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Aumento capitale Banco Popolare: cosa fare e come farlo

In vista della fusione con la Popolare di Milano il Banco Popolare aumenta il proprio capitale per circa un miliardo di euro. Cosa fare? Simuliamo un po' di operatività

di Mauro Introzzi 7 giu 2016 ore 11:10

ATTENZIONE: Lo scritto seguente non intende fornire alcun consiglio d’investimento, ma indicare alcune modalità operative nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale del Banco Popolare

Lunedì 6 giugno è partito l’aumento di capitale da un miliardo di euro del Banco Popolare.  L’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti rafforza il suo capitale in vista della fusione con la Popolare di Milano. Un’operazione fortemente voluta dalla Bce e dalla sua vigilanza e considerata  da Bruxelles una conditio sine qua non per procedere con l’integrazione.

Ma come funziona un’operazione di aumento di capitale?
Per semplificare l’operazione proviamo a simularne una, immaginando le possibilità a disposizione di chi era già azionista a inizio aumento di capitale e a chi non lo era.

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banco-popolare2AUMENTO DI CAPITALE BANCO POPOLARE: COSA FARE SE SEI AZIONISTA

Per gli azionisti del Banco Popolare alla data di inizio della ricapitalizzazione la scelta dicotomica a disposizione è tra aderire all’aumento di capitale o meno.

PARTECIPARE ALL'AUMENTO DI CAPITALE BANCO POPOLARE DA AZIONISTA

Il primo giorno di aumento di capitale (lunedì 6 giugno) dal prezzo ufficiale dell’azione è stato “estratto” un diritto (quindi assegnato gratuitamente ai soci), che rappresenta l’opzione per l’azionista di partecipare all’aumento di capitale alle condizioni stabilite (la sottoscrizione di 9 azioni ogni 7 diritti a un prezzo unitario di 2,14 euro). Utilizzando questa opzione (bisogna comunicarlo al proprio istituto bancario) e versando quindi la somma per sottoscrivere le nuove azioni, l’azionista partecipa all’aumento di capitale.
In questo modo la quota del singolo azionista nel capitale dell’istituto non sarà soggetto a diluizione (nel senso che il peso della sua partecipazione in rapporto al totale del capitale non scenderà).

L’AZIONISTA DEL BANCO POPOLARE CHE NON VUOLE PARTECIPARE

L’azionista che non vuole partecipare all’operazione, invece, può cedere sul mercato i diritti che gli sono stati assegnati, in quanto sono contrattati come fossero una normale azione. A differenza di quest’ultima, però, un diritto scade (l’ultimo giorno di quotazione dei diritti, nell’ambito dell’aumento di capitale del Banco Popolare, è giovedì 16 giugno) ed è quindi importante che l’azionista ceda il suo diritto. Meglio non in prossimità degli ultimi giorni di quotazione del diritto stesso. Giornate caratterizzate da grandissima volatilità e quindi foriere di sorprese negative.

A proposito di diluizione, nel supplemento al prospetto informativo legato all’operazione il Banco Popolare indica che gli azionisti che decidessero di non sottoscrivere la quota loro spettante, nel caso di mancato integrale esercizio dei diritti di opzione loro spettanti e di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale in opzione, subirebbero una riduzione massima della loro partecipazione, in termini percentuali sul capitale, pari al 56,25%.

All’interno di queste due opzioni (partecipare totalmente o vendere tutti i diritti) esistono poi, naturalmente, delle scelte intermedie, come quelle di vendere alcuni dei diritti e utilizzare la somma incassata per acquistare le nuove azioni, esercitando i diritti rimasti in portafoglio.

Proviamo a chiarire ancora di più il quadro con esempi numerici.

bpm-bancopopolareUn investitore che venerdì 3 giugno aveva – ipotizziamo - in carico 700 azioni del Banco Popolare a 3,954 euro (questo il prezzo di chiusura) si è trovato lunedì mattina con 700 azioni in carico a 2,934 euro e 700 diritti a 1,02 euro.

Questo investitore, ora, potrebbe decidere di:
- partecipare integralmente all’operazione, utilizzando i propri 700 diritti per sottoscrivere 900 azioni di nuova emissione (i 700 diritti/7 * 9) a un prezzo di 2,14 euro l’una e quindi con una spesa aggiuntiva pari a 1.926 euro;
- vendere tutti i propri diritti, non sottoscrivere l’aumento di capitale e diluire la sua quota nell’azionariato;
- optare per soluzioni intermedie utilizzando un po’ di denaro derivante dalla cessione dei diritti per partecipare all’aumento. Ad esempio vendere 350 diritti ed utilizzare i restanti 350 per sottoscrivere 450 nuove azioni. In questo modo una parte della spesa di 963 euro (450 * 2,14 euro) può essere coperta con la somma incassata dalla vendita dei 350 diritti.

La discriminate, in questi casi, è legata alla fiducia che l’investitore riserva all’azienda e al suo piano di integrazione con la Popolare di Milano.

PARTECIPARE A UN AUMENTO DI CAPITALE DA NON AZIONISTA

Per chi non era azionista del Banco Popolare all’avvio dell’aumento di capitale ma che in questi giorni si è convinto della possibilità di diventare un socio della banca appare indifferente (dal punto di vista economico) acquistare diritti e sottoscrivere azioni (nel medesimo modo in cui fanno gli azionisti) o acquistare direttamente titoli sul mercato. Gli arbitraggi sul titolo, almeno in questi primi giorni di aumento di capitale, hanno lavorato per mantenere allineati i corsi dei due strumenti. Tuttavia non è così, visto che la disponibilità delle azioni sarà piena solo a fine operazione. In altre parole, chi sottoscrive ora scommette che a fine aumento di capitale il prezzo dell’azione sia maggiore rispetto a quello di oggi.

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