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Inflazione Usa: la Fed preferisce il Pce

Pur utilizzando diversi indici, per monitorare l’andamento dell’inflazione la Federal Reserve Bank preferisce l’indice Pce al più famoso Cpi. Vediamo in cosa sono diversi i due indici.

di Marco Delugan 27 giu 2014 ore 15:40

Tra i diversi obbiettivi delle banche centrali, e quindi anche della Federal Reserve Bank, la banca centrale degli Stati Uniti, c’è anche il controllo e l’indirizzo dell’andamento dei prezzi.

Per monitorare l’andamento dei prezzi, la Fed tiene sotto osservazione diversi indici, ma il punto di riferimento più importante non è, però, come si potrebbe pensare, l’indice dei prezzi al consumo (Cpi) ma il meno famoso Personal consumption expenditure (Pce) elaborato nell’ambito dell’indagine sui redditi delle famiglie. E’ dal 2012 che la Fed ha scelto questo indicatore come punto di riferimento per le sue politiche di controllo dell’inflazione, e in particolare la sua versione “core”, quella che esclude i prezzi dei prodotti alimentari e di quelli energetici, anche se con delle eccezioni come vedremo meglio in seguito. La scelta del Pce è dovuta soprattutto al fatto che comprende una gamma più ampia di prodotti tra quelli tipicamente acquistati dalle famiglie Usa.

inflazione_3INFLAZIONE USA: LE DIFFERENZE TRA PCE E CPI
La prima differenza significativa è che il Pce è solitamente più basso del Cpi, e cioè che l’inflazione misurata dal primo risulta più bassa di quella misurata dal secondo. Evidentemente la Fed ritiene che, per come è costruito, l’indice Cpi sovrastimi l’andamento dell’inflazione.

Oltre ad essere elaborati da uffici di diversi dipartimenti - il Cpi dal Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro; l’indice Pce dal Bureau of Economic Analysis del Dipartimento del Commercio - i due indicatori misurano in modo diverso cose anche parzialmente diverse.

Il Cpi è calcolato in base ai risultati di un’indagine svolta tra 14mila famiglie e 23mila aziende, e considera circa 80mila prodotti. Il calcolo del Pce, invece, prende come base i prezzi al livello della produzione e poi li trasforma in prezzi al consumo aggiungendovi il margine di profitto, i costi di trasporto e le tasse.

E inoltre, nel sistema di elaborazione del Pce vengono considerati anche altri dati, come ad esempio quelli del rapporto mensile sulle vendite al dettaglio, i prezzi degli alimentari coltivati e consumati nelle cascine, i margini sulle vendite di auto ottenuti dai rivenditori.

Come in ogni indicatore dell’inflazione, ma non solo dell’inflazione, le componenti del paniere di beni su cui si basa il calcolo vengono pesate, viene cioè assegnato un numero, chiamato appunto peso, che serve a “contabilizzare” la diversa importanza delle componenti nella spesa media dei cittadini.

Per l’elaborazione del Cpi vengono utilizzati gli stessi pesi per diversi anni, mentre il metodo di elaborazione del Pce prevede una modifica quasi costante dei pesi assegnati, in rapporto all’andamento delle spese attuali e passate, e permette la sostituzione di beni del paniere con altri simili in base all’andamento dei prezzi; e in particolare, posso essere sostituiti i prodotti con prezzi in crescita con altri che hanno invece prezzi stabili o in calo.

Altra differenza importante è come vengono considerate le spese sanitarie: il Cpi considera solo le spese dei lavoratori, il Pce considera le spese dei lavoratori ma anche le spese che i datori di lavoro sostengono per le cure sanitarie dei loro dipendenti.

A differenza dell’indice Cpi core, l’indice Pce core esclude quasi tutti i prezzi dei prodotti energetici e di quelli alimentari; ma, ad esempio, ne include alcuni come i pasti al ristorante, ridefiniti come servizi alimentari, o cibi per animali domestici, considerati parte delle spese “generali” e non delle spese alimentari.

INFLAZIONE USA: PERCHE' L'INDICE "CORE"
Nel lungo periodo l’indice complessivo – sia per il Cpi sia per il Pce – si allinea con quello core, anche per questo la Fed preferisce dare più credito alla componente core dell’indice. Altro motivo, è che escludendo componenti dai prezzi molto volatili - i prezzi dei prodotti alimentari e di quelli energetici - l’indice core è più stabile nel tempo e per questo è considerato più vicino a vero trend inflativo.

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