Petrolio: sarà un “whatever it takes”?
la riunione di dopodomani a Vienna dei produttori OPEC è attesa sui mercati con particolare tensione: prima della scadenza (prevista per luglio) i Paesi produttori annunceranno un nuovo accordo sui tagli, anche più profondo del precedente
di Valter Buffo 23 mag 2017 ore 09:02Commento giornaliero di www.recce-d.com
Il petrolio ha superato, nel 2016, la crisi più profonda degli ultimi 60 anni, anche (ma non so lo) grazie all’accordo tra i Paesi produttori che ha portato ai tagli alla produzione del dicembre 2016. Va detto però che dopo cinque mesi il prezzo di mercato del petrolio NON è salito ulteriormente, e neppure si sono visti drammatici cambiamenti nelle scorte globali di greggio. Per queste ragioni, la riunione di dopodomani a Vienna dei produttori OPEC è attesa sui mercati con particolare tensione: prima della scadenza (prevista per luglio) i Paesi produttori annunceranno un nuovo accordo sui tagli, anche più profondo del precedente. Tanto che alcuni commentatori hanno associato questo annuncio al “whatever it takes” di Draghi nel 2012. Ed anche se nel caso del precedente accordo si è registrato un rispetto delle regole molto più ampio di quanto si era visto in passato (grafico sotto), non tutti gli osservatori sono convinti che i nuovi tagli avranno un’efficacia maggiore di quelli del primo round: l’obbiettivo dichiarato è quello di riportare il livello delle scorte, nei Paesi Sviluppati, alla sua media quinquennale, dalla quale rimane al momento lontano.
“OPEC and some non-OPEC producers are highly likely to maintain cuts for another six to nine months and this is likely to drive global oil inventories down towards normal at the end of 2017. But if the U.S. market keeps adding 30 rigs a month till then, production is likely to grow by 2.3 million barrels a day, putting a downside price risk on 2018 and 2019.”
Uno dei problemi di maggiori dimensioni è l’IRAQ: un fatto che ci aiuta a capire, al tempo stesso, parte delle tensioni geopolitiche e militari in quell’area. Già nel corso del primo round di tagli, lo IRAQ ha completato l’obbiettivo solo al 61%, costringendo la Arabia saudita a tagli alla produzione molto più profondi di quelli concordati.
“This is OPEC’s problem: There is no punishment mechanism. A deal is one thing, implementation is another”.
CONCLUSIONE Recce’d oggi anticipa alcuni dei risultati del vertice OPEC di dopodomani
Fonte: BBG
Fonte: eSignal
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 23 maggio 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:
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