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Guadagnare sui cambi: solo fuori dal “gregge”?

Il mercato dei cambi sarà probabilmente la fonte principale di risultati, e quindi di performance, da qui a fine anno. Ma bisogna pensare in modo originale ed indipendente e non seguire il gregge

di Redazione Soldionline 13 mag 2016 ore 09:24

Commento giornaliero di www.recce-d.com

Ogni giorno, ci capita di osservare, seguendo durante la giornata I movimenti dei maggiori indici, quanto è grande, nella fase di mercato che si è aperta dopo I crolli di gennaio, l’incidenza delle oscillazioni dei cambi sull’andamento delle Borse; ed anche ieri, durante la giornata, abbiamo visto come un (modestissimo) rafforzamento dell’euro abbia pesato sull’andamento dell’indice Tedesco DAX e di conseguenza sugli indici di Borsa di tutta l’Eurozona. Questa elevatissima sensibilità, che caratterizza tutto il 2016, è un segno di forte tensione: ci segnala che gli operatori, e non solo nel comparto dei cambi, si aspettano a breve qualche impennata, un aumento di volatilità, delle forti oscillazioni. E forse è proprio per questo motivo, per questa grande paura, che non succedo poi nulla: come vedete nel primo grafico qui sotto, almeno da sei mesi sul cambio tra dollaro ed euro non succede assolutamente nulla, ed è un fatto clamoroso se considerate gli annunci della BCE, le riunioni della Federal Reserve, e i crolli delle Borse, e le paure di recessione, le crisi politiche ricorrenti in Eurozona, e perché no anche le Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti, con i canditati che peraltro si occupano molto spesso di economia. Il grafico potrebbe essere anche letto come un segnale di calma assoluta, ma ovviamente non è così: solo la settimana scorsa, si è registrato il più forte rialzo del dollaro di tutto il 2016, e molti hanno visto in questo recupero una forte chiusura di posizione da parte dei gestori di Fondi specializzati in cambi, o FX, che (come vedete nel secondo grafico qui sotto) nonostante una volatilità di sicuro non bassa in questo 2016 (siamo ai livelli massimi da 5 anni) non sono ancora riusciti a mettere insieme l’ombra di un risultato positivo per i loro portafogli. Le ragioni le potete leggere in questo brano:
 
Many of the assumptions traders made at the start of the year turned out to be misguided. Anticipated Federal Reserve interest-rate increases have failed to materialize, creating less policy divergence between the U.S. and its counterparts. And though investors were right to speculate the pound would tumble in the run-up to next month’s European Union referendum, it’s recovered since. “It’s been a very challenging year in the currency market given the lack of solid fundamental themes and the difficulties for some market-consensus trades which haven’t worked.  A lot of people were expecting a lower euro, lower yen and higher dollar, but the market moves have so far been against those expectations.” The volatility that currency traders need to make money is averaging the most in five years, but it’s largely been caused by tough-to-predict, and therefore hard-to-profit-from, events such as surprises from leading central banks. A measure of global price swings has averaged 11 percent since Dec. 31, more than in the same period of any year since 2011.
 
CONCLUSIONE    Recce’d vi segnala che il mercato dei cambi sarà probabilmente la fonte principale di risultati, e quindi di performance, da qui a fine anno. Ma bisogna pensare in modo originale ed indipendente e non seguire il gregge, come fanno s’abitudine le grandi banche globali. I recenti licenziamenti nella Divisione FX annunciati da Morgan Stanley, Barclays e Societé Generale tra le altre, sono una diretta conseguenza di questi atteggiamenti “da gregge”: se tutti si aspettano la stessa cosa, è certo che non accadrà.

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GLI ALTRI TEMI che avranno oggi un visibile impatto sui mercati li trattiamo nel nostro The Morning Brief (disponibile dalle ore 7,00 per i Clienti e attraverso la nostra app). Ecco una sintesi per punti:

1.     Settimane laterali: come se ne esce?     Il “muro” dei 2100 punti sull’indice S&P 500 non è stato rotto: ma neppure ci siamo allontanati di molto. Si attende un “catalista”, che potrebbe essere il petrolio, il cambio del dollaro USA oppure i dati macro

2.     Apple vale meno di Google?    La svolta al ribasso ieri è arrivata dalle vendite sul titolo Apple, Società che oggi potrebbe non essere più la Società a maggiore capitalizzazione del mondo

3.     Dati macro US: oggi le vendite al dettaglio     Il dato trimestrale della Società Kohl’s ieri ha confermato la pressione sui margini della grande distribuzione negli Stati Uniti: oggi vedremo il dato mensile per le vendite al dettaglio, e attenzione alla reazione dei tassi e della valuta

4.     SEZIONE L'OPERATIVITA' 
   questa settimana la sezione dedicata all’operatività si è concentrata sull’Itali, ed abbiamo analizzato azioni ed obbligazioni alla luce delle recenti vicende finanziarie, economiche e politiche

5.     SEZIONE L'ANALISI  
    questa settimana i nostri Clienti insieme a noi hanno esaminato le prospettive per i tassi ufficiali negli Stati uniti, dopo che venerdì scorso, 6 maggio, il dato per l’occupazione ha fatto parlare qualcuno di un nuovo “rischio recessione” per quell’economia: oggi vi dimostriamo che si tratta di una questione molto concreta, con implicazioni immediate anche per i vostri portafogli titoli

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