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Leggere romanzi aiuta a investire meglio

Lo sostengono due studiosi americani. La grande letteratura aiuta a capire gli esseri umani. E i mercati sono fatti di esseri umani. Per cui, oltre a Buffett e Lynch, leggete anche Dostoevsky.

di Marco Delugan 26 giu 2017 ore 16:37

Per investire con successo bisogna studiare. Poi, certo, non basta, ci vuole carattere e ci vuole fortuna. E tante altre cose ancora. Informarsi, ad esempio. Ovvio.

Ma torniamo allo studio. Che cosa bisogna studiare?

Per prima cosa bisogna cominciare da grandi capitoli degli strumenti e dei mercati finanziari, dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale. E poi passare ai grandi strateghi, come Peter Lynch e Warren Buffett. E tanti altri ancora.

Ma ci sono anche altre cose che sarebbe meglio leggere. Forse non le prime che vengono in mente quando si pensa all’investimento finanziario, ma secondo Gary Saul Morson e Morton Schapiro potenzialmente decisive. Sono i grandi romanzi della grande letteratura. Perché? Perché aiutano a capire le persone, cosa le motiva, cosa le svia e cosa le ispira.

E i mercati finanziari sono fatti di persone.

Morton Schapiro è un economista e presidente della Northwestern University di Evanson, nell’Illinois. E Gary Saul Morson è critico letterario e professore di discipline umanistiche presso la stessa università. Hanno scritto assieme Cents and Sensibility: What Economics Can Learn from the Humanities. Nel loro testo sostengono, appunto, che la grande letteratura può insegnare molte cose sull’umanità, e per questo essere molto utile anche a chi investe sui mercati finanziari.

Ne hanno scritto loro stessi su Marketwatch sabato 24 giugno 2017. Quella che segue è una libera traduzione e sintesi del loro articolo.

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La letteratura è importante perché la cultura è importante. Ma non nel senso di quanti libri hai letto e di quante citazioni sai fare in società. Ma nel senso di modo di stare al mondo, della cultura come modo di pensare e di agire. E le persone da quando nascono cominciano ad essere “culturali”.

Non basta la logica deduttiva per capire i comportamenti. Date le stesse opportunità e le stesse informazioni, diverse “culture” rispondono in maniera diversa. Utilizzano quelle informazioni e quelle opportunità in maniera diversa. E oltre alla cultura in senso stretto, ci sono i caratteri specifici, che rendono le vite umane altamente imprevedibili.

I romanzi della grande letteratura offrono una chiave diversa per accedere alla cultura di un tempo e di un luogo. La struttura stessa delle storie, gli eventi che vengono rappresentati come possibili o importanti, trasmettono informazioni vitali su un modo di stare al mondo e di intendere la vita. E quindi anche l’economia, i soldi e l’investimento.

Leggendo un grande romanzo ci si può identificare con i suoi personaggi, capirne il carattere. Passare ore a sentirsi come qualcun altro, vivere il mondo come persone di una classe sociale diversa, di una religione diversa, di un diverso sesso e diverse preferenze sessuali, di un diverso atteggiamento morale e di innumerevoli altre diversità che caratterizzano l’esperienza umana.

A conferma di tutto questo, gli autori citano un articolo apparso qualche anno fa sul New York Times dal titolo “For Better Social Skills, Scientists Recommend a Little Chekhov”.

L’articolo riportava i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Science che dimostrava che dopo aver letto grandi romanzi le persone ottenevano punteggi maggiori sui test che misuravano l’empatia e l’intelligenza emotiva. E anche l’empatia, che l'enciclopedia Treccani online definisce come "capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro," è anche un modo di imparare.

Secondo i due autori, la letteratura può essere di particolare aiuto quando si cerca di capire altri paesi e altri mercati. Così che, quando i loro studenti gli chiedono come migliorare le loro capacità di investire con successo in Cina, in India, in Russia o in altre nazioni lontane, non gli dicono iscriversi ad altri corsi di economia, statistica o matematica, ma di approfondire la letteratura di quei paesi.

La letteratura insegna l’umiltà. Nel senso che quando si tratta di persone (e di mercati) le cose sono probabilmente molto più complesse di quanto possono sembrare a uno sguardo solamente tecnico.

La grande letteratura fornisce una finestra su come funziona il mondo reale, creando una visione più sfumata degli altri e generando un'umiltà sincera in se stessi. Un senso di umiltà che, secondo gli autori, non solo caratterizza coloro che hanno la più profonda comprensione dell'umanità, ma che spesso è anche una caratteristica degli investitori migliori.

Visto tutto questo, quindi, nella libreria di un investitore che voglia davvero fare le cose per bene, non dovrebbero mancare Jane Austen, Anton Chekhov, Leo Tolstoy e Fyodor Dostoevsky. Per cominciare.

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