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La Wall-Street-Marathon al traguardo?

Pare davvero che l’effetto tycoon stia perdendo terreno e che il primo mercato al mondo abbia iniziato a rallentare la corsa. Del resto, non poteva procedere così all’infinito e non è nemmeno detto che un ritracciamento non possa essere salutare.

di Mario Elia 6 mar 2017 ore 14:34

La gradita progressione dei mercati americani va progressivamente attenuandosi, il che è anche un bene, perché l’esplosione di una bolla lascerebbe tutti quanti disorientati, oltreché più poveri. Ma, come ormai sapete, noi si guarda solo ai numeri, piuttosto che ad altre diverse e varie astrologie. Quindi, corriamo ad osservare le medie mobili 5/20 giorni che si sono formate in settimana.

Il Maestro di Hartford, Richard Davoun Donchian, continua nei suoi ottimi insegnamenti, che possiamo così riassumere:

  • i trend esistono (anche se le borse sono “laterali” nel 70% dei casi, ossia languono senza direzioni precise);
  • quando si destano, sia in negativo che in positivo, occorre non lasciarseli sfuggire (ma è assolutamente necessario, in questi momenti topici, che la direzione del mercato sia concorde con le indicazioni delle medie mobili);
  • di continuo, va aggiornato il livello dello stop-loss (logicamente solo in caso di progressione del nostro investimento, sia al rialzo che al ribasso…): in quest’ultimo investimento, l’abbiamo fatto per ben 25 volte e quando giungerà l’Exit (giacché è inevitabile che ciò accada!) vi presenteremo la tabellina completa dei dati.

Ora, analizziamo con attenzione “il primo motore” (definizione di memoria aristotelica, tranne il fatto che il suo motore era “immobile” e il nostro è, fortunosamente, mobile) della Donchian-Strategy. Dedicate almeno un minuto a studiare le tre linee: BLU, il prezzo; ROSSO, la media mobile semplice a 5 giorni; VERDE, la media mobile semplice a 20 giorni.

In passato, c’è stato un gran dibattito se le medie mobili dovessero essere semplici o esponenziali o quant’altro. Su suggerimento dei ben noti Charles LeBeau e David W. Lucas (libro: “Analisi tecnica & trading operativo” Ed. Tradinglibary.it, che abbiamo recensito una decina di anni fa), abbiamo optato per le medie mobili “semplici”, non tanto per una fondamentalista convinzione, quanto per una più banale attrazione verso la semplicità e perché, in fondo, non cambia proprio nulla. Dedicate un munito all’osservazione del diagramma:

medie-mobili-sp-500

In 19 sedute, ossia dal 6 febbraio scorso, la Donchian-Strategy ha portato in fattoria un sonante + 12.02% (annualizzato, + 159%). Non crediate, cari lettori di SoldiOnline, che andrà sempre in tale fortunosa maniera. Ma non è detto che la corsa sia finita qui: il certificate Bnp Paribas ha chiuso la settimana a 8,75 euro (presso “denaro”), e il nostro meticoloso trailing stop è fermoa 8.70 euro. Proprio ieri, un caro amico ci raccontava delle sue peripezie finanziarie e ci raccomandava di prestare attenzione ad alcuni titoli. Essendo in grande confidenza, gli abbiamo risposto che, da un punto di vista generale, dei singoli titoli non ci importava un granché, bensì dei grafici che essi esprimevano.

Avventurarci in pronostici non è affar nostro, quindi vi chiediamo la pazienza di osservare le seguenti due figure:

indice-vix_2

Nonostante il leggero cambiamento umorale del principale indice mondiale, gli “opzionisti” non se ne sono dati per inteso, e il “fear factor” non sembra turbare i loro placidi sonni.

Ma veniamo ora al nostro “personalissimo grafico”, quello sui futures relativi all’S&P500, da qui al 2021, rilevato ogni venerdì presso il CME Group:

sentiment-future

Le linee “di fiducia” non fanno che ottimisticamente sovrapporsi e l’ultima, in ordine di tempo (la prima dall’alto), sta scommettendo per i 2.240 punti nel dicembre 2021. A nostro giudizio, lasciano un po’ il tempo che trovano, ma resta comunque un segnale positivo.

 

LE PIÙ ESTREME FRONTIERE DEL VALUE INVESTING

Oggi si parla molto di Apple, solo perché Buffett, dopo un lungo sonno omerico (“…quandoque bonus dormitat Homerus”, commentò Orazio), si è degnato, dopo quasi vent’anni di ironie sulle web-society (persino sulla Microsoft, il cui patròn era il suo miglior amico, Bill Gates!) di cambiare idea. A 87 anni, ci ha ripensato e, data la sua potenza di fuoco, ne ha ritratto ulteriori profitti. Il suo motto era stato (lui e Peter Lynch), per troppi anni: “..Investi solo in ciò che conosci!” Ora, vorremmo ben comprendere ciò che Buffett possa comprendere dell’ultratecnologica Apple !!! Avrà guardato qualche ratio di bilancio, ma soprattutto il grafico.

Noi ci concentriamo invece su Google.

A un’incollatura dalla regina degli smartphone (Apple: 588.123 milioni di euro per capitalizzazione), Google (o la holding Alphabet Inc che si dir si voglia) vale già, al brillante secondo posto, 528.340 milioni di euro. Avverrà il sorpasso? I diabolici (o angelici) matematici di Mountain View hanno messo a punto algoritmi così sofisticati e geniali da sbaragliare ogni concorrenza.

