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Il Dow Jones potrebbe perdere ancora 5.000 punti

Lo dice FactSet, che ha confrontato l'andamento del Dow Jones con diversi parametri di analisi fondamentale utilizzati per valutazioni di lungo periodo. La flessione possibile va dai 1.000 ai 5.000 punti

di Marco Delugan 22 gen 2016 ore 13:42

Il Dow Jones potrebbe scendere di altri 1.000 o addirittura 5.000 punti e non fornire ancora delle vere buone occasioni di acquisto. Lo dice uno studio di FactSet, società multinazionale statunitense che fornisce dati e produce software finanziari. Ne ha scritto ieri Marketwatch.com.

Lo studio di FactSet si basa sul confronto delle quotazioni attuali del Dow Jones Industrial Average con misure di “lungo periodo” solitamente utilizzate per capire se i mercati siano sopravvalutati oppure no.

Le misure con cui i prezzi delle azioni del Dow sono state confrontate, sono i ricavi per azione, gli utili per azione e la ricchezza netta dell'azienda.

dow-jonesNonostante il peggiore inizio anno nella storia di Wall Street - il Dow Jones è sceso di circa il 10% dal 1° gennaio - le azioni Usa sono 1,4 vole il rapporto ricavi per azione, contro la media di 1,3 nel periodo dal 2001 ad oggi.

Quindi, secondo i calcoli di FactSet, in riferimento a questa misura il Dow Jones potrebbe perdere ancora il 7%, che equivale a circa 1.000 punti, solo per tornare sulla media degli ultimi 14 anni.

Un altra misura di lungo periodo con cui FactSet ha confrontato l'andamento del Dow Jones è stato il “valore d'azienda”, misurato come somma di capitalizzazione di borsa e debiti.

Secondo i dati della Federal Reserve, le aziende non finanziarie Usa hanno visto crescere i loro debiti dal 2007 ad oggi da 6,3 a oltre 8 trilioni (1.000 miliardi) di dollari, portando il valore d'azienda a 2,4 volte i ricavi per azione annuali, quando la media dal 2001 è di 2,1.

Considerando i costi di sostituzione degli asset aziendali - una metrica conosciuta come “Tobin's Q” - le azioni delle aziende non finanziarie sono valutate il 90% dei costi di sostituzione. I dati su cui si basa l'elaborazione di FactSet provengono anche in questo caso dalla Federal Reserve. Ma la media storica degli ultimi 100 anni è intorno al 60%. Stando a questa misura, il valore delle azioni potrebbe scendere di ancora di un terzo, e quinci circa 5.000 punti.

E risultati simili possono essere raggiunti comparando le quotazioni delle azioni agli utili per azione medi, una misura nota come CAPE (ciclically-adjusted Price Earnings).

Nessuno di questi calcoli e confronti sta ad indicare che le cose possano davvero peggiorare nel breve periodo. Saranno probabilmente altri i fattori che muoveranno i mercati nelle prossime settimane. Ma di sicuro è difficile dire che le azioni Usa abbiano raggiunto prezzi convenienti. Alla meglio, e secondo la misure utilizzate, si potrebbe dire che non sono più (per ora) eccessivamente costose.

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