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Obbligazioni e rischio liquidità

Il punto qui è che se la Fed non rinnova i titoli che ha in portafoglio chi se li comprerà? In Eurozona prosegue la “sbronza” di titoli obbligazionari di bassa qualità ma chi farà in futuro un prezzo di questa carta se prima sarà necessario ricomperarsi le emissioni che prima acquistava la BCE?

di Redazione Soldionline 14 lug 2017 ore 09:19

Commento giornaliero di www.recce-d.com

 

Come tutti i nostri lettori sanno, Recce’d è impegnata da tempo nel mettere i lettori ed i Clienti sull’avviso dei grandi rischi che pesano in questo momento sui mercati finanziari: e per I Clienti, ha messo in opera strategie e operazioni che consentiranno di approfittare in modo ampio dell’inevitabile riordino dei prezzi, e del riavvicinamento dei prezzi degli asset finanziari alla realtà dell’economia. Ovvio che si leggono un grande numero di segnali, ed anche un grande numero di commenti a questi segnali di squilibrio: non mancano quindi gli avvertimenti, ma era così anche nel 2000 prima del crash, e nel 2008 prima del secondo crash. Il crash poi arrivò comunque, e questo deve essere spiegato sempre, e solo, con i meccanismi di vendita che oggi regolano l’industria del risparmio, e dei Fondi in particolare, dove nessuno vuole scendere dal treno neppure un minuto prima. Come disse utilizzando una famigerata frase il capo di Morgan Stanley nel 2008 “finché la musica suona, noi continueremo a ballare”. Oggi noi torniamo su questo tema per ricordare a tutti i lettori che il rischio più grande, per chi investe utilizzando il vecchio, inefficiente ed inutile “portafoglio bilanciato” è sempre quello delle obbligazioni: è vero che le azioni sono su livelli di valutazione fantozziani, per utilizzare un termine oggi in prima pagina (ne abbiamo scritto anche ieri nel Blog del sito) ma per le obbligazioni è davvero suonata la campanella dell’ultimo giro, campanella che poi sono le frasi di Carney, di Yellen, di Fischer e di Draghi sugli acquisti di titoli da parte delle Banche Centrali. Qui c’entra poco o nulla il fatto che l’inflazione resterà bassa e che la crescita economica non arriva mai: sono argomenti fuori luogo, in questo contesto. Il punto qui è che se la Fed non rinnova i titoli che ha in portafoglio … chi se li comprerà? In Eurozona ad esempio prosegue la “sbronza” di titoli obbligazionari di bassa qualità (primo grafico sotto) ma chi farà in futuro un prezzo di questa carta se prima sarà necessario ricomperarsi le emissioni che prima acquistava la BCE? Se la “corsa ai rendimenti” arriverà entro fine 2017, come Recce’d prevede, al punto di collasso (secondo grafico sotto) chi garantirà la liquidità dei comparti di mercato più rischiosi? E se non si farà più prezzo per quelle emissioni, che cosa eviterà l’innescarsi del (solito) effetto-domino che si vede in queste fasi?

 

CONCLUSIONE   Recce’d v segnala che la fase di uscita dal QE mette a rischio la liquidità dei mercati obbligazionari

 

titoli-obbligazionari-di-bassa-qualita

Fonte: BBG

 

corsa-ai-rendimenti

Fonte: BBG

 

Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 14 luglio 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.     Oggi inflazione e vendite al dettaglio dagli USA
  2.     La seconda parte della Audizione di Yellen NON produce effetti in Borsa: resta un clima di (pericolosissima) euforia che nel nostro Blog abbiamo definito “fantozziana”
  3.     Oggi l’avvio della stagione delle trimestrali USA: JP Morgan e Citi sotto i riflettori
  4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana sul piano operativo ci occupiamo di banche, in vista dei primi risultati trimestrali delle banche USA in arrivo questa settimana
  5.     SEZIONE L'ANALISI    questa settimana il tema del nostro approfondimento è il complicato rapporto tra volatilità e “posizionamento” di alcune categorie di operatori sui mercati finanziari.

 

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