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Quanto è “smart” investire in Smart?

Un ETF che viene gestito sulla base di “fattori” può esservi utile. Ma solo se prima capite quali sono i fattori, e perché hanno scelto proprio quelli

di Redazione Soldionline 1 giu 2016 ore 09:07

Commento giornaliero di www.recce-d.com

A Milano, nel corso di una Conferenza che si è tenuta la settimana scorsa all’Hotel Four Seasons, è stato detto che l’ammontare oggi investito nella categoria ETF che si autodefinisce “Smart beta” ha superato i 500 miliardi. Stiamo dunque parlando di un fenomeno globale, anche del punto vista commerciale, come la stessa Conferenza dimostra. Lo dimostra anche il fatto che nel 2015 sul sito Investopedia la singola espressione più ricercata dagli utenti, in assoluto, è stata proprio “Smart Beta”. Ieri abbiamo che cosa qualifica un ETF perché diventi “Smart”, ovvero furbo: e secondo alcuni dei gestori che operano proprio in questo comparto, gli strumenti Smart Beta non soltanto sono furbi ma hanno anche finalità più generali. Ad esempio Andrew Ang di Blackrock pensa che:

“The rise of smart beta, propelled by advances in technology and data analytics, is helping to democratise factor investing, putting investment solutions once only accessible to large institutions within the reach of all investors”.

Per Ang quindi gli ETF Smart Beta sono una forma di democratizzazione del settore, che rende accessibili tecniche sofisticate anche ad investitori individuali ed alle Reti al dettaglio. Proprio su questo punto, i critici sostengono che, all’opposto, gli ETF Smart Beta sono un modo per indirizzare il pubblico al dettaglio verso strumenti dei quali gli investitore finali non comprendono le caratteristiche e gli obiettivi. Le voci critiche non mancano, come ci racconta qualche giorno fa il Financial Times:

Andreas Utermann, chief investment officer of Allianz Global Investors, has argued that “smart beta is neither smart nor beta”, and Rob Arnott, head of Research Affiliates and one of the pioneers of smart beta, warned that there could even be a “smart beta crash”. In 2014, Bill Sharpe, a finance professor at Stanford University and inventor of the “beta” phrase to denote the passive return of a market, told a conference that “when I hear ‘smart beta’ it makes me sick”.

Come vedete, lo stesso Bill Sharpe, il Nobel premiato proprio per avere inventato il concetto di “Beta” a mettere in guardia gli investitori, in merito ai limiti di questi strumenti finanziari, che generano valore ma vanno capiti nel dettaglio: resta il fatto che la loro diffusione, molto rapida (primo dei due grafici qui in basso), li impone all’attenzione non soltanto degli operatori specializzati, ma pure del pubblico, a cui si rivolge questa serie di nostri contributi illustrativi.

CONCLUSIONE    Recce’d vi ha introdotto martedì e poi di nuovo oggi al mondo degli ETF Smart Beta: un ETF che viene gestito sulla base di “fattori” può esservi utile. Ma solo se prima capite quali sono i fattori, e perché hanno scelto proprio quelli.

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GLI ALTRI TEMI che avranno oggi un visibile impatto sui mercati li trattiamo nel nostro The Morning Brief (disponibile dalle ore 7,00 per i Clienti e attraverso la nostra app). Ecco una sintesi per punti:

1.     Inizia giugno: e si chiude un semestre molto positivo   Almeno per i nostri portafogli è stato sicuramente un primo semestre fortunato: come sarà il secondo? Stiamo programmando per tutti i nostri amici una Conferenza via Web, per illustrare come abbiamo fatto e come intendiamo procedere, oltre che ovviamente dare spazio a tutte le domande e le curiosità
2.     Borse, fate attenzione: dall’Eurozona quali segnali arrivano?    Il calo di ieri è arrivato in chiusura. Perché? Perché l’indice S&P 500 alle 16,30 è passato in negativo. Questo è il mercato in cui investite, quindi fate attenzione. Ma fate attenzione anche ad altro: il mese di maggio per gli indici di Borsa in Eurozona è stato quello con il rialzo più ampio addirittura dal novembre 2015 
3.     USA: i dati di ieri e di oggi (ADP) cosa ci dicono?   I due dati pubblicati ieri per i consumi delle famiglie e per i prezzi delle abitazioni sono un segnale forte, che potrebbe essere rafforzato dal dato di oggi per gli occupati (ADP)
4.    SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana la sezione dedicata all’operatività si concentra sul mercato dei cambi, con particolare riferimento ai fattori che nel secondo semestre 2016 daranno la direzione a yen, euro e dollaro
5.    SEZIONE L'ANALISI      questa settimana i nostri Clienti insieme a noi faranno il punto sul debito, ovvero quel problema grande come l’Himalaya che attende i mercati e che non potrà essere aggirato

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