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Carige, Valtellinese e Bini Smaghi

E’ stata una settimana molto tormentata per le banche italiane, e questo fatto ci suggerisce di tornare ancora sul tema.

di Valter Buffo 17 nov 2017 ore 09:02

Commento giornaliero di www.recce-d.com

 

E’ stata una settimana molto tormentata per le banche italiane, e questo fatto ci suggerisce di tornare ancora sul tema. Prendiamo spunto da ciò che scriveva ieri sul Corriere della Sera Lorenzo Bini Smaghi, con riferimento qui però alla Grande Crisi Finanziaria degli anni 2007-2009:

I banchieri hanno erogato credito facile, senza valutare in modo adeguato il rischio, e venduto prodotti sul mercato e ai singoli risparmiatori, senza spiegarne, ne talvolta capirne del tutto, la complessità. Perché l’hanno fatto? Perché questo era il modo più facile per ottenere gli alti rendimenti pretesi dagli azionisti. «Fin quando la musica suona, bisogna ballare» diceva nel 2007 Vikram Pandit, l’amministratore delegato di Citigroup, e gli altri annuivano. D’altra parte, chi non ballava, chi non sapeva cavalcare l’onda del credito facile, veniva mandato a casa, con la colpa di non essere all’altezza dei concorrenti. Il credito facile e i comportamenti al limite del lecito sono stati peraltro agevolati dalle condizioni finanziarie rese molto favorevoli prima della crisi, per effetto delle politiche monetare espansive, della normativa sempre più lasca e della vigilanza «leggera», soprattutto sull’altra sponda dell’Atlantico. Le autorità di vigilanza si sono trovate a far fronte ad un sistema finanziario sempre più ampio, più complesso e interconnesso, con strumenti spuntati e con pressioni crescenti per favorire l’auto-regolamentazione. Le richieste di rafforzarne i mezzi e la capacità di intervento sono rimaste inascoltate.

Risulta curioso (almeno, ai nostri occhi) leggere ciò che scrive Bini Smaghi, perché le medesime cose potrebbero essere applicate alla realtà di oggi. Almeno, secondo noi di Recce’d, perché Bini Smaghi non la vede così:

La lezione che si può trarre da questa analisi è che, per evitare di ripetere gli stessi errori, vanno innanzitutto eliminati gli incentivi perversi che possono destabilizzare il sistema. Molto è stato fatto in questi anni, in particolare in Europa. È stata rafforzata la normativa sul governo societario delle banche, sulle remunerazioni dei banchieri, sui requisiti di capitale e di liquidità degli istituti di credito. Sono state rafforzate le autorità di vigilanza, dato loro maggior autonomia e poteri di intervento diretto sul sistema, in particolare per accelerarne il risanamento. Questi progressi sono stati possibili perché dopo la crisi le istituzioni politiche a livello globale, in particolare nell’ambito del Gruppo dei 20, hanno riconosciuto la necessità di mantenere una maggior distanza tra la politica e il sistema creditizio e di evitare un uso improprio della regolamentazione.

Bini Smaghi scrive di “progressi”: ognuno di noi investitori può valutare se questi progressi ci sono stati, e se sono stati sostanziali oppure solo di facciata. Da qui, poi, discendono le decisioni di investimento, sia sul settore banche, sia sulle obbligazioni bancarie, sia infine sulla Borsa in generale.

 

CONCLUSIONE   Recce’d  oggi torna sul tema banche, che in Italia è stato al centro dell’attenzione per l’intera settimana

 

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Fonte: Yahoo

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Fonte: Yahoo

 

Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 17 novembre 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.     Dove si andrà dopo il rimbalzo? Stamattina in Asia Borse ferme
  2.     Il dollaro chiuderà la settimana più debole, sopra 1,1800
  3.     Petrolio sempre in tensione, a 55$ anche stamattina
  4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana sul piano operativo ci occupiamo dei mercati obbligazionari e del rischio-liquidità
  5.     SEZIONE L'ANALISI    fatti e commenti del weekend ci hanno suggerito per questa settimana di non variare il tema del nostro approfondimento che quindi resta la sorpresa che potrebbe arrivare, a breve, dall’Italia e dai suoi mercati finanziari

 

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