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Se non sei “smart”, sei “dumb”?

ETF Smart beta: sono solo l’ultima delle tante mode che negli ultimi trent’anno sono state imposte al pubblico dei risparmiatori, con risultati nella maggior parte dei casi deludenti?

di Redazione Soldionline 30 mag 2016 ore 09:17

Commento giornaliero di www.recce-d.com

A Milano, nel corso di una Conferenza che si è tenuta la settimana scorsa all’Hotel Four Seasons, è stato detto che l’ammontare oggi investito nella categoria ETF che si autodefinisce “Smart beta” ha superato i 500 miliardi di raccolta a livello globale. Stiamo dunque parlando di un fenomeno di massa, anche del punto vista commerciale, come la stessa Conferenza dimostra. Lo dimostra anche il fatto che nel 2015 sul sito Investopedia la singola espressione più ricercata dagli utenti, in assoluto, è stata proprio “Smart beta”. E’ un fenomeno in corso di allargamento anche in Italia, anche se, visto l’attuale modo di operare dell’industria italiana del risparmio, non ci stupirebbe scoprire che sono numerosi gli investitori che hanno già oggi in portafoglio ETF del tipo “Smart Beta”, e che allo stesso tempo … non sanno di averli. Ed è per questa ragione che a noi di Recce’d è sembrato utile dedicare una serie di nostri contributi proprio a questo argomento: cosa sono gli ETF Smart Beta? Possono aggiungere valore all’interno di una strategia di investimento? Ovvero all’interno di un portafoglio? Insomma: come si usano? Il tema di oggi si collega a quello che Recce’d ha trattato, in Soldi on Line, lo scorso mercoledì e poi anche giovedì: ovvero la differenza tra “attivo” e “passivo”. Gli ETF Smart Beta sono attivi, nel senso che NON replicano un indice, e quindi producono risultati, positivi o negativi, senza seguire i rialzi oppure i ribassi degli indici di mercato. Ma allo stesso tempo, dovrebbero rientrare nella categoria passivi se si definiscono “attivi” solo gli strumenti dove la decisione del gestore ha un peso sulla composizione dei portafogli: perché gli ETF Smart Beta rispondo in modo automatico alle indicazioni di un modellino matematico. Ed in ragione del fatto che esistono molti modellino, esistono anche moltissimi tipi di Smart Beta. Vediamo allora, per iniziare, quale sono le caratteristiche che TUTTI gli Smart Beta hanno in comune: nella tradizione della Finanza (quella che parte negli anni 50 con Markowitz e prosegue con Sharpe, Lintner, Mossin e Tobin), il termine Beta definisce “il rendimento del principale indice del mercato”, mentre invece “Alfa” definisce (sempre in quella impostazione) il rendimento che viene generato dalle scelte dell’investitore. Da qui, intuitivamente, deriva il significato di Smart Beta, che riportiamo sotto e domani commenteremo.
 
ETFs and index-tracking mutual funds attempt to mimic gauges like the S&P 500 stock market index or the Barclays Aggregate bond index, handing investors the beta without the costs of an expensive human fund manager. But these indices have weaknesses. Bond indices, for example, are skewed towards big borrowers, while equity indices typically weight the biggest companies more heavily. So financial engineers have over the years devised what has gradually become known as “smart beta” or “active beta”. Smart beta funds take a basic passive investment strategy but tweak it to generate above-market returns, for example by weighting companies in a stock index completely equally, favouring cheaper stocks or those with momentum. They can even include several investment “factors” at once, such as systematically screening for cheap, dividend-paying stocks with little volatility.

CONCLUSIONE    Recce’d vi ha introdotto oggi nel mondo degli ETF Smart beta: sono solo l’ultima delle tante mode che negli ultimi trent’anno sono state imposte al pubblico dei risparmiatori, con risultati nella maggior parte dei casi deludenti?

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GLI ALTRI TEMI che avranno oggi un visibile impatto sui mercati li trattiamo nel nostro The Morning Brief (disponibile dalle ore 7,00 per i Clienti e attraverso la nostra app). Ecco una sintesi per punti:

1.     Oggi USA chiusi per festività     Si apre una settimana corta, ma carica di dati della massima importanza da Europa, USA e Giappone

2.     Draghi potrà dire nulla    Riunione inutile quella di giovedì prossimo: Draghi oggi è ai margini, e sta bene anche la lui che le cose rimangano così

3.     Dati macro USA: venerdì la disoccupazione NFP    Tutto il mondo aspetta quel dati, per aggiustare i portafogli. E’ per questo che venerdì sera negli USA la Borsa ha chiuso esattamente a 2100 punti

4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    Recce’d ha fatto performance, negli ultimi 24 mesi, sui cambi: quali opportunità ci sono oggi guardando avanti?

5.     SEZIONE L'ANALISI      Come abbiamo scritto anche nel nostro Blog la settimana scorsa, i mercati finanziari globali sono attesi da un problema grande quanto l’Himalaya, che è là che ci aspetta; si chiama debito, e non potrà essere aggirato (neppure con il QE); vediamo alcuni dati

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