggi sul titolo, almeno in questi primi giorni di aumento di capitale, hanno lavorato per mantenere allineati i corsi dei due strumenti. Tuttavia non è così, visto che, come già segnalato, la disponibilità delle azioni sarà piena solo a fine operazione. In altre parole, chi sottoscrive ora scommette che a fine aumento di capitale il prezzo dell’azione sia maggiore rispetto a quello di oggi.
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