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"Avanti tutta!": tre fattori in grado di far girare i motori dell’economia

La crescita economica mondiale nel primo trimestre del 2015 potrebbe essere inferiore a quella registrata nella seconda metà del 2014

di Redazione Soldionline 9 apr 2015 ore 12:14

A cura di Ann-Katrin Petersen, Assistant Vice President Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors

 A livello di area geografica, i Paesi industrializzati mostrano ancora dinamiche congiunturali migliori rispetto alle aree emergenti; gli Stati Uniti, in particolare, restano ai primi posti in termini di crescita nonostante i recenti segnali di debolezza.

Nei prossimi mesi una serie di incognite geo-politiche, tra cui il conflitto in Ucraina, la potenziale crisi di liquidità della Grecia e le elezioni in Gran Bretagna previste a maggio, potrebbe provocare nuovi aumenti della volatilità. Vi sono tuttavia tre fattori in grado di far girare i motori dell’economia, seppur con impatti diversi sulle prospettive di crescita a livello di singoli Paesi.

mondo_41. Crollo del petrolio: Dall’estate 2014 le quotazioni del greggio si sono più che dimezzate: uno stimolo per l’economia mondiale, dal momento che il ribasso si deve più a un eccesso strutturale di offerta che a un calo della domanda. I Paesi maggiormente favoriti da questa tendenza sono gli importatori netti di petrolio, come Giappone, Area Euro, Stati Uniti, India, Indonesia, Corea del Sud e Cina.

2. Politica monetaria: “Avanti tutta!”: sembra essere questo il motto della politica monetaria europea alla luce del quantitative easing inaugurato a inizio marzo dalla BCE; la Federal Reserve statunitense potrebbe invece lentamente procedere verso un inasprimento dei tassi di interesse, per quanto i mercati obbligazionari globali non siano ancora preparati ad accettarlo.

3. Andamento valute: Mentre la debolezza dello Yen e della moneta unica sostiene la ripresa del Giappone e dell’Eurozona, la forza del Franco sta compromettendo le prospettive di crescita della Svizzera. Quanto agli USA, alla luce dei timori espressi per la prima volta apertamente dalla Presidente della Fed Janet Yellen, è interessante notare che storicamente l’andamento del Dollaro ha un effetto piuttosto trascurabile sull’espansione dell’economia americana, meno dipendente dalle esportazioni.
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Nel frattempo aumenta il numero delle obbligazioni di Paesi con rating creditizi solidi caratterizzate da rendimenti negativi; attualmente circa il 70% dei titoli governativi tedeschi in circolazione offre rendimenti inferiori allo zero. È dunque iniziata una nuova fase della Financial Repression. La transizione da un mondo a tassi a zero ad un mondo in cui i rendimenti negativi dovuti alle politiche monetarie ultra-accomodanti sono la nuova regola, ha determinato un aumento significativo della domanda di asset reali come le azioni, con grande beneficio, da inizio anno, soprattutto per le borse europee.

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