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Un mercato magnifico

Tutti quelli che hanno posizioni LONG sulle Borse devono tenere bene a mente che oggi il mercato è questo, e che resterà così volatile, e così fragile, per molto tempo

di Redazione Soldionline 28 ago 2015 ore 09:39

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1. Un mercato magnifico
   Il tratto forte di questa settimana è la forte volatilità intraday: che abbiamo visto anche ieri, quando a un’ora dalla fine il mercato USA stava per tornare in negativo, ed è stato salvato poi da un (misterioso) flusso di acquisti che ha riportato gli indici ai massimi della giornata. Tutti quelli che hanno posizioni LONG sulle Borse, sia negli USA, sia e soprattutto in Eurozona, devono tenere bene a mente che oggi il mercato è questo, e che resterà così volatile, e così fragile, per molto tempo. Volatilità fa comunque rima con opportunità: a patto di capire quali sono i fattori più forti che muovono gli indici. Nell’ultima settimana, i mercati hanno tremato perché la Banca Centrale non è riuscita a rimettere la Borsa sulla strada del rialzo: tutti allora si sono chiesti se potrebbe succedere lo stesso anche in Occidente. Poi però mercoledì interviene Dudley (Federal Reserve) e dice che “in fondo, dei mercati … ci importa ancora qualcosa”, e tanto basta per fare rimbalzare gli indici. Notate che non c’è un solo investitore che tra mercoledì e ieri abbia “scommesso sulla ripresa dell’economia USA”: si scommette a tre giorni massimo, e solo sulla Fed.
mercati-azionari_1Lo scriveva ieri mattina Kit Juckes, macro strategist di Société Générale, in modo molto efficace: “Positioning for the Fed to be more dovish than you think has worked pretty well in the last decade or so. This positioning, however, is part of the source of danger to market stability, since it means that any ‘less dovish’ comment or action is magnified, because it comes as a surprise” Fino a quando durerà? Nessuno lo sa, perché può succedere che il giocattolo si rompa e diventi non governabile. L’Europa? Quando il gioco si fa serio, come avete visto l’Europa conta zero [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
2. Petrolio +10%  Chiusura massiccia degli SHORTS sul petrolio, come vedete nel grafico qui in basso, ieri sul Nymex il petrolio è tornato sopra i 42$ (sopra i livelli della settimana precedente a questa): questa è la sola ragione del recupero delle Borse che avete visto ieri, del ritorno dello S&P 500 vicino ai 2000 punti, del ritorno dello yen sopra 120 contro dollaro, e del ritorno del Treasury a 2,20% di rendimento sui 10 anni. Siamo usciti dalla crisi, quindi? Per niente: da oggi torna al centro il tema dei tassi ufficiali USA, con la riunione di Jackson Hole (che inizia oggi); a questo fatto si collegherà la Cina che non cresce, e poi l’Asia e le materie prime, e si ricomincerà a girare in tondo [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]


petrolio27082015

L’OPERATIVITA'
Tassi Fed: cambia qualcosa sul piano operativo?
  Lo scorso 23 marzo, con il titolo “Dollaro a fine corsa?”, Soldi on Line vi segnalava che le (molto diffuse, allora) aspettative di un prolungato rafforzamento del dollaro contro euro erano poco fondate, nonostante l’euforia generale per l’operazione di QE appena avviata dalla BCE. Ed è andata proprio così: come vedete nel grafico in basso il dollaro USA (stamattina a 1,1300 contro euro dopo avere toccato 1,1600 tre giorni fa) è sostanzialmente in un corridoio laterale da gennaio. Sul piano operativo questo è molto importante nel comparto delle obbligazioni, perché i nostri risultati li misuriamo in euro e quindi l’investimento in Treasuries USA deve tenere conto anche del potenziale effetto cambio. Vi abbiamo detto ieri che sui Titoli di Stato in dollari USA siamo NEUTRAL dal punto di vista del prezzo (o del rendimento, se preferite); a questo si aggiunge il fatto che sul cambio in questo momento siamo SHORT dollaro, e LONG euro, perché ci aspettiamo a breve di rivedere quota 1,2000. A supporto di questa posizione operativa, ci sono le dichiarazioni di mercoledì di Dudley, che ha dichiarato che “certo, la Fed non si può fare influenzare dalle oscillazioni di breve termine dei mercati ma (attenzione!!!) il rialzo di settembre adesso risulta “un po’ meno urgente di qualche settimana fa”. Su queste dichiarazioni, che hanno modificato l’umore dei mercati, vi riportiabmo un commento molto efficace: “It's hard to imagine that Fed Vice-Chair Dudley would choose to say [on Wednesday] that he finds the case for a September rate hike 'less compelling than it was a few weeks ago' without having had a chat beforehand with Chair [Janet] Yellen ... Accordingly the odds of a September rate hike have just dropped further, and we have to push our forecast for the first move to December." Le dichiarazioni di Dudley sono state probabilmente concordate con Yellen, e per questa ragione ci possiamo leggere una disponibilità di Yellen a rinviare la manovra sui tassi se le condizioni dei mercati finanziari dovessero aggravarsi. E fino a che la Fed rimane chiusa in questa tenaglia, il dollaro non riceverà quel supporto che molti si aspettavano dalla Federal Reserve.


euro-dollaro-2015

L'ANALISI
Mercati Emergenti: il crollo adesso è un’opportunità?
Continuiamo a parlare, come ieri, di Borse Emergenti, e scendiamo ancora più nel dettaglio, con i dati per le singole Aree geografiche Emergenti. Ieri abbiamo visto che, nel confronto con le Borse dei Paesi Sviluppati, i mercati Emergenti sono “a buon mercato”: a questo ha contribuito anche il recente crollo, che molti hanno spiegato con il calo dei prezzi delle materie prime. Come vedete qui sotto, il dato P/E medio per le Borse Emergenti oggi è sceso a 10,8, e di fatto riflette quello delle Borse in Asia. I Paesi dell’America Latina hanno un P/E medio più alto, a 12,9, mentre è molto più basso quello dell’Est Europa. Noi ci aspettiamo che, nei prossimi mesi, il livello di volatilità del mercato globale rimanga molto alto, e se la volatilità resterà elevata si cercheranno investimenti di “valore” (value), dove per valore si intende un buon rapporto tra i prezzi ed i dati fondamentali. Al tempo stesso, un peggioramento ulteriore del quadro fondamentale degli Emergenti è possibile, ma solo se ci sarà, di qui a fine anno, un peggioramento anche delle prospettive economiche per i Paesi Sviluppati. Per queste ragioni, noi guardiamo oggi con interesse alle Borse Emergenti, e questo nostro interesse potrebbe a breve trasformarsi in indicazioni operative: in quel caso, ve ne scriveremo nella sezione “L’operatività”.


pe-mercati-emergenti-28082015

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