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Jeff Cooper, il duro lavoro del trader

Monitorare costantemente i mercati, selezionare una manciata di titoli, predisporre la strategia operativa e stare pronti ad abbandonare le posizioni che non si muovono nel senso desiderato

di Redazione Soldionline

Jeff Cooper è considerato, e non solo nel ristretto ambito degli addetti ai lavori, uno dei migliori operatori al mondo nel day trading. La fama del trader Jeff Cooper è legata a schemi comportamentali molto precisi e razionali, fra i quali spicca la capacità di non lasciarsi sopraffare dall’enorme quantità di informazioni fornita dalla globalizzazione delle notizie e dal progresso delle tecnologie.

Ma come può un trader di breve termine come Jeff Cooper, che per definizione ha meno tempo degli altri per prendere le sue decisioni, selezionare le configurazioni (setup) più promettenti fra le centinaia di occasioni proposte dei mercati internazionali?

Il segreto sta nel prestare attenzione a una manciata di titoli per ogni sessione operativa. Senza questo severo filtro, l’operatore va incontro al rischio di non padroneggiare più la situazione e, nel tentativo di tenere sott’occhio troppe prede, non ne mette in carniere nemmeno una.

Cooper, al riguardo, è tassativo:

  1. vanno seguiti solo pochi titoli contemporaneamente;
  2. la routine di selezione dei titoli, al termine di ogni sessione operativa, deve essere rigorosa, perché essere preparati “fa la differenza”.
jeff-cooperSi tratta quindi di un lavoro impegnativo e defatigante, ma Cooper sostiene che lavorando duro, soprattutto nel trading a breve termine, si può costringere “la fortuna a venirci incontro”.

JEFF COOPER: SEGUIRE POCHI TITOLI
Nel trading, infatti, le occasioni interessanti, gli indicatori e il rumore di fondo (noise) sovrabbondano. Per non esserne disorientati, occorre concentrarsi su una dozzina di titoli.

Effettuata questa scelta, va prestata una particolare attenzione al verificarsi di più segnalazioni contemporanee e concordanti, provenienti da indicatori diversi, sulla probabile direzione del trend.

JEFF COOPER: LIMITARE LE PERDITE
Tecnica altrettanto importante è il saper limitare al minimo le perdite quando l’investimento si muove in senso opposto a quello previsto. Se il titolo non imbocca pressoché istantaneamente la direzione desiderata, è opportuno abbandonare l’investimento e concentrarsi su un altro setup.
Secondo Cooper, ogni giorno occorre aver complessivamente elaborato un buon piano di attacco, selezionando i titoli su cui si intende operare, con i livelli d’ingresso già rigidamente predeterminati. La preparazione quotidiana è come una ginnastica, un po’ noiosa ma assolutamente necessaria.

COME OPERA JEFF COOPER
Jeff non nasconde di lavorare da quattro a sei ore dopo la chiusura del venerdì, per riuscire a identificare i titoli dal trend più pronunciato e facilmente riconoscibile, sia al rialzo (long) che al ribasso (short).

Da questo monitoraggio di fine settimana, ricava una “lista di osservazione”, che va poi confermata da uno studio giornaliero di tre ore sull’andamento del mercato.

E quanto al discusso argomento della permanenza overnight sui mercati? Fra una seduta e l’altra, Jeff Cooper tiene aperta, al più, mezza posizione in guadagno; mai una posizione in perdita.
Se poi le tecniche di ingresso sono importanti, l’applicazione disciplinata della gestione del proprio capitale (money management ) lo è addirittura di più, al punto di trasformarsi nella chiave per un successo costante e duraturo. Rispettare sempre gli stop!

Jeff Cooper consiglia di scegliere titoli con un trend molto accentuato
e con un discreto grado di volatilità.

