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Portarsi la sostenibilità...in casa

giovedì, 29 ottobre 2009

“If you wanna make the world a better place, take a look at yourself and than make a change”. Lo cantava il re del pop, Michael Jackson, nella bellissima “Man in the mirror”. E mi pare un buon modo per dare, anzi, per darci la sveglia sulla questione sostenibilità.

Si potrebbe anche parafrasare la celebre frase di JFK dicendo che non bisogna solo aspettare che siano le aziende, o lo Stato, o il Comune dove viviamo, o il supermercato dove facciamo la spesa, o il nostro vicino di casa a fare qualcosa per salvare il pianeta, l’ambiente, gli ecosistemi dai delicatissimi e fantastici equilibri che l’umanità sta provando e forse riuscendo a distruggere. Bisogna pensare a cosa possiamo fare noi per il pianeta. Sta a noi, a me, a voi, a chiunque. La responsabilità di lasciare ai figli, e ai figli dei figli, e ai figli dei figli dei figli, e a tutti quelli che verranno ancora, un pianeta in buone condizioni, o almeno decenti, è di tutti e di ciascuno.

Ecco perché non da oggi è arrivato il momento di guardarsi allo specchio e chiederci: “Il modo in cui io vivo, consumo, mangio, mi muovo, è sostenibile? E’ sopportabile dal pianeta? Cosa accadrebbe se tutti facessero come me?”. Farsi la domanda, darsi la risposta, agire di conseguenza.

A questo proposito sono molte le iniziative, i siti, le community su internet a dare consigli e segnalare buoni e possibili modi di rendere la nostra vita sostenibile. Uno degli ultimi arrivi è greenMe.it, un sito fresco, divertente, bello da navigare, stracolmo di informazioni ben organizzate. Un sito, come si auto-definisce, per comportamenti e stili di vita maggiormente attenti all'ambiente e al pianeta in cui viviamo, un magazine di lifestyle sostenibile. Che offre consigli su come abitare, consumare, mangiare, muoversi, usare le tecnologie, in poche parle vivere in modo sostenibile.

Un altro esempio è il social network Zoes, la "zona equosostenibile", la prima web community italiana dedicata alle tematiche della sostenibilità e non solo, c'e' anche il commercio equo e solidale, la finanza etica, perché in realtà in questo filone un po' tutto si tiene. E idee su come portarci in casa, nelle nostre vite, la sostenibilità, vengono dispensate anche su Sustainable everyday e su One did it, dove si può misurare il fardello ecologico che ci portiamo sulle spalle col nostro modo di vivere.

Per le aziende, pure, ci sono sul web interessanti strumenti, e in quantità, per mettere alla prova l’impatto ambientale della propria attività, come nel caso dell’Eco-energy-efficiency check-up tool messo a disposizione da Fondazione Sodalitas e da un pool di grandi aziende per verificare l’efficienza energetica di una piccola o media azienda.

Non si può più solamente chiedere alle corporation quotate in Borsa di fare la loro parte, cosa che comunque continuo a sostenere e che attraverso gli strumenti della finanza etica e dell’azionariato attivo credo che nel lungo periodo porterà a dei risultati, a delle sensibilità nuove e profonde che sono oggi proprie solo di una minoranza, seppure in crescita e molto combattiva. Ma tocca a ognuno di noi fare la propria parte. A me, a te. Almeno proviamoci...

...altrimenti, pensiamoci un attimo, che scuse avremo quando ci chiederanno: “Ma chi è che ha distrutto il pianeta?”. E magari ce lo chiederanno con gli occhi di un bambino...


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