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Che cosa significa “quantitative tapering”

La curva dei rendimenti piatta è un segnale di recessione, da sempre. E per la verità, le stesse previsioni ufficiali della Fed sono per un RALLENTAMENTO della crescita economica nei prossimi anni

di Valter Buffo 25 set 2017 ore 09:07

Commento giornaliero di www.recce-d.com

 

Siamo ormai abituati a reazioni anomale dei mercati finanziari: soprattutto, siamo abituati a non vedere alcuna reazione, anche a fronte di fatti che la giustificherebbero. Un segnale di stabilità, sicurezza e fiducia? Tutto il contrario: è il segno tangibile che la paura domina, in ogni comparto dei mercati finanziari, e che la risposta a questa paura è la rinuncia, la rinuncia ad operare e pure la rinuncia a ragionare.

Molti operatori (non noi) si affidano, come ci si affiderebbe al Santone Indiano di turno, alla speranza che “se succede qualche cosa, le Banche Centrali salveranno tutti”, una scommessa che, solo otto anni fa,  si era rivelata un rischio mal calcolato, tanto che molte delle maggiori Istituzioni del settore del risparmio rischiarono di chiudere per sempre. Oggi la gran parte di quelli che spendono parole come “fiducia ed ottimismo” stanno, nella realtà, con le mani giunte a pregare che la recente decisione della Federal Reserve, di farla finita con il QE non produca una specie di “riavvolgimento del nastro”, che non ci riporti punto e d’accapo, dove ci trovavamo tutti quando il primo QE fu avviato, nel 2010. I mercati, almeno fino ad oggi non hanno reagito: e potrebbe essere un tragico errore, sottovalutare le implicazioni di questa decisione.

In Recce’d non ci attendiamo un “crollo dei mercati”, o almeno non lo colleghiamo in modo meccanico alla fine del QE: allo stesso tempo, giudichiamo una gravissima ingenuità la sottovalutazione dei dati che sono sotto gli occhi di tutti. La politica della Fed ha già prodotto un rialzo dei tassi a breve termine negli Stati Uniti che li ha già riportati ai livelli pre-Crisi, ed al tempo stesso ha prodotto un appiattimento della curva dei rendimenti a livelli che hanno poco precedenti nella storia dei mercati. Come tuti i lettori sanno, se c’è poca differenza tra i rendimenti a breve e quelli a lungo termine, significa che il mercato NON ci crede, che il mercato Non crede che i tassi a breve salgono perché l’economia reale è più forte, e ci leggono semplicemente un taglio alla liquidità.

La curva dei rendimenti piatta è un segnale di recessione, da sempre, come sanno i nostri lettori. E per la verità, le stesse previsioni ufficiali della Fed sono per un RALLENTAMENTO della crescita economica nei prossimi anni (come illustrano chiaramente i grafici sotto). Tutto chiaro, e tutto coerente: andrebbe però spiegato meglio agli investitori, ed anche a quelli della Borsa, che farebbero bene a smetterla di assumere … sostanze euforizzanti.

 

CONCLUSIONE Recce’d  oggi analizza le implicazioni della scelta della Fed di ridurre il proprio attivo vendendo i titoli obbligazionari

 

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Fonte: Federal Reserve

 

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Fonte: Federal Reserve

 

Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 25 settembre 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.     Se la Corea del Nord non fa paura, allora forse potrebbero fare paura i giocatori di basket e baseball? Per la Amministrazione Trump si è aperto un nuovo fronte
  2.     Il voto in Germania: cosa implicherebbe la “coalizione Giamaica”?
  3.     Il fallimento della Riforma di Obamacare di Trump deve fare riflettere: chi dovrebbe approvare, in futuro, i “tagli alle tasse”?
  4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    anche questa settimana sul piano operativo ci occupiamo di una delle prossime operazioni che faremo sui portafogli: e riguarda l’Italia
  5.     SEZIONE L'ANALISI    questa settimana il tema del nostro approfondimento è l’Asia: segnali forti sono arrivati da Cina, India, Giappone, e Emergenti

 

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