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LA FED si muoverà solo a giugno?

Secondo Giovanna Mosetti (IntesaSanpaolo) la prima riunione del 2017 del FOMC (31 gennaio e 1° febbraio) si dovrebbe concludere con tassi fermi. Sembra probabile che la Fed resti in pausa anche a marzo

di Edoardo Fagnani 31 gen 2017 ore 11:00

Domani si concluderà la prima riunione della FED del 2017; il consensus degli analisti indica che non ci saranno novità nella politica monetaria adottata dalla banca centrale statunitense. Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanna Mosetti, senior economist di IntesaSanpaolo, secondo cui la FED resterà ferma anche nella riunione di marzo, “seguendo un sentiero di rialzi dei tassi graduali ma senza urgenza, anche alla luce dell’ampia incertezza riguardo all’evoluzione della politica fiscale”. Nella seguente analisi, l’esperta spiega i motivi per l’adozione di una politica monetaria di questo tipo.

 

fed3La prima riunione del 2017 del FOMC (31 gennaio e 1° febbraio) si dovrebbe concludere con tassi fermi.
Il comunicato dovrebbe mantenere l’indicazione di proseguimento della normalizzazione della politica monetaria, con un sentiero di rialzi dei tassi graduali, ma senza urgenza, anche alla luce dell’ampia incertezza riguardo all’evoluzione della politica fiscale. La valutazione congiunturale dovrebbe essere positiva, con il riconoscimento di una ripresa moderata e diffusa, di un mercato del lavoro al pieno impiego e di un graduale rialzo dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%.

È probabile che durante la riunione si discuta la politica di reinvestimento di titoli e scadenze, ma non è detto che questo emerga dal comunicato. La riduzione della dimensione del bilancio a nostro avviso avverrà con mancati riacquisti alla scadenza dei titoli in portafoglio e non attraverso vendite. Già nei verbali di dicembre si riportava una discussione del tema e diversi discorsi recenti hanno indicato l’opportunità di valutare nel 2017 tempi e modi della futura riduzione del bilancio della Fed. Harker, Rosengren, Bullard, Dudley hanno toccato l’argomento e confermato che, quando “la normalizzazione del tasso dei fed funds sarà ben avanzata” sarà opportuno affrontare il tema dei riacquisti. Per alcuni partecipanti al FOMC uno stato “ben avanzato” di normalizzazione vuol dire tassi sopra l’1%, per altri non è definibile con un livello predeterminato dei tassi. Rosengren (Boston Fed) ha sottolineato che una riduzione del bilancio attraverso le scadenze porterebbe a un rialzo del tratto lungo della curva con effetti sul dollaro più limitati rispetto a quelli associati ai rialzi dei fed funds. Inoltre l’aspettativa del mercato è che il Tesoro sposti le emissioni verso il tratto brevissimo della curva in caso di riduzione del bilancio della Fed, vista la scarsità di T-bills e il recente allungamento della vita media del debito. In questo caso, l’effetto sui rendimenti potrebbe essere attutito. Riteniamo che eventuali modifiche saranno attuate probabilmente fra fine 2017 e inizio 2018.

Il messaggio di gennaio dovrebbe restare coerente con un sentiero di “alcuni” rialzi ogni anno, da definire dopo aver avuto maggiori informazioni sull’evoluzione della politica fiscale. Poiché maggiori dettagli su misure espansive in termini di imposte e spese richiederanno almeno diversi mesi, e i loro eventuali effetti difficilmente si manifesterebbero prima di fine 2017, per ora sembra probabile che la Fed resti in pausa anche a marzo. Lo scenario comunque è straordinariamente incerto, per via della difficoltà di prevedere le mosse del nuovo Presidente e i possibili compromessi con il nuovo Congresso.

Il prossimo rialzo potrebbe essere attuato a giugno. Nella seconda metà dell’anno, a seconda degli sviluppi

1) della politica fiscale,

2) del cambio e
3) del mercato del lavoro, il FOMC dovrebbe attuare uno o due rialzi e preparare il mercato a una possibile modifica della politica di reinvestimento dei titoli in scadenza dal 2018 in poi.

Come abbiamo già scritto, la Fed è ora un “follower” nel gioco strategico della politica economica: la politica monetaria non sarà pre-emptive neppure nel 2017.

 

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