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Oro e tassi: nemici sempre?

La correlazione inversa tra oro e costo ufficiale del denaro in questa particolare fase di mercato potrebbe non funzionare: per capire dove andrà l’oro, sarà più utile guardare ai movimenti dei tassi di inflazione negli Stati Uniti, in Europa ed in Asia

di Redazione Soldionline 20 mag 2016 ore 09:19

Commento giornaliero di www.recce-d.com

La Federal Reserve ha deciso: e finalmente qualcosa si muove. Dopo due mesi di sostanziale stallo, su tutti i mercati, qualcuno è stato costretto a fare la prima mossa: ed ora altri movimenti seguiranno. La Federal Reserve ha comunicato al mercato, attraverso vari canali (ed anche con le dichiarazioni di ieri di Lacker) che proseguirà nella politica di rialzo dei tassi: e noi investitori a questo punto siamo costretti a rifare tutti i conti, a rivalutare tutti gli asset e poi a modificare dove necessario i portafogli. Sia chiaro che quello che pesa e peserà sulle valutazioni degli asset non è tanto  il numero di rialzi, quanto la direzione degli stesso: la Fed ci ha chiarito che si va all’insù, e che si andrà all’insù per un certo periodo. Tutti i comparti sono interessati da questi movimenti del costo del denaro, dalle azioni alle valute, dalle obbligazioni alle materie prime. Tra le materie prime, ce n’è una che viene interessata in modo diretto: perché, l’oro, il bene rifugio per eccellenza, è in generale visto come un bene che scende se i tassi di interesse salgono, ma nell’ultimo semestre si è mosso in modo diverso, e con lui anche i tioli minerari legati all’oro (il primo grafico sotto). Pochi giorni fa, poi, ha fatto grande rumore sulla stampa specializzata il fatto che il Fondo di George Soros abbia ridotto l’esposizione al mercato azionario nel suo insieme (indice) a favore di una maggiore esposizione proprio verso i metalli preziosi (e le azioni del settore minerario). Come potete vedere nel secondo grafico, il prezzo dell’oro in dollari è sceso per tre anni, per poi invertire la rotta circa sei mesi fa e mettere a segno un forte recupero, in particolare nei primi due mesi del 2016. Ha sfiorato i 1300$ l’oncia qualche settimana fa, ed è poi tornato a 1250$ questa settimana proprio per effetto delle nuove aspettative di rialzo dei tassi negli Stati Uniti. Il parere di Recce’d è che il rialzo dell’oro, in questo specifico caso, non dovrebbe essere frenato da una eventuale fase di rialzo dei tassi ufficiali di interesse, perché questo rialzo deve essere inserito all’interno del più generale movimento al rialzo delle materie prime, che a sua volta avrà riflessi sui tassi di inflazione in tutto il mondo. L’oro viene quindi acquistato come bene reale che protegge dalla diminuzione del potere di acquisto delle monete, ed in questo caso potrebbe proseguire nella sua corsa anche se arrivassero uno o più rialzo dei tassi ufficiali.
 
CONCLUSIONE    Recce’d vi segnala che la correlazione inversa tra oro e costo ufficiale del denaro in questa particolare fase di mercato potrebbe non funzionare: per capire dove andrà l’oro, sarà più utile guardare ai movimenti dei tassi di inflazione negli Stati Uniti, in Europa ed in Asia

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GLI ALTRI TEMI che avranno oggi un visibile impatto sui mercati li trattiamo nel nostro The Morning Brief (disponibile dalle ore 7,00 per i Clienti e attraverso la nostra app). Ecco una sintesi per punti:

1.     Mercati splendidi     Questa alternanza di rialzi e ribassi, e questa altissima tensione, sono la base perfetta per rivedere e rivalutare le proprie scelte sui portafogli.

2.     S&P 500 ieri sera a 2040 punti    Dopo quasi due mesi, siamo ancora alle prese con quella resistenza di 2100 punti: anche questa settimana siamo rimasti sotto, ma non ci siamo allontanati di molto

3.     Sterlina ai massimi da tre mesi e mezzo contro euro    Dove sono gli effetti di Brexit? Non si vedono

4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana la sezione dedicata all’operatività si è concentrata sui settori della Borsa USA, che anche nelle ultime settimane (in cui gli indici maggiori sono rimasti fermi) hanno fornito importanti indicazioni operative: in particolare, abbiamo analizzato i segnali dal settore retail

5.     SEZIONE L'ANALISI      questa settimana i nostri Clienti insieme a noi hanno fatto il punto sulla situazione in Cina, che molti tra i più autorevoli commentatori hanno segnalato come fattore di rischio proprio negli ultimi giorni

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