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Azionario, ancora opportunità operative

Nonostante i forti rialzi dei listini, esistono ancora spazi per investire nelle economie in crescita, con un’accurata analisi dei titoli: settori, utili/prezzo, storia aziendale, andamento borsistico, flussi di cassa.

di Mario Elia 18 set 2017 ore 09:40

In settimana, alle minacce di fuoco e furia da parte di Trump, Kim Jong-un ha risposto agli Usa promettendo cenere e tenebra. Patetici entrambi, ma le borse non si sono fatte influenzare né dagli ardori bellici, né dal calo della produzione industriale di agosto (- 0,9%). Gli analisti si attendevano di meglio (+ 0,4%), forse non considerando che l’uragano Harvey ha imperversato in zone petrolifere ad alta valenza economica. Ma non è successo niente e Wall Street ha brindato ai 2.500 punti dell’S&P500.

In fondo potrebbe essere controproducente, perché tutte le parti in gioco sono interessate a un calo graduale delle quotazioni, piuttosto che a un smodata corsa fino al collasso repentino, sullo stile della bolla delle Dot.com o della crisi dei subprime, di pochi anni dopo. Ricordiamo che nel 2008 l’eccelsa Berkshire Hataway perse il 44% della capitalizzazione e BlackRock, maggior fondo d’investimento mondiale, lasciò sul parterre il 55%.

Ma nessuna fra le principali piazze, Seul compresa (l’indice Kospi ha fatto faville, portandosi a 2.386 punti, altro record…), presenta segni percepibili di debolezza. Ecco la carrellata degli assi di equilibrio riferita alle due ultime ottave.

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ABOUT ITALY

Persino il mite Ftse Mib si accoda alle tendenze euforiche, suscitando qua è là alcune perplessità sulle manovre speculative un po’ troppo ricorrenti.

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E dire che i buoni titoli non mancherebbero (quale era Ferrari Race, prima che Morgan Stanley inopinatamente ne provocasse il crollo), e pensiamo a quanto siano brillanti alcune aziende italiane di vari settori, dalla moda alla tecnologia, dalla motoristica all’aerospaziale.

UNO SGUARDO DAL PONTE

Sulla sempre complessa scelta per gli investimenti, abbiamo sentito il parere degli esperti Andrea Curti (Private Banker) e Fabio Donalisio (Market Analist).

D - Potremo raccontare di aver condiviso il più lungo e consistente rialzo della storia, con l’S&P500 che in otto anni è passato dai 735 punti post-crisi agli attuali più che 2.500. Qual è la prossima mossa dell’investitore accorto?

Come evinciamo dalla domanda non si potrà mai sapere quale sarà il valore massimo di un indice e quindi lo stesso S&P500 potrebbe anche arrivare a 5.000 punti, 10.000 o di più... semplicemente perché non esiste un tetto massimo a un indici azionario, qualunque sia al mondo; questo indica che se da una parte molti analisti e investitori dichiarano che potrebbe essere meglio uscire dal mercato o shortarlo, onde evitare un eventuale forte storno su prese di beneficio di molti, dall'altra i margini di guadagno potrebbero essere ancora enormi e l'indice potrebbe ancora aggiornare a lungo nuovi massimi, anche perché i fondamentali economici finanziari globali hanno avuto una crescita superiore alle aspettative e si attendono le decisioni di politica fiscale di Trump che potrebbero favorire una ulteriore accelerazione.

D – Se prima o poi ci sarà un ritracciamento, si potrà restare fermi sull’azionario e rifugiarsi nelle obbligazioni che, grazie ai QE, non rendono niente e servono solo ad escludere lo spauracchio del bail-in. I più smaliziati potrebbero prepararsi ad andare corti. In questo caso, dal vostro punto di vista, è preferibile utilizzare gli Etf o i vari titoli sintetici, come opzioni, future, certificati?

Il panorama dei prodotti finanziari è molto ampio e un investitore consapevole deve in primo luogo conoscere bene i prodotti, soprattutto quelli che utilizzano una leva finanziaria. Non esiste uno strumento perfetto di scelta per gestire i propri risparmi, ma una volta che avremo suddiviso il patrimonio per obiettivi, inserendo una buona diversificazione e de-correlazione tra i vari asset, sicuramente disporremo già di un'efficienza di partenza molto elevata per affrontare i momenti più volatili . Sull'obbligazionario governativo e di parecchi corporate consigliamo molta prudenza per due fattori: 1 - l'obbligazionario presenta ad oggi valori massimi di sempre grazie alla "droga" delle banche centrali sottoforma di QE, che hanno gonfiato i prezzi per far crollare i rispettivi rendimenti. 2 - in virtù di un futuro aumento dei tassi sia negli USA che in Europa la curva dei tassi potrebbe intaccare vistosamente i valori nominali dell'emissione a tasso fisso.

D – Buffett è diventato il primo azionista di Bank of America, tredicesimo titolo al mondo. L’Oracolo non si preoccupa dei ritracciamenti e continua a investire nel settore bancario. Ma se noi guardiamo al comparto italiano, non troviamo istituti di credito medio-grandi sui quali puntare

L'intero settore bancario è in difficoltà da diversi mesi a livello globale in quanto tassi così bassi non rendono facile la loro operatività; ma negli ultimi mesi stiamo assistendo ad un recupero del settore, che è coinciso con le procedure di smaltimento dei crediti deteriorati, vera e propria piaga delle banche italiane. Bisogna poi anche considerare che quando si vedono forti storni sui mercati (molti anche puramente speculativi da parte di hedge fund), gli investitori impreparati si fanno generalmente prendere dal panic-selling e decidono di vendere e di dismettere gli asset, facendo crollare troppo il titolo; su questo ipervenduto, l'investitore tecnico o di lungo periodo vede un buon punto di entrata che in molti casi riporta alla normalità il valore del titolo stesso. Riteniamo comunque che le banche italiane potrebbero regalare parecchie soddisfazioni nei prossimi tre anni tanto più se la politica BCE iniziasse ad essere più restrittiva.

