NAVIGA IL SITO

Nikkei, il 2015 passa in rosso. Nasdaq in death cross

Risulta difficile, oggi, parlare di semplice correzione mentre in molti si affannano ancora a tamponare per tenere in piedi lo scenario di gennaio. A chi investe suggeriamo di fare in fretta, girare pagina e guardare già al 2016

di Redazione Soldionline 29 set 2015 ore 09:21

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.    Nikkei negativo per il 2015 e Nasdaq in “death cross”
(grafico).   Risulta difficile, oggi, parlare di “semplice correzione”: noi di Recce’d vi abbiamo proposto, da mesi, uno scenario alternativo, mentre in molti si affannano ancora a tamponare per tenere in piedi lo scenario di gennaio. Il punto è che non è facile: si è insistito per mesi su una certa “visione del mondo”, ottimistica per non dire euforica, ed oggi costa caro fare marcia indietro. A chi investe noi suggeriamo di fare in fretta, girare pagina e guardare già al 2016 [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
2.   Kuroda: le dichiarazioni ieri   Ha fatto discutere molti il ritorno del Giappone in deflazione, a tre anni dall’avvio di Abenomics (ne ha parlato ieri Kuroda): questo perché su Abenomics avevano scommesso tutte le grandi banche globali, che hanno guadagnato (in termini di commissioni) molti soldi da una politica tutta incentrata sul rialzo dei prezzi nei mercati finanziari. Attenzione, ancora una volta, a come funziona un certo “consenso” sui mercati, consenso che poi rileggete anche sulle pagine del vostro quotidiano o sentite al TG. Oggi con l’economia in recessione ed i prezzi in deflazione, il rischio maggiore è una perdita di fiducia, a livello globale, nel debitore Giappone [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]
3.   Economia USA: dati PCE e vendite case  Il mercato in queste settimane è dominato dalla paura di una recessione globale: ne abbiamo scritto ieri sul Blog. Ieri i dati PCE per in consumi (con l’inflazione a zero) e poi i dati per le vendite di case hanno contribuito a formare un quadro di debolezza economica anche negli USA [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)]

nasdaq_4

L’OPERATIVITA'
Ieri abbiamo citato questa frase della American Technician Association:
One of the most elementary trading maxims on Wall Street is “the trend is your friend.” That’s basically what all the short-term technical patterns, economic data and earnings reports are used for, to determine which direction the longer-term trend is heading, and whether it’s about to change. After cutting through all the noise, a trendline is probably the best chart pattern to determine the trend, as it is also the simplest. And the simplest way to tell if a trend has reversed, is if the trendline breaks.

Dunque, riprendiamo da qui e leggiamo con attenzione: ci dicono che sia i dati macro sia i dati micro (utili) andrebbero utilizzati per individuare il “trend di lungo termine”, e che l’analisi grafica, o analisi del trend, è poi lo strumento migliore per determinare questo trend. Noi di Recce’d la vediamo diversamente, su questo punto, e lo abbiamo già scritto qualche settimana fa. Il trend è quella cosa che è chiarissima dopo che si è già realizzata, ma dire prima sulla base di un grafico in che direzione vanno i mercati a noi sembra lasciare fuori un numero eccessivo e decisivo di fattori. Troppo rischioso e ben poco sicuro, come metodo. Prendete ad esempio il grafico che abbiamo mostrato ieri: la scelta dei punti minimi da unire viene fatta DOPO e di rette orizzontali ascendenti se ne possono tracciare a centinaia. E quanto al grafico che abbiamo scelto oggi, di medie mobili ce ne sono tante (linea viola): il difficile è capire se oggi siamo come nel 1998, come nel 2004, come nel 2010, come nel 2011, oppure se questa è “la volta buona”. Il discorso si fa complesso quando si tratta di operare: bisogna decidere PRIMA di vedere come si sviluppa il grafico. In Recce’d non utilizziamo questo strumento (se non a fianco di altri 500 indicatori) perché abbiamo poca o nessuna fiducia nel “trend di lungo termine”, e crediamo invece che i mercati vadano rivalutati e ripensati ogni giorno, proprio alla luce dei segnali che arrivano da oltre 500 indicatori di diversa natura.

stock-show-similar-pattern


L'ANALISI
BRICs e Brasile: c’è valore oggi negli Emergenti?
   Siamo partiti ieri mostrando una mappa globale dei ribassi delle valute Emergenti contro dollaro USA, ed oggi proseguiamo sul medesimo tema mostrando i casi più attuali e più eclatanti: ancora la settimana scorsa, la valuta della Malaysia (ringgit) ha toccato il minimo contro USD da 15 anni a questa parte, mentre l’indice composto delle valute Emergenti calcolato da MSCI resta ai minimi da sei anni. Il ringgit malese, non è la sola valuta ai minimi di oltre dieci anni, perché nella medesima situazione troviamo anche il rand del Sud Africa, il real del Brasile, e il bath della Indonesia. Come abbiamo scritto ieri, a noi di Recce’d sembra che Cina e Fed siano solo due temi che hanno accentuato un movimento in atto fin da inizio 2015 (come vedete nel grafico) inclusi  i Paesi Sviluppati. Economie come quelle dei BRIC sono fortemente dipendenti dalle esportazioni nei Paesi Sviluppati, e proprio la debolezza della domanda in quelle economie ha aggravato una situazione di crescita lenta nei Paesi Emergenti. La settimana scorsa, la Asia Develpoment Bank ha ulteriormente tagliato le proprie stime per la crescita degli Emergenti, ma lo stesso ha fatto ieri il FMI per i Paesi Sviluppati, ed difficile dire da dove è cominciata la cosa. Su questo poi si innesta una situazione di eccessivo indebitamento, che affronteremo poi domani.

brics_1

recced

 

Tutte le ultime su: recced , nasdaq
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.