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Eugene Fama, il dubbio nella finanza!

Suo l’inquietante concetto di efficienza dei mercati finanziari

di Mario Elia
Il nostro pensiero, chissà perché, torna ad Eugene Fama, alle sue originali teorie sugli investimenti finanziari e alla celebre intervista rilasciata nel 1997 a Peter Tanous, per la rubrica “Investment Gurus”, del “New York Institute of Finance”.

Eugene, negli scorsi decenni, ha infatti messo a punto l’inquietante concetto di efficienza dei mercati finanziari, poi ulteriormente suddivisa, dalla sempre insoddisfatta dottrina specializzata, in tre diverse gradazioni: efficienza Debole, efficienza Semi-forte ed efficienza Forte.

Nella prima ipotesi, il prezzo di un titolo tiene conto di tutte le informazioni ricavabili dall'osservazione delle serie storiche, rendendo vano ogni sforzo delle pur complesse strategie dell'analisi tecnica.

Nella seconda, quella Semi-forte, oltre all'attento esame del passato, non basterà neppure la gestione intelligente delle notizie di pubblico dominio, perché i prezzi incorporeranno l'intero set informativo disponibile all’investitore.

Nella terza, quella Forte, risulterebbero più o meno fuorvianti persino le indicazioni basate su informazioni confidenziali e privilegiate, o quelle addirittura contrarie all'ordinamento giuridico (insider trading).

Sia detto, Eugene Fama, accademico di Chicago, è considerato uno dei più grandi e fini conoscitori contemporanei dei mercati. Ancor giovane, era professore di Finanza alla “School of Business” della locale Università e, già prima, aveva scosso la vasta platea finanziaria con una versione semplificata della sua dissertazione “Movimenti casuali nel mercato azionario”, pubblicata sulla rivista “Istitutional Investor”.

Stando a Fama - che non basa le teorie sull’umore personale, ma sulle statistiche disponibili a partire dai primi anni Venti - una cieca scelta dei titoli da comprare/vendere equivarrebbe alle ponderate valutazioni di portafoglio dei migliori analisti: questo perché, a suo parere, l’andamento dei titoli è del tutto casuale e non prevedibile.

La teoria del mercato efficiente muove le mosse dal principio che le azioni siano sempre correttamente quotate, dal momento che la diffusione delle notizie si riflette immancabilmente e fulmineamente nel relativo prezzo di mercato. Questo concetto sembrerebbe condiviso dagli assertori dell’analisi tecnica, disciplina che tiene ad astrarsi da ogni giudizio di carattere fondamentale sulle aziende e dai rumor di mercato, invitando a considerare solo il prezzo di mercato, che, di per sé, racchiude tutta la realtà del titolo.

Prima conseguenza della “efficient random theory” di Fama è quindi la “random walk theory”, vale a dire l’opinione secondo cui gli investimenti casuali equivalgono a quelli lungamente e industriosamente ponderati.

Le ricerche condotte da Eugene e dal suo primo e miglior collaboratore Kenneth French dimostrerebbero che il mercato azionario non segue nessun disegno prevedibile e che, quindi, è del tutto velleitario tentare di prevederne gli andamenti. Analisi, diagrammi e report altro non sarebbero che inutile ciarpame, del tutto inadeguato a battere il così detto “Mister Mercato”.

Ma, su questa presunta efficienza dei mercati, lo stesso Fama sembra avere qualche perplessità, soprattutto quando afferma che “… nessun mercato è completamente efficiente…” e aggiunge che “…il modello dei mercati efficienti è eccellente per la gestione degli investimenti…”

Osserviamo ancora la sua valutazione dell’insider trading: che i mercati non siano efficienti al 100% (insomma, che il prezzo non riesca a incorporare tutte le variabili) è dimostrato dalla (scarsa) redditività statistica delle notizie ottenute fraudolentemente. Con un rendimento che varia dall’1% all’1,5%.

Poi, di fronte a innegabili realtà di strepitosi investitori quali Warren Buffet, Julian Robertson e Peter Lynch, che hanno costantemente battuto il mercato per decenni, Eugene Fama sembra cedere a una inevitabile considerazione “… ci sono delle eccezioni, e questo dipende dalla fortuna, ma molto più spesso dall’abilità personale… Sono quasi sempre gli stessi che riescono a battere il mercato…”

Cari lettori, nonostante le severe quanto apprezzabili teorie di Fama, che ci devono essere di stimolo, esiste pur sempre un nostro rispettabile spazio: non perdiamoci d’animo, lavoriamo bene, fissiamo gli stop e investiamo con prudenza e saggezza. I risultati, come sempre, non mancheranno.

Mario Elia
elia.mario@libero.it
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