D – Al momento, a Piazza Affari vi risultano particolari eccellenze o settori più promettenti di altri?

Piazza Affari pesa lo 0,77% sulla capitalizzazione delle Borse di tutto il mondo e quindi, parlando limitatamente a questa piccolissima fetta di mercato, non troviamo particolari eccellenze globali tra le large Cap, mentre per contro sono invece ottime diverse società small Cap, veri e propri leader di mercati specifici come lo sono società quali Technogym, Amplifon o Bio-on, giusto per citarne qualcuna. Sulle large CAP preferiamo i titoli a grandissima capitalizzazione del segmento value globale, che dovrebbero beneficiare del miglioramento del contesto economico, se verrà confermato nei prossimi trimestri.

D – Un interessante articolo pubblicato sul nostro sito invita a riconoscere e a profittare delle inefficienze dei mercati Ue. Pensate che queste strategie di fondo siano riservate agli investitori più preparati o che, con un po’ di pazienza, siano alla portata di una platea più larga?

Il mercato in generale non è di facile comprensione soprattutto nel nostro Paese dove la conoscenza finanziaria è molto scarsa (dopo una ricerca, l'Italia presenta il livello di conoscenza finanziaria uguale al Togo, Benin e Madagascar…). Per contro, però, ci sono numerosi professionisti che possono consigliare e indirizzare bene i rispettivi clienti potendo sfruttare anche le inefficienze che a volte si presentano sui mercati, valutando sempre l'adeguatezza del portafoglio sul quale essi operano.

D – In conclusione, da qui a dicembre, fatto cento del capitale disponibile, come consigliate di suddividere gli investimenti?

Per potersi muovere correttamente sulle scelte di asset allocation ideali e consone per l’investitore, riteniamo fondamentale una corretta valutazione del peso assegnato a tutte le diverse asset class globali. Ma tale corretta valutazione può essere elaborata solo da professionisti del settore, che conoscano adeguatamente e in maniera esaustiva le caratteristiche finanziarie del risparmiatore: di quale liquidità dispone, quantità e caratteristiche dei suoi immobili, eventuale andamento dell'attività imprenditoriale e così via… Così facendo, si riesce a costruire un portafoglio “su misura", tarato per obbiettivi e orizzonti temporali diversificati.

AMICO TREND STATEGY

Venerdì 1 settembre, fedeli alle indicazioni di Richard Donchian, siamo entrati al rialzo con l’S&P500 a 2.477 punti e il certificate long a 8,45 euro, con stop a 8,24 euro.

Venerdì 8, l’S&P500 ha chiuso a 2.462 punti e il certificate long è anch’esso sceso a 8,35 euro (- 1,18%). Incamminati per una strada tecnicamente incerta, abbiamo poi vissuto una bella settimana.

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E venerdì 15, il certificate di Bnp Paribas, acquisito appunto a 8,45 euro, ha raggiunto gli 8,67 euro, con un incremento del 2,60%. Alla luce della chiusura di Wall Street, ci aspettiamo ancora una rettifica della quotazione del certificate, che essendo quotato a Piazza Affari, ha interrotto la corsa parallela all’indice americano alle 17:30. Ecco il grafico Bnp Paribas dell’investimento long (linea verde il certificate, linea blu l’indice S&P500.

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FONDAMENTALMENTE

Sono parecchie, soprattutto sul mercato americano, le aziende che hanno veramente sovraperformato e SoldiOline ci presenta precise cronache di titoli che si sono rivalutati oltre il 500%.

Dal nostro punto di vista, siamo sui mercati sia al rialzo che al ribasso e sia seguendo la strategia tecnica delle medie mobili, sia gli spunti offerti dall’analisi fondamentale. Relativamente a quest’ultima, dalla terza decade di agosto siamo esposti sulla sudcoreana Posco (acciaierie, ora a – 3,56%), sull’italiana Prima Industrie (sistemi laser, ora a + 9,54%), sulle statunitensi Mckesson (prodotti sanitari, ora a + 1,04%) e United Technologies (meccanica avanzata, ora a – 5,14%). Gli investimenti sono di eguale importo, e nell’ottava conclusasi il rendimento medio è calato da + 4,6825% a + 0,47% per via delle forti flessioni di Posco e United Technologies. Tutto quello che hanno saputo fare i fulmini di guerra di Pyonyang è stato penalizzare un paio di titoli del nostro portafoglio.

LE SFERE DI CRISTALLO

Per quello che valgono le previsioni, non è tuttavia sbagliato considerare che le opzioni a Chicago non erano così confortanti dall’1 settembre scorso e si registra parecchia fiducia nel delicato settore dei prodotti derivati.

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Alle opzioni fanno eco i future, che rappresentiamo nella progressione delle ultime 5 settimane.

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La chiusura di venerdì prevede, per dicembre 2021 (prima linea blu, dall’alto), una vetta di 2,613 punti.

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