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Perché la vita è così difficile (almeno per chi investe in borsa)

Nel lungo periodo la borsa (Usa) cresce sempre. E chi ha la pazienza e la forza per durare abbastanza può ottenere buoni risultati. Ma il percorso è pieno di buche, e di possibili frequenti rimpianti.

di Marco Delugan 3 mag 2016 ore 10:21

Chi investe in borsa vive molto spesso di rimpianti, a meno che abbia un forte senso del bicchiere mezzo pieno. Perchè, se è vero che sul lungo andare il bicchiere si riempie sempre più di un po’, è anche vero che la strada è piena di buche e sopportarle può essere difficile.

Ne ha scritto Ben Carlson nel suo blog “A wealth of common sense” ragionando sull’andamento degli indici S&P 500 e S&P 500 Total Return Index.

L'S&P 500 è l’indice azionario delle prime 500 aziende statunitensi per capitalizzazione. I'S&P 500 Total Return Index è invece un indice azionario – basato sull’S&P 500 - che traccia i guadagni in conto capitale e ipotizza che tutto ciò che viene distribuito sotto forma di liquidità, come i dividendi, venga reinvestito nell’indice stesso.

Il grafico che segue riporta l’andamento dello S&P 500 Total Return Index dal 1835 al 31 maggio del 2015. Un periodo molto lungo, in cui ci sono state cose come la nascita della Fed, l’avvio della politica monetaria e di quella fiscale, la fine del gold standard, l’esplosione dello sviluppo industriale, l’avvento delle tecnologie informatiche e un sacco di altre cose.

Ma in cui l’unica vera costante, come vedremo, sono state le flessioni e i crolli che hanno accompagnato l’andamento della borsa statunitense. Quelli non mancano mai.

Le aree colorate in rosso evidenziano i periodi di flessione dell’indice.

sp-500-total-return-index

LA COSTANZA DEL (MOLTO) LUNGO PERIODO

Due aspetti saltano all’occhio. Il primo, evidente, è che lo S&P 500 Total Return Index è sempre cresciuto, una sorta di promessa di guadagno costantemente mantenuta almeno per chi ha la forza e la fortuna di durare abbastanza.

Ma ad uno sguardo più ravvicinato, è come se una colata di rosso ne seguisse l’andamento quasi senza posa. E per chi ha il talento del bicchiere mezzo vuoto, può essere davvero faticoso.

E LE DIFFICOLTA’ DEL BREVE (MA ANCHE DEL MEDIO) PERIODO

Il grafico che segue spiega un po’ meglio come stanno le cose. I giorni di crescita sono in blu e quelli di flessione in rosso.

sp-500_2

Il crollo dei mercati azionari durante la grande depressione è adesso molto evidente, ma anche in altri periodi le flessioni del mercato hanno occupato molto del tempo a disposizione.

Ben Carlson riporta in un altro post dati statistici sull’andamento dell’indice S&P 500 dal 1927 al 2015.

sp-500-downturn

Le azioni crescono su base giornaliera solo per poco più della metà dei giorni. E su base annua gli investitori hanno dovuto sopportare perdite per circa un quarto del tempo.

Ecco una ulteriore spaccatura per dimensione della discesa. I dati riguardano ancora lo S&P 500, questa volta a livello mensile.

sp500 downturn 2

E L’INEVITABILE RIMPIANTO

Quindi?

Quindi ci sono davvero molte occasioni in cui un investitore di borsa può sentirsi non del tutto a suo agio, o meglio tormentato da quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto, come vendere sui massimi del giorno prima, della settimana prima o del mese prima, ad esempio.

Chi vuol farsi distrarre dalle fluttuazioni di breve periodo e tormentarsi per le scelte mancate, ha scritto Carlson, ha avuto molte occasioni per farlo e con ogni probabilità ne avrà anche in futuro.

In altre parole, mentre nel lungo periodo il mercato azionario cresce sempre, lungo la strada si incontrano molti momenti difficili. Le fasi di perdita sono una costante in tutti i cicli economici.

Ma, come molti sostengono, chi ha la pazienza, la forza e la possibilità di investire nel lungo periodo, se proprio non capita nei periodi peggiori, può ottenere buoni risultati.

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