Dal Mib30 al FTSEMib, com’è cambiato negli anni l’indice delle principali quotazioni di Milano
Il Mib30 è stato uno degli indici storici della Borsa Italiana. La quotazione del Mib30, precursore del FTSEMib, era un sottoinsieme del complessivo MIBTEL
di Mauro Introzzi 20 feb 2017 ore 12:08Quello denominato Mib30 è stato uno degli indici storici della Borsa Italiana, un paniere mitico per chi ha iniziato ad interessarsi di borsa italiana negli anni ’90. Il ricordo è così vivo nella testa degli appassionati e degli investitori che molti, anche oggi, continuano a riferirsi alla selezione dei titoli a maggior capitalizzazione di Piazza Affari chiamandola Mib30. In realtà il maggior indice della borsa milanese si chiama FTSEMib. E in mezzo c’è stato anche l’S&P Mib. Ma andiamo con ordine.
MIB30, UN’ICONA DEGLI ANNI ‘90
Il Mib30, rimasto nella testa dei nostalgici dei collocamenti di Everardo Dalla Noce, era uno degli indici sintetici di Borsa Italiana. Era un sottoinsieme del complessivo MIBTEL, l'indice delle contrattazioni che avvenivano tramite il circuito telematico presso la borsa di Milano.
Il Mib30, tra il 1994 e il 1° giugno 2003, è stato il riferimento del mercato, raggruppando i primi 30 titoli per capitalizzazione e liquidità di Piazza Affari. Le imprese quotate al Mib30 (Mib è acronimo di Milano Indice Borsa) facevano parte del segmento denominato Blue Chip. La presenza nel Mib30 era revisionata ogni 6 mesi, a marzo e settembre di ogni anno.
Dietro il Mib30 c’era il Midex, l’indice che raggruppava i 25 titoli di società che per capitalizzazione arrivavano immediatamente dopo quelli del Mib30. Di questi anni anche il Numtel, l'indice relativo a tutte le azioni tecnologiche quotate sul Nuovo Mercato.
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INDICI MILANESE, L’INTERREGNO DELL’S&P MIB
Nel giugno 2003 il Mib30 fu sostituito con un altro indice, l'S&P Mib. Nato da una partnership tra Borsa Italiana e la società di rating Standard & Poor's, prendeva in considerazione le azioni di 40 società quotate, e non più 30.
Il calcolo della quotazione dell’indice era ponderato alla capitalizzazione del titolo, considerando cioè i diversi pesi delle società selezionate. La composizione del paniere era basata non solo sulla mera capitalizzazione, ma anche su flottante e liquidità dei titoli.
L’S&P Mib è stato quotato dal 2 giugno 2003 fino al 1° giugno 2009 quando è stato sostituito dall'indice FTSE MIB in seguito alla fusione di Borsa italiana con il London Stock Exchange (LSE), la borsa valori britannica con sede a Londra.
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FTSEMIB, L’INDICE ITALO-BRITANNICO
Con l’integrazione tra le società di gestione di Borsa Italiana e borsa di Londra furono modificati tutti i principali indici italiani. Nacque così il FTSEMib (acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa), un indice ponderato in base alla capitalizzazione di mercato dopo aver corretto i componenti in base al flottante.
Come l’S&P Mib anche il paniere italo-britannico raggruppa 40 titoli di imprese italiane (anche se la sede legale è all'estero, come in alcuni casi). E come il suo predecessore copre circa l’80% della capitalizzazione dell’intero mercato italiano.
Secondo quanto evidenzia Borsa Italiana i titoli che compongono l’indice sono analizzati per dimensione e liquidità. L’obiettivo dell’indice è anche quello di fornire complessivamente una corretta rappresentazione per settori.
Il FTSEMib è un sottoinsieme del FTSE Italia All-Share, che raggruppa tutti gli elementi degli indici FTSEMib (appunto), FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia Small Cap.
La composizione del paniere, così come quella di tutti gli altri indici di Piazza Affari, è soggetta a revisione su base trimestrale nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre usando i dati di mercato in base alla chiusura del precedente giorno di contrattazione dei titoli.