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Banche italiane: boccone avvelenato?

Negli ultimi sei mesi il rischio sistemico collegato alle banche italiane in difficoltà è decisamente aumentato, e proprio a causa delle “operazioni di salvataggio”

di Valter Buffo 4 lug 2017 ore 09:14

Commento giornaliero di www.recce-d.com

 

Come riportato venerdi scorso da SoldiOnline.it, (Padoan, Mps salva a brevissimo), per il Ministro Padoan siamo “ad un punto di svolta” per le banche italiane. Come Atlante? Più di Atlante? Meno di Atlante? Padoan non lo specifica. Ma ci spiega che “presto sarà salva anche MPS”. Salva da cosa? Salva da chi? E salva per chi? Continuiamo a NON capire A CHI si pensa, a quali benefici si pensa, quando si battezzano operazioni come quella delle banche venete come “salvataggi”: quando invece ci sono solo due risultati certi e sono che

  1.     Si passano soldi dalle tasche di alcuni alle tasche di altri, un gioco a somma zero: si salvano gli obbligazionisti (primo grafico sotto) coi soldi di altri cittadini; che senso ha? Ce lo dovrebbe spiegare Padoan
  2.     Si tengono in vita strutture che NON producono valore, inefficienti, obsolete, e (lo diceva il Presidente del Consiglio Renzi pochi mesi fa, in gennaio) che dovrebbero essere chiuse perché ce ne sono troppe; al contrario, la linea (che lo stesso Renzi poi avalla) è “salviamole tutte, non cambiamo nulla, che va bene così”.

Si tratta di una caso classico: penalizziamo TUTTI ma poco, perché ha un costo politico inferiore al penalizzare alcuni, ma tanto. Almeno, non ci saranno servizi televisivi nel talk show della tv. Chi paga? Il Paese, nel suo insieme, che non potrà che continuare ad arretrare, a scivolare indietro, grazie a una gigantesca operazione pro-Zombie come quella in corso: e non facciamo paragoni, per cortesi, con Citigroup negli USA, che fu operazione del tutto diversa in un contesto del tutto diverso, e che in ogni caso resta poi da dimostrare che abbia prodotto benefici in termini di welfare (per ora, semplicemente, le minusvalenze se le è messe in pancia la Federal Reserve: vedremo poi come andrà a finire). Ciò che colpisce sopra di ogni altra cosa, in questa brutta storia, è l’atteggiamento della UE, che in un primo tempo si era mostrata inflessibile, ma che da dicembre in poi ha semplicemente permesso all’Italia di fare tutto quello che voleva? A ni ed a qualche altro sembra che si potrebbe trattare di una “polpetta avvelenata”: in realtà, si sta lasciando il Governo italiano al suo destino, accumulando promesse. Ricordate i 20 miliardi di dicembre 2016? Ormai quelli sono già andati tutti: ma dovevano servire solo per MPS, ed invece MPS (e le altre) sono ancora lì esposte al vento. Su tutto questo si inserisce anche la Bce che stringe i cordoni della liquidità: nel secondo grafico vi ricordiamo che nel 2016 l’effetto del QE2 sul settore fu negativo, e quindi ora che i tassi salgono potrebbe esserci invece un recupero? Noi crediamo di no, e domani ne parleremo ancora.

 

CONCLUSIONE   Recce’d osserva che negli ultimi  sei mesi il rischio sistemico collegato alle banche italiane in difficoltà è decisamente aumentato, e proprio a causa delle “operazioni di salvataggio”

 

banche-venete-salvi-gli-obbligazionisti

Fonte: Economist

 

eu-bond-stock

Fonte: Mkt Realist

 

Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 4 luglio 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.     In mercati sempre poco liquidi (bassi volumi) si è tentato ieri di montare un ennesimo “rally del lunedì”, come altre decine di volte nel 2017. Tentativo riuscito solo a metà (Nasdaq in ribasso)
  2.     Resta altissima la tensione sulle intenzioni delle Banche Centrali in attesa dei dati di giovedì e venerdì
  3.     Il problema però è uno solo, ed è la crescita economica: ricordate che gli indici PMI visti ieri sono solo sondaggi di opinione, e non fatti
  4.     Dollaro contro euro ieri sopra 1,1400, il target chiaramente è MOLTO sopra a 1,1500
  5.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana sul piano operativo ci occupiamo di obbligazioni e tassi nel secondo semestre: sarà lì la battaglia più grande
  6.     SEZIONE L'ANALISI    questa settimana il tema del nostro approfondimento è il complicato rapporto tra disoccupazione, salari e inflazione, che ha spiazzato tutti negli ultimi anni.

 

 

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