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Trucco e l'Hallesismo

Voleva essere il ‘creatore della ricchezza italiana'. Invece morì povero e dimenticato. Ecco la storia di un ragioniere che diventò un prolifico economista. Per vedere se dalle sue lezioni possiamo trarre qualcosa per l'oggi

di La redazione di Soldionline 5 mag 2008 ore 10:45

Confido ai lettori che con quest'articolo volevo inaugurare una trilogia sulla Scuola Economica Italiana. Ebbene, mi sono accorto che una Scuola Economica Italiana in quanto tale non esiste. Infatti, a differenza di quanto avviene in Stati come la Germania o l'Austria, i nostri ricercatori non si sono mai raccolti attorno ad un pensiero che potesse essere definito tale, definito ‘scuola'. Se non... l'Hallesismo.

L'Hallesismo è un colpo di genio, la Scuola che ‘si propone di risolvere tutti i problemi del mondo', la dottrina rivoluzionaria che si propone foriera della ‘pace universale'. Così scrive Agostino Maria Trucco (1865-1940), in Gli Hallesisti cosa vogliono? , pubblicato a Roma negli anni Venti. Utopia e sogno si danno il cambio ad ogni paragrafo, prima che la diffusione dell'hallesismo venisse fermata dal fascismo e che il suo fondatore spedito in manicomio.

Nel 1893 il ragioniere genovese Agostino Maria Trucco visita i mercati generali dell'alimentazione di Parigi, ospitati nell'edificio di Les Halles. Dopo avere assistito agli scambi estremamente efficienti del mercato parigino, ha l'idea di estendere l'organizzazione del mercato  della capitale d'oltralpe agli scambi internazionali, attraverso un'organizzazione di controllo del commercio e delle risorse mondiali.

Quest'organizzazione, che Trucco chiamò Ente Universale, avrebbe utopisticamente consentito un commercio diretto tra produttori ed acquirenti. Il prezzo delle merci si sarebbe indubbiamente ribassato, poiché i produttori non avrebbero più dovuto affidarsi ad una miriade di intermediari commerciali. Frattanto i compratori avrebbero potuto scegliere tra le merci diverse di tutto il mondo quelle con il miglior rapporto qualità-prezzo.

Trucco ideò anche un sistema di single currency basato su una moneta dal valore fissato e riconosciuto per tutti gli scambi: l'hallis. In questo modo si sarebbe fisiologicamente determinata una ‘polizza di assicurazione del risparmio', governata dalla Fondazione Universale Hallesint. Alle nazioni in via di sviluppo (quelli che oggigiorno chiameremmo PVS), si sarebbe consentito uno sbocco incondizionato su tutti i mercati mondiali ed, inizialmente, si sarebbe provveduto ad un sistema di prestiti senza interessi. La Fondazione stessa avrebbe provveduto a frazionare gli investimenti in settori produttivi massimamente diversificati, per eliminare ab ovo il rischio. In pochi anni si sarebbero risolti problemi come la disoccupazione e la guerra tra gli Stati.

Subito dopo la fine della Grande Guerra, si costituì l'Unione Hallesista Italiana, che aveva la sua sede presso Palazzo Raggi, in Via del Corso, a Roma. A partire dal 1924 il fascismo decise di interrompere la circolazione delle più di duecento pubblicazioni di Trucco e dell'associazione e sottopose a processo Trucco e gli altri associati, con l'accusa di truffa. Trucco e gli altri membri riuscirono a difendersi in tutti i gradi di giudizio, ma nel 1934 vennero comunque ammoniti ufficialmente dalla giurisdizione.

La strategia dei fascisti cambiò non appena arrivò l'assoluzione d'appello del 1937 ed essi fecero internare Trucco in manicomio. I medici lo dimisero ben presto, ma ormai fiaccato nell'animo, Agostino Maria Trucco morì il 5 aprile 1940. La Seconda Guerra Mondiale imperversava, la stessa che egli aveva previsto con queste parole: ‘al più tardi entro il 1938-'39 [...] scoppierà la grandissima guerra mondiale in gestazione'.

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