Le sue giornate iniziano alle cinque del mattino e si protraggono fino alla prima serata. Solo questo duro lavoro dà risultati: i rumor servono a perdere soldi e la tentazione di vendere ai massimi e di comprare ai minimi è considerata una “strategia in perdita”.
Cooper, che effettua da sei a dieci operazioni al giorno, afferma che, rispettando scrupolosamente le varie procedure suggeritegli dall’esperienza, gli si possono sì presentare giornate negative, ma mai mesi negativi.

La differenza fra un trader professionista e un aspirante trader? Il saper incassare le piccole perdite.

money150JEFF COOPER E IL MONEY MANAGEMENT
Attenzione, però: il nostro Jeff non è un teorico astratto dei mercati, ma da decenni fa del trading una professione: la sua filosofia è strettamente legata al money management, centrale per una serena sopravvivenza. I suoi risultati? Spettacolari performance mese dopo mese, anno dopo anno.

A differenza di molti altri grandi trader, Jeff Cooper non interpreta il money management (gestione e protezione del proprio capitale) come un capitolo accessorio o secondario della propria metodologia, bensì come parte integrante e fondamentale di ogni promettente approccio all’investimento finanziario. I mercati sono dinamici, il trader deve modellarsi ad essi!

Jeff ricorda spesso che il padre, ritiratosi dall’attività industriale e rivoltosi a quella finanziaria, diede troppo ascolto a un broker legato alla tattica del “buy and hold”: risultato, un dissesto economico! Successivamente, convertitosi a più prudenziali tecniche di investimento, il capofamiglia Cooper riuscì a recuperare tutto il denaro perduto e ad accumulare milioni di dollari.

Il figlio, oggi, ricorda quell’epopea familiare con affetto, sapendo trarne le dovute conclusioni. Ricorda che Bernard Baruch, uno dei più grandi trader di tutti i tempi, andò in bancarotta cinque o sei volte, fino a trovare la strada definitiva del “corretto investimento”:

JEFF COOPER E L'ORIZZONTE TEMPORALE
Cooper ha una grande diffidenza per l’orizzonte temporale “a lungo termine”. È certamente una follia comprare un titolo – e poi tenerselo – in base a qualche storia sentita durante un party. Inoltre, ci sono molte persone “… pagate per promuovere certi titoli. E, ancor di più, la gente è generalmente speranzosa e ottimista, sognatrice per natura…”.

Secondo Jeff, molte persone ritengono che l’obiettivo sia quello di riuscire a liquidare una posizione in corrispondenza del massimo. L’obiettivo vero è invece “prendere profitti”, e non “il massimo dei profitti”...
Di conseguenza, lo scopo di un trader evoluto dovrebbe essere “estrarre denaro” dai mercati, per generare reddito e accumulare un capitale. Jeff cerca quindi di raggiungere questi obiettivi sfruttando molte singole posizioni, senza cercare inebrianti colpi di fortuna.
A suo parere, la maggior parte del comportamento dei titoli è casuale e il money management è una componente essenziale di ogni piano operativo.

La percentuale da esporre in ogni operazione dev’essere quindi minima, dallo 0,25% allo 0,50% della propria liquidità. Tutto ciò, applicando “stop di prezzo”, “stop temporali” e altre cautele. Nessun titolo deve muoversi contro la posizione aperta per più di un punto (perché le perdite, statisticamente, possono solo peggiorare…)! I titoli da seguire contemporaneamente non possono eccedere la mezza dozzina e, se si tratta di titoli Internet, la quantità va ancora dimezzata!

Se invece il mercato, su un determinato titolo sta “tirando”, perché non fare un’eccezione alle regole e impostare un sano pyramiding, con l’incremento progressivo della propria esposizione?

Considerazioni finali: stando al grande Cooper, la maggior parte delle persone crede che sia necessario optare per una particolare forma o stile di trading. Lo stile consigliato, per chi ne ha il tempo, altro non è che l’accorto day trading e, in particolare, il trading di breve termine basato sul momentum. Ciò non esclude che grandi operatori come Mark Boucher riescano a sfruttare movimenti più ampi di quelli dello scalper…


Mario Elia elia.mario@libero.it
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