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Wall Street: la bolla sta per scoppiare?

Diversi indicatori lo dicono: un’ampia correzione delle quotazioni di Wall Street è in arrivo. E’ quanto risulta da un’analisi svolta dall’Office of Financial Research giudato da Ted Berg

di Marco Delugan 27 mar 2015 ore 10:50

L'Office of Financial Research, l'agenzia del governo degli Stati Uniti che ha il compito di promuovere la stabilità finanziaria fornendo dati e analisi sull’andamento dei mercati, ha pubblicato la scorsa settimana un documento in cui sostiene che il mercato azionario è pericolosamente sopravvalutato e prossimo a un’importante correzione.

Il documento è intitolato "Quicksilver Markets" alludendo proprio a una correzione rapida e non indolore: una delle traduzioni di quicksilver è argento vivo.

Ha scritto Ted Berg, analista di OFR:

Prevedere i tempi di tale shock di mercato è difficile, se non impossibile, per non parlare della possibilità di quantificarlo - uno shock è per definizione “inatteso”.

Berg sostiene che il rapporto prezzo utile elaborato sugli utili futuri stimati (forward P/E ratio) non è un buon indicatore predittivo per le crisi di mercato. Come si vede dal grafico qui sotto, infatti, nel 2007 era vicino alla media storica non registrando, quindi, alcuna anomalia nell’andamento dei mercati.

wall-street-forward-p-e-ratio

Ma che altri indicatori, come il CAPE, il Q-ratio e l’indicatore di Buffett offrono segnali migliori, come si vede dai grafici che seguono.

GLOSSARIO MINIMO - Il CAPE è il rapporto tra il valore dell’indice S&P500 con la media degli utili complessivi degli ultimi 10 anni. Il Q-ratio è il rapporto tra il valore di mercato delle aziende quotate diviso per il loro patrimonio netto. L’indice di Buffett rapporta la capitalizzazione del mercato azionario con il prodotto interno lordo. Tutti e tre sono stati elaborati allo scopo di capire se un mercato è sopravvalutato oppure sottovalutato.

LEGGI ANCHE: Il Buffet Index segnala pericolo sui mercati azionari Usa

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Tutti e tre di questi parametri sono adesso a livelli molto alti rispetto alla media storica.
 
Conclusione: i mercati azionari sono sopravvalutati.
 
Per quanto riguarda l’ipotesi che le quotazioni azionarie possano restare alte perché non esistono alternative di investimento appetibili, secondo Berg non è sufficiente a cancellare le possibilità di un futuro crollo perché la storia dimostra che:

[...] quotazioni troppo elevate portano con se un rischio intrinseco.

La conclusione del documento è che ci sarà sicuramente una correzione del mercato azionario.
 
Investitori avvertiti…

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