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I rischi dell'aumento di capitale di MPS

Anche il prospetto che correda l’aumento di capitale di Montepaschi di Siena contiene una corposissima sezione legata ai rischi. Analizziamo i più importanti

di Mauro Introzzi 16 giu 2014 ore 15:12
Anche il prospetto che correda l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena, come ogni documento legato a questa tipologia di operazioni, contiene una corposissima sezione legata ai rischi. L’argomento è delicato e nei prospetti informativi si pecca spesso e volentieri – per ovvi motivi - di molta prudenza. Ai limiti dell’eccesso.

Come al solito il prospetto evidenzia te tipologie di rischi: quelli legati all’emittente, quelli connessi al settore in cui l’emittente opera e quelli relativi agli strumenti finanziari oggetto dell’offerta. Analizziamo quelli maggiormente degni di nota.

TUTTO SULL’OPERAZIONE: Aumento capitale MPS, caratteristiche

mps_4RISCHI CONNESSI A MPS: MANCATA REALIZZAZIONE DEL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE E DEL PIANO INDUSTRIALE E PRESENZA DI DERIVATI OTC IN PORTAFOGLIO
Il gruppo bancario senese ha elencato una quarantina di rischi relativi all’emittente. Quelli legati alla mancata realizzazione del piano di ristrutturazione sono i primi in elenco. A tal proposito la società ricorda che lo scorso ottobre il suo consiglio di amministrazione ha approvato il piano di ristrutturazione predisposto ai fini della procedura relativa alla concessione degli aiuti di stato. Il piano in oggetto è stato poi approvato dalla Commissione Europea in data 27 novembre 2013. Successivamente, in data 28 novembre 2013, il board ha approvato il piano industriale per il periodo 2013-2017, che declina in dettaglio le linee strategiche e operative del piano di ristrutturazione. Il piano di ristrutturazione comprende obiettivi reddituali e patrimoniali fino al 2017, formulati ipotizzando un determinato scenario macroeconomico e prevede una serie di azioni e di impegni che la banca e il gruppo dovranno perseguire per il raggiungimento degli obiettivi prefissi.
Così, nel caso in cui la banca non dovesse essere in grado di raggiungere gli obiettivi del piano di ristrutturazione e/o di onorare, in tutto o in parte, gli impegni assunti nel contesto della procedura relativa all’approvazione del piano di ristrutturazione medesimo, la stessa potrebbe essere tenuta a richiedere delle modifiche al piano di ristrutturazione oppure a presentare un nuovo piano di ristrutturazione alle autorità competenti.
Un altro rischio messo in evidenza dalla società stessa è quello connesso alla presenza di derivati OTC nel portafoglio. La banca comunica che al 31 dicembre 2013 l’esposizione in derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (c.d. derivati OTC) con qualunque controparte (istituzionale, clientela, ecc.) e indipendentemente dal portafoglio di appartenenza (negoziazione o bancario) era pari a 9,05 miliardi, in calo dagli 11,35 di fine 2012. A fine marzo l’esposizione ha registrato un ulteriore calo a 8,72 miliardi di euro. Per questa tipologia di attività i principali fattori di rischio sono: tassi di interesse, tassi di cambio, indici, merci e le relative volatilità e correlazioni. Contestualmente, il gruppo è soggetto anche al rischio di controparte, inteso come il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione. Ciò potrebbe determinare delle perdite potenziali.

FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL SETTORE IN CUI MPS OPERA: RISCHIO DI LIQUIDITA’
Monte dei Paschi di Siena, tra i rischi di settore, cita quello di liquidità. La banca evidenzia come la crisi ne abbia comportato una decisa riduzione. La successiva crescita delle tensioni legate al debito sovrano di alcuni Paesi e l’innalzamento dei requisiti patrimoniali previsti da Basilea III, hanno così richiesto lo sviluppo di iniziative a supporto del sistema creditizio, sia a livello nazionale, attraverso l’intervento diretto nel capitale di alcune banche, sia a livello europeo, attraverso operazioni di rifinanziamento presso la BCE dietro prestazione di idonei titoli in garanzia, come il cosiddetto LTRO (Longer Term Refinancing Operation). Se tali azioni si fermassero gli operatori potrebbero trovare problemi a reperire sul mercato liquidità. Una  riduzione significativa o il venir meno del supporto alla liquidità del sistema da parte dei governi e delle autorità centrali potrebbero generare maggiori difficoltà nel reperimento della liquidità sul mercato e/o maggiori costi connessi al ricorso a tale liquidità, con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo.

FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL’OFFERTA DI MPS: EFFETTI DILUITIVI E POTENZIALI CONFLITTI DI INTERESSE

Sulla diluizione MPS ha comunicato che le azioni sono offerte in opzione a tutti gli azionisti e pertanto non vi sono effetti diluitivi se i soci partecipano. Chi invece deciderà di non sottoscrivere vedrà diluita la propria quota nel capitale per una percentuale pari al 97,7%.
MPS, infine, allerta su probabili conflitti di interesse delle istituzioni partecipanti al consorzio di garanzia per il buon esito dell’offerta. MPS segnala che alcuni garanti vantano rapporti creditizi e prestano o potrebbero prestare servizi di consulenza e di investment banking in via continuativa a fronte dei quali hanno percepito o potrebbero percepire commissioni. Nell’ambito dell’aumento di capitale, inoltre, MPS è assistita da UBS in qualità di financial advisor, e a fronte di tale ruolo UBS percepirà delle commissioni. Al 30 maggio 2014 UBS, direttamente o tramite società dalla stessa controllate o alla stessa collegate, detiene, per conto dei propri clienti, una partecipazione superiore al 2% del capitale sociale della banca. Alla stessa data Jp Morgan detiene una partecipazione (senza diritto di voto) pari a circa il 2,527% del capitale sociale della banca.

PER APPROFONDIRE: MPS, come funziona l'aumento di capitale
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