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Le opzioni: prime definizioni

Illustriamo gli aspetti definitori più generali, che ci accompagneranno lungo tutto lo studio di questi strumenti finanziari, necessari per capire gli aspetti più tecnici che vedremo in seguito

di Daniele Tortoriello

Le opzioni, come è ben noto, rientrano tra gli strumenti finanziari derivati, ossia attività finanziarie il cui valore deriva da quello di un’attività (reale o finanziaria), detta sottostante.  Si fa risalire la prima quotazione di opzioni in un mercato ufficiale al 1973 negli Stati Uniti.

Cosa sono le opzioni? Le opzioni sono contratti che, previo pagamento di un premio al venditore, attribuiscono al compratore il diritto, la facoltà non il dovere (si faccia ben attenzione), di poter concludere una compravendita su una data attività, in un’epoca futura, il cui prezzo di regolamento viene stabilito oggi al momento della conclusione del contratto. Il prezzo a cui viene regolata la transazione prende tipicamente il nome di prezzo di esercizio (o strike price).

Se il contratto mi attribuisce il diritto di acquistare una certa attività, si parla di opzioni call, mentre se il contratto mi attribuisce il diritto di vendere una certa attività, si parla di opzioni put. Ovviamente il compratore eserciterà l’opzione (ovvero richiederà alla controparte di effettuare la controprestazione) quando si verificheranno sul mercato quelle condizioni che rendono l’adempimento del contratto a lui conveniente.

Quando l’opzione è conveniente? In questa sede definiamo genericamente tre condizioni:

  1. l’opzione è in the money: è conveniente esercitare l’opzione;
  2. l’opzione è at the money: è indifferente esercitare l’opzione o meno;
  3. l’opzione è out of the money: non è conveniente esercitare l’opzione.
In trattazioni dell’argomento un po’ più tecniche si definiscono anche le condizioni deep in the money e deep out of the money, ovvero condizioni in cui l’esercizio dell’opzione è,  rispettivamente, molto o per nulla conveniente oppure molto o poco probabile. Vedremo meglio tutte queste situazioni quando tratteremo separatamente opzioni call e put.

Definiamo ora, in maniera più approfondita, il premio dell’opzione. Come detto giustamente all’inzio il premio è quanto i compratori pagano ai venditori per avere il diritto di esercitare l’opzione; naturalmente questo non è restituibile, sia che l’opzione venga esercitata o meno. Il premio è pertanto il prezzo o il valore dell’opzione.

Non resta ora che chiarire alcuni aspetti relativi al momento in cui si esercita l’opzione, ossia la scadenza (o maturity). Se tale esercizio può essere effettuato unicamente a scadenza, in una certa data futura, si parla di opzioni di stile europeo (o opzioni europee), mentre se l’esercizio è consentito in ogni momento, successivo alla conclusione dell’opzione, fino alla scadenza, si parla di opzioni di stile americano (o opzioni americane).

Le opzioni sono anche definite come contratti asimmetrici poiché esiste una certa disparità nelle prestazioni delle parti: il venditore è sottoposto alla volontà del compratore ma non il contrario. Questo lo vedremo veglio nelle prossime puntate.


Daniele Tortoriello
danitorto@hotmail.com

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