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Cassandre zittite dalle performance

Refrattarie alle diverse instabilità politiche, più sensibili alle mosse delle banche centrali e alle possibili novità fiscali americane, le borse mirano a chiudere l’anno in piena corsa.

di Mario Elia 11 dic 2017 ore 10:49

Non bastano le destabilizzazioni causate dalla Gerusalemme Liberata di Donald Trump e dal grido di dolore di Kim Jong Un, che dice di temere un bombardamento preventivo Usa: salgono tutti le principali mercati mondiali (con più cautela Singapore, un po’ lontana dai massimi di inizio novembre) e le Cassandre del ritracciamento, noi compresi, assistono ammutolite al divenire delle quotazioni. I Bitcoin e le altre 1300 criptovalute scoppiano di mala-salute. A sostenere titoli e prezzi sarà solo il consueto mini-rallly di fine anno, tanto caro ai contabili, intenti a predisporre i bilanci di chiusura?

Bene… Einstein scrisse che “tutto ciò che non si condensa in un’equazione non è scienza”. Quindi, evidentemente privi di tale formidabile arma matematica, non ci spingiamo oltre nelle previsioni finanziarie, visto che una delle possibili incognite è, fra le tante, la peculiarità di questa quarta rivoluzione industriale.

 

ABOUT ITALY

Non avendo più parole per deprecare i vizi e il malcostume di quello che fu il Belpaese, registriamo gli sforzi di Piazza Affari per tenere il passo dei principali indici mondiali.

Fra i vari titoli sotto esame, ci soffermiamo su Indel B, da poco quotata sul mercato Mta, attiva in tutto il mondo nel comparto della refrigerazione automotive, con un occhio particolare al risparmio energetico. Fra le aziende in osservazione, è fra le più raccomandate dall’ensemble degli analisti.

L’analisi che segue si fonda come di consueto sulla raccolta di molte informazioni, nonché dai dati forniti da SoldiOnline alla sezione Trova titoli.

La tabella:

 

tabella-1

 

Il flottante disponibile sul mercato si aggira intorno al 30% del tutto, mentre il rapporto debiti/mezzi propri si avvicina al 38%, abbastanza normale per un’azienda in crescita.

Negli ultimi tre anni i ricavi sono passati da 66 a 88 mln di euro e gli utili da 5,5 a 10 mln di euro.

Il prezzo, a sua volta, dai 25,98 euro dell’esordio primaverile è giunto ai 32,3 euro, con un incremento del 24,33% in poco più di sei mesi.

Il grafico:

 

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Evidenti prese di beneficio hanno appesantito le ultime quotazioni, il che potrebbe rappresentare un’ottima opportunità, visti i buoni dati di bilancio.

Per le preziose news, rimandiamo al nostro sito.

 

UNO SGUARDO DAL PONTE

Andrea Curti (Private Banker) e Fabio Donalisio (Market Analist) prendono oggi in esame lo scottante tema della liquidità mondiale:

Le problematiche sulla liquidità risultano essere sempre maggiori; se da una parte la liquidità mondiale è sempre più elevata (conseguenza anche delle politiche delle Banche Centrali), dall’altra tale fenomeno si ripercuote negativamente sulla distribuzione della ricchezza nel mondo. È così che, per capire velocemente la grandezza, la liquidità mondiale è arrivata ad ammontare quasi tre volte il valore dei beni esistenti nel mondo e la distribuzione della stessa è disomogenea come mai prima.

Da un rapporto di Oxfam, infatti, viene descritto un quadro dell’ineguaglianza mondiale terrificante. La metà della popolazione più povera, circa 3,5 miliardi di persone, ha un reddito annuale pari a quello degli 85 uomini più ricchi del pianeta. “L’estrema disuguaglianza tra ricchi e poveri – dice Oxfam – implica un progressivo indebolimento dei processi democratici a opera dei ceti più abbienti, che piegano la politica ai loro interessi a spese della stragrande maggioranza.

Il dato si inserisce nel quadro più generale della ripartizione della ricchezza a livello mondiale. “Circa metà della ricchezza – continua il rapporto – è detenuta dall’1% della popolazione mondiale. E questo reddito dell’1% dei più ricchi del mondo ammonta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volte il totale della ricchezza della metà della popolazione più povera del mondo” circa 1.700 miliardi di dollari. Esattamente a quanto ammonta la somma del reddito degli 85 super ricchi – il rapporto indica la lista di Forbes che riepiloghiamo qui di seguito. La fotografia scattata dalla Ong mostra una mondo che evolve continuamente verso la diseguaglianza: 7 persone su 10, infatti, vivono in Paesi dove la disuguaglianza economica è aumentata negli ultimi 30 anni. L’1% dei più ricchi ha aumentato la propria quota di reddito in 24 su 26 dei Paesi con dati analizzabili tra il 1980 e il 2012. Negli Usa, l’1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito». Dal rapporto si ricava che già dalla fine degli anni Settanta la tassazione per i più ricchi è diminuita in 29 paesi sui 30: “In molti Paesi, i ricchi non solo guadagnano di più, ma pagano anche meno tasse”. Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International, spiega che “il rapporto dimostra, con esempi e dati provenienti da molti Paesi, che viviamo in un mondo nel quale le élites che detengono il potere economico hanno ampie opportunità di influenzare i processi politici, rinforzando così un sistema nel quale la ricchezza e il potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi, mentre il resto dei cittadini del mondo si spartisce le briciole.

 

DONCHIAN STRATEGY IN UTILE CON STOP MILLIMETRICO

Giovedì 23 novembre, secondo le indicazioni delle medie mobili del Maestro di Hartford, abbiamo aperto una posizione long sull’S&P500, acquistando il relativo certificato a 9,65 euro, con stop a 9,41 euro, poi elevato a quota 9,80.

Lo stop è stato intercettato mercoledì scorso, consentendo un utile dell’1,55% in nove sedute di borsa. Annualizzando, + 43,9%. Presentiamo il grafico delle ultime due settimane, corredato di medie mobili a 5 giorni (linea rossa) e a 20 giorni (linea verde):

 

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In giornata, se la direzione dei mercati Usa si confermerà, attiveremo un’ennesima entry rialzista.

 

FONDAMENTALMENTE

Il nostro poker di titoli continua a galleggiare in territorio positivo, fortemente penalizzato dalla crisi di prezzo evidenziata da Prima Industrie, che resta un’ottima azienda:

 

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L’incremento netto è ora pari allo 0,28%, che non è molto, considerando che l’investimento è avvenuto oltre tre mesi addietro.

 

INVESTIMENTI FLASH

Per quanto riguarda gli investimenti flash, orientati più che altro a cogliere i rialzi (o i ribassi) in fase precoce, continuiamo a detenere in portafoglio l’interessante Dollar General Corporation, ottimo discount retailer Usa.

Acquisita mercoledì 29 novembre a 88,62 Usd, ha chiuso la settimana a 93,38 Usd, nei pressi del massimo storico (94,74 Usd). Lo stop è fissato a 91,04 dollari, livello che (se non sarà sforato dalla volatilità…) consentirà comunque un rispettabile utile.

 

LA SFERA DI CRISTALLO

Tutto tranquillo sul versante dell’indice della paura: il Vix ha chiuso l’ottava a 9,58 punti, rassicurante soglia che non si presentava dagli inizi di novembre.

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