Qualche dato, di cui siamo solo cronisti:

  • giudizio analisti: buy (compra!);
  • ratio prezzo/utili: 30,04 (per la verità un po’ “alticcio”!);
  • ratio ritorno/investimenti: 13,97;
  • ratio ritorno/capitale investito: 15,02;
  • net income (guadagno netto): 5.333 mln usd.

Ma come sempre, ecco l’immancabile grafico pubblicato dall’ottimo yahoo finance:

alphabet

Ora, i super “specialists” Andrea Curti (Private Banker) e Fabio Donalisio (Market Analyst), ci suggeriscono altri interessanti argomenti, che desideriamo presentarvi:Analisi e aspettative su 3 titoli ad alta capitalizzazione mondiale: Amazon, Microsoft e Facebook.

“Grandi aspettative sono state poste negli ultimi venti anni sulla cosiddetta new economy, trainata da Internet e dalle tecnologie dell’informazione (ICT). Essa è stata addirittura definita, anche se in modo inappropriato, la “Terza Rivoluzione Industriale”.Oggi, è vero, il nostro modo di comunicare e trascorrere il tempo libero è profondamente cambiato, grazie alle email, agli smartphone, ai tablet e ad altre innovazioni di questo genere e, quindi, seguendo tali interrogativi forniamo una analisi preliminare di tre realtà che, insieme ad altre, rappresentano la new economy e l’era di Internet: Amazon, Microsoft e Facebook.

Amazon: la Distruzione Sistematica del Retail!
Amazon è oggi uno dei maggiori retailer online del mondo. Il fatto che questa azienda prenda il nome dal corso d’acqua più imponente del pianeta la dice lunga sulle ambizioni del suo fondatore e CEO Jeff Bezos.

Dopo un avvio basato sulla vendita dei libri online, Amazon ha gradualmente ampliato le categorie di prodotti venduti via web introducendo materiale informatico, elettronico e via via una serie di altre categorie merceologiche. Le famiglie di prodotto sono oggi sedici.

Oltre a questa linea di business attualmente prevalente, Amazon è anche un operatore leader nella fornitura di servizi di cloud alle imprese. Essa continua a perseguire una strategia di crescita molto ben definita, basata sulla “disruption” del commercio al dettaglio che essa ha l’ambizione, finora realizzata, di traghettare nell'online, il cosiddetto e-commerce.

L’attività della società Microsoft

Il gruppo Microsoft Corporation è attualmente il leader mondiale della progettazione, dello sviluppo e della vendita di sistemi operativi e software per PC e server ma è anche un produttore di materiale informatico. La sua attività è suddivisa in vendita di sistemi operativi per server e microcomputer, lo sviluppo di applicazioni software con le applicazioni per il trattamento dei testi Word, i fogli di calcolo Excel, la gestione dei database Access e le presentazioni PowerPoint, lo sviluppo di videogiochi e le prestazioni di servizi online tramite MSN.com.

Oltre la metà del volume d’affari della società Microsoft viene realizzata negli Stati Uniti ed è molto interessante anche l'analisi storica dei grafici delle azioni Microsoft (quotate proprio nel mercato americano), le quali mostrano una netta progressione della quotazione di questo titolo nel corso degli ultimi anni con una tendenza rialzista quasi costante dal 2009 seguita da un leggero ribasso, dovuto alla crisi nel corso del 2008.

Facebook: Socializzare per Incrementare i Consumi

Con una nascita controversa, durante la quale Zuckerberg sembra essersi liberato senza scrupoli dei suoi partner iniziali, Facebook ha realizzato una crescita importante sebbene raggiungendo dimensioni minori degli altri big player della new economy.

In realtà più che una missione questo statement appare un mezzo: ampliare il numero di persone che si connette a Internet ed in particolare a Facebook, per incrementare i propri guadagni, basati sulla vendita di spazi pubblicitari sulle sue piattaforme di social networking.

I maggiori analisti finanziari si aspettano che Facebook possa beneficiare significativamente di questo sviluppo.”

GRANDI ECONOMISTI CONTRO GRANDI ECONOMISTI!

Fra i noti economisti che amiamo meno, la palma d’oro va sicuramente attribuita a Thomas Robert Malthus (Inglese, 1766/1824, “Essay on the principle of population” e “Principles of political economy considered with a view to their practical application”), che predicò e pubblicò una sua teoria deduttiva, senza nemmeno attendere i dati del censimento in corso: gli baluginava in mente una sproporzionata progressione della demografia rispetto alle risorse di cibo disponibili. In questa lugubre teoria, lo seguirono David Ricardo e James Mill (padre del più giustamente noto John Stuart Mill, ma niente di che…). Essi predicavano che l’unica salvezza per il mondo sarebbe stata la minor fecondità dei poveri: peccato che, in tre, misero al mondo 20 figli!!! Parte di queste argomentazioni, come le seguenti sono tratte dagli ammirevoli scritti di Sergio Ricossa, già professore di Economia a Torino, molto probabilmente il migliore studioso italiano in materia.

Malthus Thomas Robert – Di lui scrisse Schumpeter: “Marx lo attaccò con furore corrosivo. Keynes lo glorificò. Tanto il vituperio quanto la lode, si vede subito che sono dovuti a prevenzione.

”David Ricardo - Di lui scrisse William Jevons (studioso assai poco criticabile, forse il padre del “marginalismo” neo-classico): “Da Ricardo in poi, gli economisti inglesi sono vissuti in un paradiso di pazzi.

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