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La paura del rimpianto e la dissonanza cognitiva

Quando il timore di sbagliare è troppo rispetto al possibile danno

di Manuela Tagliani
Un tipico errore mentale che può influenzare il processo decisionale è l'eccessiva preoccupazione per il potenziale rimpianto una volta presa una decisione mediocre (o una "buona" decisione che si rivela essere mediocre). Questo tipo di errore è insito in tutti gli individui (in alcuni in modo eccessivo) che non vogliono trovarsi ad ammettere di avere torto.

Si parla di “paura del rimpianto” quando il rimpianto potenziale che deriva da un errore ha un'influenza sul nostro processo decisionale del tutto sproporzionata rispetto al danno reale che potremmo subire se l'errore si manifestasse veramente. Alcuni modelli comportamentali sono costruiti sull'idea che gli individui prendano delle decisioni per minimizzare il rimpianto potenziale che potrebbe scaturirne.

La paura del rimpianto influenza il comportamento quando gli individui posticipano le loro decisioni. Alcuni studi hanno dimostrato che gli individui rinviano una decisione, sostenendo che stanno aspettando informazioni più dettagliate, anche quando le nuove informazioni non cambieranno sostanzialmente la loro decisione (gli psicologi lo chiamano effetto di disgiunzione).

La paura del rimpianto può avere un ruolo fondamentale nel nostro processo decisionale di investimento anche in altri modi. Quando si comprano e vendono azioni, l'agire in modo da evitare la paura del rimpianto può portare a tenere troppo a lungo dei titoli perdenti in portafoglio e a vendere troppo in fretta titoli vincenti.

Quando le azioni perdono di valore, gli investitori sembrano posticipare la vendita di quelle azioni anche se potrebbero non corrispondere alle aspettative che si sono formati. Vendere il titolo vorrebbe dire dare corpo all'errore e la paura del rimpianto viene ritardata non accettando l'acquisto come un errore.

I titoli vincenti, d'altro canto, contengono il germe del rimpianto. La vendita delle azioni che si sono apprezzate rimuove sia la possibilità che quelle azioni perdano di valore sia il potenziale rimpianto nel caso scendessero prima che il titolo venga venduto.

Oltre a evitare decisioni mediocri per la troppa paura del rimpianto, potreste anche cercare di migliorare le performance sfruttando i possibili cambiamenti dei prezzi che risultano dal comportamento radicato nella paura del rimpianto. La tendenza generale a tenere in portafoglio titoli perdenti troppo a lungo può rallentare la discesa dei prezzi, dato che ci sono meno azioni in vendita. Allo stesso modo, una tendenza a vendere i titoli vincenti troppo in fretta rallenterà la salita dei prezzi. Entrambi questi effetti possono aumentare le opportunità per gli investitori.

Le strategie basate sul momentum (la rapidità di salita e di discesa dei prezzi e degli utili) cercano di sfruttare il fatto che i cambiamenti di prezzo avranno luogo lentamente, in un periodo di tempo a volte prolungato. Gli studi dimostrano che le azioni che hanno avuto performance migliori (o peggiori) su un arco di sei mesi o un anno rimarranno delle azioni in crescita o in discesa nell'anno successivo.

Ci sono state diverse ricerche negli ultimi anni che hanno dimostrato che le società che annunciavano utili trimestrali estremamente buoni (o cattivi) tendono a battere il mercato (o ad avere performance peggiori del mercato) per quasi tutto l'anno successivo all'annuncio degli utili.

Mentre il successo delle strategia di momentum potrebbe anche essere il risultato di altri fattori comportamentali determinanti, in generale una tendenza a vendere i titoli vincenti troppo presto e i perdenti troppo tardi porterà a un aggiustamento di prezzo e quindi a un livello di equilibrio, molto più di quello che potrebbe fare un processo studiato a tavolino.

Gli investitori possono acquistare azioni di aziende che si trovano in un trend in ascesa ormai stabile, con accelerazione di prezzo e di utili, e tenerle in portafoglio fino a quando il trend cambia. Per le azioni che mostrano un trend negativo negli utili e nel prezzo, il messaggio è questo: uscire dal mercato. Il deterioramento sarà probabilmente più lungo e più consistente di quello che pensiate.

Questa disciplina dovrebbe ridurre la tendenza a vendere titoli vincenti troppo presto e a vendere i perdenti troppo tardi e migliorare i risultati degli investimenti.

Dissonanza cognitiva

Una caratteristica psicologica che è legata alla paura del rimpianto è il desiderio di evitare la dissonanza cognitiva, cioè la tendenza a rifiutare un evento quando risulta in conflitto con le nostre idee preconcette. Se una delle due convinzioni è sostenuta dalla predilezione emotiva, il cervello cercherà di evitare o di sminuire una convinzione conflittuale e cercherà sostegno per il convincimento preferito.

Negli studi classici di queste caratteristiche, i ricercatori hanno scoperto che una volta che una persona ha scelto e ha acquistato un'automobile particolare, eviterà accuratamente le pubblicità dei modelli concorrenti e cercherà le pubblicità dei modelli acquistati. Evitare la paura del rimpianto potrebbe essere la base per questo tipo di comportamento.

Un modo per evitare il rimpianto di una decisione di acquisto è di (irrazionalmente) filtrare le informazioni ricevute (o credute) dopo che è stata presa una decisione. In alternativa la gente può minimizzare l'importanza di informazioni successive che potrebbero richiamare la decisione originale messa in dubbio, se la verità non può essere evitata o rifiutata. Il convincimento che speriamo di mantenere viene difeso da molti meccanismi, anche se il forte desiderio di mantenere i convincimenti esistenti ha una base meno tutt'altro che razionale.

Come si può adeguare la tendenza a evitare o rifiutare le nuove informazioni conflittuali? Come in altre aree, la disciplina degli investimenti può aiutare.

Scrivendo le ragioni per acquistare un'azione e rivalutando la loro validità nel tempo nel modo più spassionato possibile, gli investitori posso sforzarsi di mantenere una disciplina di vendita.

Se la ragione per acquistare non regge più e il prezzo delle azioni indica dei fondamentali deteriorati, la cosa più prudente da fare è ammettere l'errore. Un altro approccio disciplinato è di stabilire un limite di tempo nel quale un'azione acquistata di recente deve dare la performance attesa. Se, per esempio, gli utili e/o le aspettative di prezzo non sono state soddisfatte dopo tre mesi, allora l'azione deve essere venduta.

Mentre non è necessariamente una buona regola per gli investitori del value investing (dato che la loro strategia spesso richiede di mantenere un'azione in portafoglio per lunghi periodi di tempo prima di soddisfare le aspettative), può aiutare chi segue una growth strategy (strategia orientata alla crescita), per evitare di tenere in portafoglio titoli perdenti per un periodo prolungato di deterioramento del prezzo.

Manuela Tagliani



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