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Tutto è sopravvalutato: e allora vendiamo tutto?

I segnali che ogni giorni riceviamo dagli indici di volatilità e dagli indici di correlazione possono essere molto utili per anticipare i futuri movimenti dei mercati finanziari

di Valter Buffo 28 ott 2016 ore 12:41

Commento giornaliero di www.recce-d.com

Abbiamo portato ieri alla vostra attenzione che tra le cose più curiose di queste ultime settimana, ci sono le numerose ricerche che abbiamo letto sulla volatilità: che è un problema quando c’è, ma è pure un problema quando non c’è. In effetti, nello scorso mese di agosto si sono registrati livelli minimi di volatilità che già allora attrassero l’attenzione di molti analisti. Abbiamo scritto ieri anche dei minimi assoluti estivi, a cui poi è seguito un rialzo in settembre (pagato a caro prezzo da quei titoli azionari che “sono come le obbligazioni”). Poi in ottobre abbiamo assistito ad un nuovo calo della volatilità, su tutti gli strumenti (come potete vedere nel primo grafico qui sotto, che misura l’aspettative media di volatilità tra tutte le maggiori asset class): questo calo di volatilità è stato messo in evidenza da numerosi analisti, che lo indicano come pericoloso, ed anomalo, viste le rilevanti incertezze che attendono i mercati, a cominciare dalle prossime Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti. Noi in Recce’d da sempre scriviamo, e chi ci segue lo ricorderà, che per la gestione del portafoglio confondere volatilità e rischio costituisce un errore grave, da matita blu. In questo momento, quindi, ci troviamo in sintonia con il cosiddetto “consenso”, che vede nella bassa volatilità un segnale di pericolo ed anticipa improvvise impennate. Siamo, però, su posizioni del tutto opposte per ciò che riguarda le implicazioni nella gestione del portafoglio: laddove il consenso in questa situazione di “rischio potenziale” suggerisce al Cliente investitore di mettersi da parte, di disinvestire di rinunciare, di farsi battere dalla paura. In Recce’d abbiamo fatto l’opposto, come sanno bene i nostri Clienti: siamo “fully invested”, ovvero investiti al 100% senza cash in portafoglio (quasi) dalla settimana scorsa, ed è la prima volta in questo 2016. La nostra scelta si spiega facilmente: le impennate di volatilità sono anche opportunità, e possono produrre risultati positivi se si è capaci di sfruttarle. Ed in questo momento, siamo certi che la bassa volatilità in tutte le asset class, che avete visto descritta nel primo dei due grafici sotto, non è un segnale generico (del tipo “vendiamo tutto”), ma un dato da analizzare, scomporre, misurare con attenzione: perché ha significati molto diversi per le diverse asset class. A titolo di esempio, uno spunto arriva dal secondo grafico in basso.
 
CONCLUSIONE   Recce’d vi segnala che i segnali che ogni giorni riceviamo dagli indici di volatilità e dagli indici di correlazione possono essere molto utili per anticipare i futuri movimenti dei mercati finanziari

aspettative-media-di-volatilita-tra-tutte-le-maggiori-asset-class

impennate-di-volatilita

Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 27 ottobre 2016, abbiamo trattato i seguenti temi:

  • I risultati trimestrali dei due più importanti colossi della Tecnologia USA, Google ed Amazon
  • Dal Regno Unito è arrivato ieri un dato per il GDP molto superiore alle attese. Oggi il dato per il GDP USA del terzo trimestre potrebbe confermare ciò che Recce’d sostiene da mesi, in modo pubblico ed esplicito: ovvero che l’economia va … un tantino meglio di quello che il “consenso” si aspetta
  • Il Bund tedesco a 10 anni ha visto salire il suo rendimento a scadenza dello 0,20% solo nel mese di ottobre
  • SEZIONE L'OPERATIVITA'  questa settimana ci siamo chiesti se ha senso parlare di “crolli di Borsa” oggi: la risposta è che il pessimismo dominante è legato al fatto che “tutto è sopravvalutato”, ma se ci limitiamo a questa generica osservazione faremo bene come commentatori per la tv commerciale CNBC, ma non faremo mai bene con i nostri investimenti. Molti elementi ci fanno sospettare che la ragione autentica di questo pessimismo è che … hanno paura di un rialzo. In molti se lo sono persi per strada da febbraio ad oggi, e adesso pregano a mani giunte che i mercati correggano per rientrare
  • SEZIONE L'ANALISI   Il Congresso cinese ci ha restituito la figura dell’uomo forte: cosa cambia, per la politica economica?

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