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Derivati Banche Italiane: aumento posizioni in valuta

Le banche italiane, oltre ad essere ricche di titoli di stato del bel paese, hanno notevolmente diminuito nel primo semestre 2015 l’ammontare totale delle esposizioni in derivati su tassi di interesse

di Redazione Soldionline 20 nov 2015 ore 10:15

A cura di TradingRoomRoma

Le banche italiane, oltre ad essere ricche di titoli di stato del bel paese, hanno notevolmente diminuito nel primo semestre 2015 l’ammontare totale delle esposizioni in derivati su tassi di interesse, su merci e derivati creditizi; in controtendenza invece i derivati su cambi che sono aumentati.
Perché? Forse le banche “scontavano” un QE poi ufficializzato a ottobre 2014 e quindi hanno ritenuto di coprirsi di meno dai rischi tasso, commodities (inflazione) e credito; inoltre a maggio 2014 è iniziata la discesa profonda dell’euro e quindi sono ripartite le coperture da rischio cambio degli intermediari.

Ovviamente i derivati su tassi di interesse, legati al margine di interesse, rappresentano l’83,5% del controvalore totale dei derivati finanziari, i cambi il 14,6% e le merci l’1,9%. Un ridimensionamento del mercato OTC non vuole dire in assoluto una maggiore “tranquillità” sui mercati ma, con buona approssimazione, può essere letto come una lettura del sentiment degli istituti bancari. Passata la paura per le banche è necessario far ripartire l’economia reale come segnalato da Visco “L'Unione Bancaria e del Mercato dei Capitali condividono un obiettivo comune: la promozione degli investimenti e, in ultima analisi, la crescita. Dal momento che dal picco nel 2007, gli investimenti fissi lordi nell'UE sono scesi di circa il 10 punti percentuali in termini reali. La necessità di sostenere gli investimenti - nazionali ed europei, privati ​​e pubblici - al fine di rafforzare la ripresa nella zona euro, è di primaria importanza.”

Quindi un mercato più tranquillo con una Unione Europea e una BCE forti possono far ben sperare per il 2016 in Italia ed in Europa, il problema sarà il rientro dal QE, ma avremo il precedente Usa da cavia per fare scelte adeguate.  


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