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Muri di finanza tra Norvegia e Israele

mercoledì, 30 settembre 2009

Il fondo pensione del governo norvegese, che investe secondo criteri SRI, ha operato di recente un'altra esclusione: riguarda una società israeliana la cui attività è connessa alla costruzione del tristemente famoso muro di divisione eretto al confine tra Israele e Cisgiordania.

La società si chiama Elbit Systems. Il suo coinvolgimento si deve al fatto che fornisce sistemi di sorveglianza collegati al muro. Il comunicato con cui il ministro delle Finanze norvegese riferisce della decisione di disinvestimento operata dal fondo governativo si può leggere, come riportato puntualmente dall'agenzia di stampa sulla responsabilità sociale Rsinews.it, a questa pagina, dalla quale è anche possibile accedere alla pagina in cui sono elencate tutte le società escluse negli anni dal fondo perchè non soddisfano i requisiti SRI con cui il fondo investe.

Nello specifico di quest'ultima esclusione, la decisione ha preso le mosse dalla sentenza emessa nel luglio del 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, il principale organo di giustizia dell'Onu, che aveva stabilito che la costruzione del muro è contraria al diritto internazionale (se ne parla ad esempio qui e qui).

Addentrarsi nel merito della materia esula di gran lunga dalle competenze di chi scrive. Lo segnaliamo però come esempio di quel modo di fare finanza etica, di investire secondo dei principi, che a nostro avviso dovrebbe costituire la strada maestra per qualsiasi investitore SRI, privato o istituzionale che sia. Si può discutere sui principi, ma una volta posti occorre rispettarli, agire di conseguenza e accettare le conseguenza delle proprie azioni.

Avevamo già segnalato in un precedente post il fondo pensione governativo norvegese per queste sue prese di posizione, che in passato avevano portato ad esclusioni eccellenti di società del calibro di Rio Tinto, Wal-Mart, Boeing, Finmeccanica, Lockheed Martin. Per questo lo segnaliamo e probabilmente lo segnaleremo ancora: perchè il fondo pensione norvegese non si fa problemi a battere un colpo e ad aprire la discussione su che cosa voglia dire in concreto investire secondo criteri SRI. Battere il colpo serve per aprire la discussione, per mettere sul tavolo le ragioni, confrontarsi. Coi dovuti distinguo, è un po quello che ha fatto oggi il fondo Knight Winke nei confronti di Eni, premesso che qui si parla di finanza SRI e di criteri di esclusione che, se applicati, portano al disinvestimento, mentre lì di finanza tout court e di valore per un'azionista che non ha per nulla in mente di disinvestire.

Quanti fondi etici, governativi e non, fondi pensione o fondi comuni d'investimento, ricchi o meno, lo fanno? Quanti hanno voglia di farlo?

A mio avviso così facendo si rende un servizio al mercato, a prescindere da come il mercato la pensi, e si mette sul tavolo la questione, promuovendola affinché possa diventare un domani, magari non troppo lontano, mainstreaming. Ma soprattutto così si torna alle origini della finanza etica.

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